“Era una giornata di sole”

“Eugenio ama Susanne, e Susanne ama Eugenio. Ma questioni di classe e d’interesse, e soprattutto l’avidità umana, li dividono. Eugenio è dunque costretto a improvvisarsi marinaio. E questo è un pericolo, perché il rischio del naufragio incombe, visto che, dicono i marinai, quelli veri, “al cattivo marinaio capitano sempre venti contrari”. Per fortuna però, come ha scritto una volta Leonard Cohen, l’angelo custode che vigila, evocato eppure mai nominato, su questo romanzo (ed è grazie alla comune devozione per il poeta di Montreal, fra l’altro, che ho conosciuto Mariano Brustio), “tutti gli uomini sono marinai, finché il mare non libererà ognuno”.

Sarà infatti proprio il mare a insegnare a Eugenio il senso profondo della vita, facendo di lui un bravo marinaio. E un essere umano tenace, dolce e volitivo, capace non solo di coronare il sogno d’amore con Susanne, ma di contagiare col suo esempio e la sua fede una piccola comunità di cuori caldi e solidali, gente che alla crudeltà del destino contrappone la forza della solidarietà, alla vendetta il perdono, alla distruzione la pazienza di chi si rimbocca le maniche e ricostruisce.

Fra Genova e il Canada un lungo e delicato racconto di viaggio e di speranza scritto da un autore che crede nella compassione e si astiene da ogni frettoloso giudizio morale: perché, come dice Chepi, la sposa indiana di un rude boscaiolo del Québec, “Grande Spirito, preservami dal giudicare un uomo prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini”.

Giancarlo De Cataldo 

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