Tema drammaticamente attuale quello portato in scena al Teatro7,che parla di cose popolari sconfinati in un quartiere di Roma dove il paradossale confina con il grottesco come le porte di un pianerottolo che si aprono per Mario ,vicino di casa un po’attempato e un po’ filosofo e per tre giovani che tentano di occupare una casa popolare.
Fabio, giovanotto senza soldi che lavoricchia ai mercati generali, occupa abusivamente una casa popolare facendosi aiutare da Stefano, il fratello della sua fidanzata Patrizia, un’altra “arrotonda” cantando le canzoni di Mina ai matrimoni. Nello stesso palazzo abita un signore di una certa età, Mario, che con i suoi capelli bianchi e un’aria un po’svagata, un po’surreale, sarà l’angelo custode dei tre giovani.
Lo schema è semplice: tre ragazzi cercano di trovare una soluzione al problema dell’alloggio e in mezzo a tanto disfacimento tra una politica scadente e una burocrazia tanto complicata quanto inutile incontrano Mario un filosofo dell’esistenza,vecchio professore di liceo che parla un italiano perfetto a volte aulico,fissato per la raccolta differenziata e per la musica classica. Un uomo di cultura che ne evidenzia la totale mancanza negli altri tre dando vita a quella particolare ironia che accompagna tutta la commedia.
La storia,l’ambientazione,la lingua parla di Roma e delle sue peculiarità. Una romanità perfettamente tagliata sui tre protagonisti,spigliati e completamente calati nei personaggi quasi non sembrasse recitassero. Padroni di quell’umorismo romano ,un po’ freddo e un po’ sarcastico,irriverente e dissacrante su ogni cosa che in una Roma dilaniata e grottesca mette in scena un argomento che divide l’opinione pubblica e in un gioco di parole le Cose diventano Case,quelle popolari: l’emergenza abitativa tra occupazione e legalità.
Ma la commedia non si schiera ,non paternalizza e non moralizza ,racconta semplicemente una storia come tante facendo emergere la tematica e sottolineando quella delinquenza amministrativa e politica che dilaga, sinonimo di una cultura morente senza prospettive per il futuro.
Una vena malinconica mista ad ironia,una commedia che fa finta di raccontare una storia ma sta semplicemente raccontando una realtà,quella dei quartieri popolari,di quell’arrangiarsi un po’ tipico di alcune fette della società ma con il riconoscimento di onestà e integrità di tutti i personaggi.
Meravigliose interpretazioni di tutti i protagonisti ,una pièce dai perfetti tempi comici senza accentuazioni di intercalari dialettali né di atteggiamenti tipici dei”ragazzi di borgata”. Un Nicola Pistoia eccezionale che ha dato spazio ,senza sovrastare,a tutti i giovani protagonisti portandoli per mano in questa artistica giostra che è il Teatro!
Box informazioni:
28 febbraio – 19 marzo
TEATRO7
Via Benevento,23 Nicola Pistoia COSE POPOLARI di Nicola Pistoia, Francesco Stella, Ariele Vincenti con: Francesco Stella, Ariele Vincenti, Giordana Morandini
Michela Cenci