Droga, set e setting Un classico della letteratura scientifica sull’uso di sostanze, finalmente in italiano

Droga, set e setting
Un classico della letteratura scientifica sull’uso di sostanze, finalmente in italiano

 

Mercoledì 23 ottobre, per Edizioni Gruppo Abele, esce per la prima volta in lingua italiana Droga, set e setting. Le basi del consumo controllato di sostanze psicoattive di Norman E. Zinberg, con traduzione di Susanna Ronconi. Un pilastro della letteratura scientifica sull’uso controllato delle droghe, divenuto testo di studio per tutti i professionisti del settore. Il volume italiano è accompagnato dall’introduzione di Grazia Zuffa e dalla postfazione di Stefano Vecchio e Susanna Ronconi.

Esistono modelli di uso controllato?

«Per capire come e perché alcuni consumatori perdessero il controllo avrei dovuto affrontare la questione cruciale di come e perché molti altri riuscissero ad avere un controllo e a mantenerlo». Norman Zinberg, pioniere degli studi sull’uso di sostanze, nel 1984 in Drug, set and setting rovescia la prospettiva e introduce un nuovo approccio allo studio del consumo di droghe: non tutti i modelli di consumo sono problematici e incontrollabili. Oltre l’addiction – la dipendenza psicofisica tanto radicata nell’immaginario collettivo – esiste una grande varietà di modelli di consumo controllato e non disfunzionale, tanto diffusi quanto invisibili: «proprio i consumatori non intensivi, che mantengono una rete di relazioni e di impegni sociali significativi, hanno tutto da guadagnare a tenere nascosto il loro comportamento illegale», spiega infatti Grazia Zuffa nell’introduzione. E proprio in un Paese come l’Italia, che ha sempre risposto alla diffusione del consumo di droghe con normative repressive, nasce dunque l’esigenza, a trent’anni di distanza, di un’edizione tradotta di questo testo di riferimento per chiunque si approcci allo studio dell’uso di sostanze psicoattive. Uno «sguardo multiplo» necessario a esplorare nuovi approcci di intervento e di studio, validi oggi come trent’anni fa. Una pietra miliare che non ha perso la sua portata rivoluzionaria.

Contro la condanna morale

Una critica al farmacocentrismo, che esalta le caratteristiche chimico-farmacologiche della sostanza trascurando le caratteristiche personali (il set) e quelle socio-ambientali (il setting). «Ricollocare il set e il setting al posto originario di basi della teoria dell’apprendimento sociale del controllo: ecco un motivo non banale per leggere o rileggere oggi il testo di Zinberg», ci dicono nella postazione Stefano Vecchio e Susanna Ronconi.

Perché il libro di Zinberg non è solo una ricerca pionieristica ma anche un contributo fondamentale per il lavoro quotidiano degli operatori che si occupano di droghe, che nel confronto con le basi del consumo controllato hanno sviluppato modelli di riduzione del danno. Lo sguardo posizionato dalla parte del setting dà infatti un impulso decisivo per orientare questi interventi verso la promozione di stili e modelli di consumo meno rischiosi. «È il contesto sociale, attraverso lo sviluppo di norme e rituali sociali, a portare sotto controllo l’uso di sostanze illegali». È questa l’idea chiave del testo di Zinberg. Contro ogni condanna morale aprioristica, una ricerca tutt’ora attuale per lo sviluppo di nuovi approcci etici, sociali e legislativi.

L’autore

Norman E. Zinberg è stato psichiatra e professore alla Harvard Medical School. Dopo anni di esperienza clinica nel campo dell’uso di droga, intraprende una serie di studi sui consumatori di eroina, marijuana, Lsd e altri psichedelici, con un modello di consumo non-dipendente. Su questa base, elabora una teoria dell’apprendimento sociale del “controllo” sui consumi. La sua opera principale è Drug, set, and setting (Yale University, 1984).

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