Da ex mattatoio a galleria d’arte contemporanea: il Plato Contemporary Art Gallery
Nella città ceca di Ostrava un ex mattatoio è stato trasformato nella Plato Contemporary Art Gallery grazie al progetto di KWK Promes, finalista del Czech Architecture Award 2023. A integrazione delle parti murarie esterne e nelle pavimentazioni interne è stato scelto Microtopping® Ideal Work®, per la sua finitura continua ed estremamente contemporanea.
La Plato Contemporary Art Gallery è il risultato del recupero di un ex macello di Ostrava, la terza metropoli industriale più grande della Repubblica Ceca. Fondata nel Medioevo, ma fiorita solo nel XIX secolo grazie ai settori minerario e metallurgico, allora in forte espansione, oggi la città si sta trasformando sempre più in un centro culturale, volto al recupero del passato in chiavi nuove. È quello che è accaduto al mattatoio del XIX secolo, un edificio che ha svolto la sua funzione originaria fino agli anni ’60, successivamente utilizzato come magazzino e autorimessa e che nel corso degli anni ha subito numerose modifiche architettoniche nonché crolli di alcune aree. Nel 2017 le autorità locali hanno indetto un concorso internazionale di progettazione per la modernizzazione del complesso e l’incarico è stato affidato allo studio polacco KWK Promes, che con questa realizzazione è arrivato finalista al Czech Architecture Award 2023.
Le pareti dell’ex mattatoio erano ormai fatiscenti, in molti punti danneggiate con molti fori, e i mattoni erano neri di fuliggine a testimonianza della storia industriale della città: questa è stata la base di partenza di KWK Promes, che invece di nascondere ha deciso di esporre le tracce del passato turbolento dell’edificio, preservando la caratteristica del mattone sporco e delle finestre e riempiendo i fori e gli elementi inesistenti con un materiale contemporaneo, il microcemento, e più precisamente Microtopping® Ideal Work®, che in soli tre millimetri di spessore, permette di rinnovare superfici esistenti su differenti supporti (calcestruzzo, autolivellante, ceramica, legno..) senza necessità di rimuoverle, ottenendo un effetto continuo e vellutato a contrasto con la graffiante estetica dei mattoni usurati; la grande lavorabilità e l’elevata capacità di adesione al supporto permettono inoltre l’applicazione su svariati materiali sia in orizzontale che in verticale.
L’ala sud è stata così integrata con un nuovo volume in cemento e le sei grandi aperture della vecchia struttura sono state riempite con ulteriori pannelli in cemento, decorati con una interpretazione astratta di dettagli storici, utilizzabili come porte rotanti, mentre le nuove vetrate presentano una serigrafia ceramica che le rende scure e opache, attenuando la luce all’interno.
L’idea principale che ha guidato il progetto si basa proprio sul mantenimento della funzionalità delle aperture come scorciatoie che collegano l’edificio alla città, attraverso la rotazione dei nuovi tamponamenti in cemento che aprono così le aree espositive verso l’esterno: un pensiero vincente che concede ad artisti e curatori possibilità espositive molto originali e all’arte di aprirsi ed essere accessibile a tutti.
Nella progettazione dell’edificio, KWK Promes ha curato anche le aree esterne risanando e sostituendo il pavimento in cemento preesistente con un parco di biodiversità con pavimenti permeabili all’acqua, prati fioriti e bacini di ritenzione, per sensibilizzare anche sulle questioni ambientali, sempre più centrali nella vita di tutti.