I CONCERTI NEL PARCO ESTATE 2024 Parco di Casa Del Jazz 1 luglio 2024 ore 21.00 I CONCERTI NEL PARCO ESTATE 2024

I CONCERTI NEL PARCO

ESTATE 2024

Parco di Casa Del Jazz

1 luglio 2024

ore 21.00

I CONCERTI NEL PARCO ESTATE 2024

La storica rassegna dell’Estate Romana, giunta alla sua 34°edizione, inaugura con con PEPPE SERVILLO & ANIDRIDE SOLFOROSA nello spettacolo “Nevica sulla mia mano” un tributo alla collaborazione umana ed artistica tra Lucio Dalla e Roberto Roversi che già negli anni ’70 parlavano di tecnologia, di strapotere dell’economia, di inquinamento mettendo al centro l’uomo, la sua essenza e la sua stessa sopravvivenza

NEVICA SULLA MIA MANO

parole, musica e immagini

da Lucio Dalla e Roberto Roversi

Un progetto di MARIO TRONCO

in collaborazione con Antonio Bagnoli

con PEPPE SERVILLO

e il gruppo ANIDRIDE SOLFOROSA

Pino ( Giuseppe) Pecorelli basso

Peppe (Giuseppe) D’Argenzio saxofoni

Marcello Tirelli tastiere

Emanuele Bultrini chitarra

Kiungmi Lee violoncello

Davide Savarese batteria

illustrazioni di IGORT

con la collaborazione del DAMS dell’Università di Bologna

Testi e ideazione da

“Nevica sulla mia mano. Tre Album, due Artisti, una Storia”

a cura di Antonio Bagnoli e Arturo Bertusi, edizioni Pendragon/Chiaroscuro 2023

Produzione e distribuzione RETROPALCO

I Concerti nel Parco inaugura lunedì 1 luglio con lo spettacolo in PRIMA a ROMA, “Nevica sulla mia mano” un tributo alla collaborazione umana ed artistica tra Lucio Dalla e Roberto Roversi: un progetto di MARIO TRONCO in collaborazione con Antonio Bagnoli, con PEPPE SERVILLO & ANIDRIDE SOLFOROSA, formazione inedita, nata nel 2021 a Bologna e al suo debutto a Roma, che unisce l’anima autoriale degli Avion Travel all’approccio progressive dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Uno spettacolo tra musica, narrazione e poesia arricchito dalle video proiezioni delle illustrazioni del fumettista IGORT.

Decenni prima di Greta e della comunità scientifica Lucio Dalla e Roberto Roversi, con musica e parole, mettevano al centro l’uomo, la sua essenza e la sua stessa sopravvivenza. Quell’album uscito nel 1975, “Anidride solforosa”, è stato il cuore della loro trilogia artistica, pietra miliare della musica popolare, acclamato nei teatri e negli spettacoli live che avevano fatto di Dalla il più politico dei cantanti nonostante rifuggisse da qualsiasi etichetta politica ed ideologica.

“Nella genesi di una canzone, il compositore vive il rapporto con l’autore del testo in modo spesso insidioso, a volte addirittura tumultuoso”. Così deve essere stato – racconta Mario Tronco – anche tra Lucio Dalla e Roberto Roversi. Leggendo il loro carteggio appare evidente una battaglia tra l’esigenza del poeta di significare le parole e quella del musicista di cantarle travalicandone il senso, per il semplice gusto della nota. Il giorno aveva cinque teste, Anidride Solforosa, Automobili sono tra gli esempi più alti di poesia sonora del Novecento in cui l’eterno dilemma della parola al servizio della musica – e viceversa – viene risolto in modo astuto, brillante e mai conflittuale. Con Peppe Servillo ci siamo trovati spesso a combattere quella stessa battaglia di Dalla e Roversi. Insieme abbiamo scritto tanta musica e parole e più volte percorso la strada indicata da quella che comunemente viene chiamata la TRILOGIA di Dalla – Roversi. Quella tra i due artisti bolognesi è una grande storia di amicizia, ambientata nella Bologna degli anni 70, fatta di dichiarazioni di amore e di violenti litigi (non si sono parlati per vent’anni): lo spettacolo la racconta attraverso le loro parole. La tecnologia, lo strapotere dell’economia, l’inquinamento e gli eccessi del potere sono gli obiettivi verso i quali la denuncia di Dalla e Roversi si rivolge con veemenza, soprattutto lì dove i due artisti intravedono oramai compromesse la natura dell’uomo e la sua predisposizione a relazionarsi con gli altri.

“Fu una chiave che mosse tutto, per cui mi decisi a lavorare con Roversi e lo decisi seriamente. Fu il verso “NEVICA SULLA MIA MANO”. Così Dalla ricorda, tre anni dopo, il momento più decisivo della sua carriera. Dopo la collaborazione con Roversi, – ci racconta Antonio Bagnoli – Lucio diventa un cantautore, inizia a scrivere da solo le sue canzoni. “Se non avessi incontrato Roversi adesso farei l’idraulico” disse in un’intervista del 2008, esagerando l’influenza che il poeta ebbe su di lui, ma per lui l’esagerazione era uno stile di vita e di lavoro. Le canzoni di questa trilogia sono nella storia della musica perché sono l’esempio di come due grandi possono lavorare assieme, creare qualcosa di unico rimanendo sempre fedeli a loro stessi. E ascoltare queste canzoni, entrare nei testi e nelle note, restituisce un’emozione fortissima: come per i grandi classici, ci fa pensare che siano lavori scritti ieri, non 40 anni fa, tanto risultano moderni.

“Per partenogenesi, per osmosi, tirandomi da lontano delle freccine con la cerbottana, Roversi mi ha fatto capire cose che non avrei mai capito né a scuola né da solo né andando tre volte sul monte Sinai.” Lucio Dalla

Per partenogenesi appunto – ci racconta Peppe Servillo – continuiamo a coltivare una idea di canzone che proviene da lui, dalla esperienza con Roversi, l’idea di mettere in scena con le note una vicenda, precisandola poi con parole poetiche che ne contengono altre con altri significati. Riproponendo il repertorio di Dalla noi inseguiamo l’emotività di cui egli parla, oggi spesso dispersa e rara per tutti, un’ emotività che è compassione ovvero vivere assieme, con la ripetizione di un inciso, di nuovo la stessa emozione che è passione condivisa. Nell’amore come nel ricordo ricerchiamo una prima volta, e questo piccolo oggetto misterioso della cultura popolare, che è la canzone, pratica questo gioco con felicità, invenzione, e quasi sempre riesce, pur nella ripetizione, a sembrare una cosa nuova, una prima volta.

Dalla e Roversi, Roversi e Dalla, questi due nomi fanno parte della mia formazione – ci racconta Igort – del mio piccolo bagaglio di passioni e amori. La loro collaborazione è stata un esempio di quanto si possa lavorare su contaminazioni reciproche con profitto e talento ed è sempre stata un faro, una luce luminosa che indicava che lavorare mantenendo integro un certo rigore era, in fin dei conti, possibile. Quando si incontrarono, i due si studiarono attentamente. Non ci poteva essere nulla di più distante, Roversi non possedeva neppure un mangianastri. Ma si piacquero e provarono a collaborare. A noi non restava che godere di queste musiche stridenti e moderne, in cui Dalla dava pieno sfogo a una fantasia infuocata. Erano arrangiamenti dissonanti a tratti, che vestivano liriche epiche di un’Italia povera, meravigliosamente umile e sognatrice.

A latere della manifestazione, è’ prevista la programmazione nei giorni di spettacolo in orario 18.30 – 19.3 di Attività Collaterali e Laboratori ispirati alle tematiche degli spettacoli del festival di cui di è possibile trovare contenuti specifici e calendario sul sito www.iconcertinelparco.it

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