Dal 12 gennaio la seconda tappa della mostra dedicata a CAMILLIAN DEMETRESCU GENESI 1969-2012, all’Accademia di Romania e alla GNAM di Roma

Roma, 12 gennaio 2022– Dopo la prima mostra dedicata al periodo figurativo e sacro presso la Camera dei Deputati, ancora in corso fino al 14 gennaio, due importanti iniziative consentiranno al pubblico di scoprire anche il periodo astratto di Camilian Demetrescu (Bușteni, 18 novembre 1924 – Gallese, 6 maggio 2012) pittore, scultore, scrittore e studioso di storia dell’arte romeno naturalizzato italiano. I diversi appuntamenti mettono dunque in luce i due momenti salienti dell’espressività artistica di questo interprete profondo dell’arte del XX secolo.

La retrospettiva è a cura di Cornelia Bujin, promossa da ICAS Intergruppo Parlamentare Cultura Arte e Sport, dall’Accademia di Romania in Roma e dall’Associazione culturale e spirituale Camilian Demetrescu, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma, con il patrocinio di Pontificio Consiglio della Cultura, organizzata da Civita Mostre e Musei con il supporto allestitivo della Fondazione Ludovico degli Uberti e il supporto logistico di Montenovi.

L’Accademia di Romania presenta circa 40 lavori tra serigrafie, disegni e sculture del periodo astratto realizzati negli anni settanta e ottanta del XX secolo.

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea esporrà in una sala dedicata, La Maschera di Zalmoxis, una grande scultura lignea presente con un’altra opera dell’artista, nella propria collezione ed eccezionalmente restaurata per l’occasione. L’opera, realizzata ed esposta alla Quadriennale d’Arte di Roma del 1977, da allora non è più stata presentata al pubblico costituendo per questo, importante e significativo momento della dimensione aperta, dinamica e accessibile in cui si pone la Galleria Nazionale nella fruizione e valorizzazione delle opere custodite.

Questi lavori testimoniano il tentativo di liberarsi dall’incubo del “realismo socialista”, come afferma l’artista stesso: Per guarire dall’incubo del cosiddetto realismo socialista, imposto dal regime comunista, che avevo subito per ventisei anni prima del mio esilio in Italia nel 1969, sono passato all’astrattismo. Ad un’arte però che non voleva girare le spalle alla Grande Tradizione, ma riscoprire, in termini moderni, gli archetipi e i miti della mia terra e delle mitologie mediterranee e d’oriente, la spiritualità e la visione del mondo monoteista e orfica dei Daci, miei antenati (C. Demetrescu, Diario).

Attraverso un astrattismo “simbolico”, Demetrescu riparte dagli archetipi della realtà “vera”, dalle forme primordiali della vita come le conchiglie e le geometrie della natura dove, l’ispirazione alla mitologia mediterranea e alle leggende della sua terra, si materializzano in grandi sculture in legno, modellate e plasmate secondo forme di una geometria non euclidea.

Fino al 14 gennaio è ancora possibile ammirare circa 30 opere tra dipinti e arazzi presso la sede della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina che mostrano invece la svolta artistica verso la pittura figurativa.

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