Disorder due atti unici di Neil LaBute

Disorder

due atti unici di Neil LaBute

traduzione di

Marcello Cotugno e Gianluca Ficca

con

Benedicta Boccoli

Claudio Botosso

regia di

Marcello Cotugno

aiuto regia

Arianna Cremona

BREVI NOTE

Neil LaBute, una delle voci più interessanti della nuova drammaturgia americana, ha una predilezione per le commedie brevi: “Una commedia breve è una stronza bastarda ed è davvero difficile da addomesticare. Come le pubblicità o i video musicali o i racconti brevi è una cosa molto più complicata di quello che sembra”.

Nonostante questo, con la stessa tempra dello scalatore che torna a cimentarsi con le vette più dure, LaBute scrive spesso atti brevi per il teatro. L’essenzialità e il rigore che sottende alla scrittura di questi brevi episodi teatrali costringe l’autore, secondo LaBute, ad essere disciplinato, a soppesare ogni parola, poiché, nella brevità del suo svolgimento, bisogna che ogni cosa veicoli e sintetizzi un significato preciso.

I due atti unici del 2007, Land of the Dead e Helkter Skelter, da noi riuniti in un unico spettacolo ribattezzato Disorder, non sono stati pensati dall’autore come parte di un’unica pièce, ma la presenza comune dell’elemento della gravidanza ne suggerisce l’accoppiata.

Nel primo, Land Of the Dead, due coniugi raccontano ad un interlocutore invisibile dell’aborto di lei. I monologhi di marito e moglie, rivolti verso la platea, rompono, come d’abitudine di LaBute, l’immaginario parete che separa gli attori dal loro pubblico, per chiamare direttamente in causa gli spettatori. Più che in una sala teatrale, abbiamo la sensazione di trovarci davanti a due uomini come noi che devono affrontare un problema: una gravidanza voluta/non voluta. L’uomo e la donna, presenti/assenti in scena, vivono il proprio racconto – che ha la forma ibrida tra prosa letteraria e teatro tipica del Literary Drama – in un crescendo di tensione da thriller psicologico.


Helter Skelter, il secondo atto unico, ha una struttura più classica. È, per dirla con le parole del drammaturgo, “un urlo primordiale”: LaBute trasforma infatti un innocuo incontro tra marito e moglie in un ristorante durante lo shopping natalizio in una tragedia ispirata per toni e crudezza a quelle dell’antica Grecia. L’infedeltà di lui scatenerà la furia della moglie in cinta che, non volendo limitarsi ad un civile atto di separazione, compirà un atto estremo davanti agli occhi terrorizzati del coniuge.


Entrambi i testi sono affidati, attraverso l’utilizzo di una regia in-visibile, all’interpretazione dei due attori: nel primo la rappresentazione della presenza/assenza in scena e l’abbattimento della quarta parete coinvolgono in una tensione condivisa gli interpreti e il pubblico, consentendo agli attori sulla scena di lasciarsi andare al loro crescendo emotivo; nel secondo, la relazione scenica più diretta suggerita dal dialogo tra gli attori veicola i temi euripidei del tradimento e della vendetta, convocando il pubblico a osservare, come testimone, le drammatiche contraddizioni nascoste sotto la coltre della normalità.

Marcello Cotugno

Le sere del 16, 17, 18 e il 19 dicembre ci sarà un brindisi

gentilmente offerto da Anna Fendi

Teatro Lo Spazio dal 16 al 19 dicembre 2021

Via Locri 43, Roma

informazioni e prenotazioni 339 775 9351 / 06 77204149 info@teatrolospazio.it

Dal giovedì al sabato ore 21; domenica ore 17

Biglietti: 15 euro – ridotto: 12 euro

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