Il ricco cartellone di FTT-Fertili Terreni Teatro propone un appuntamento dedicato al maglio della drammaturgia contemporanea:
In scena a bellARTE dal 22 al 24 marzo SENZA FAMIGLIA, spettacolo finalista al Premio Scenario 2017, testo di Magdalena Barile, regia di Marco Lorenzi, con Christian Di Filippo, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Alba Maria Porto, Angelo Maria Tronca, nuova produzione della compagnia Il Mulino di Amleto realizzata con ACTI Teatri Indipendenti, con la collaborazione produttiva di Campo Teatrale e il supporto di Residenza IDRA nell’ambito del progetto CURA 2018 e con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro). SENZA FAMIGLIA è una creazione folle e imprevedibile che fa pensare a un
Natale in casa Cupiello del 2000. Una famiglia, cinque personaggi in relazione, tra conflitti e impossibilità di esprimersi con affetto. La cattiveria e la spietatezza con cui si raccontano certe dinamiche familiari sono memorabili, affascinanti ed esasperate. Mettono in luce il tema della responsabilità e dell’eredità che ci tramandiamo di generazione in generazione, in un dialogo impossibile che mai c’è stato e mai ci sarà. Resta il fallimento storico di una vecchia donna (come una vecchia generazione), che si trasforma in senso di colpa per ciò che lascia dopo di sé. In tutto questo nero e buio ci sarà forse un lampo, un segno, uno stimolo alla ricostruzione? In scena una mamma, un marito, due figli, e una nonna che ha fatto gli anni’70 e che risorge per convincere la figlia a cambiare vita. Questi i protagonisti di una parabola dark che diventano il pretesto per interrogarci sull’eredità che ci è stata lasciata dai nostri “padri”. A partire da un racconto spietato, esasperato e memorabile dei rapporti familiari, SENZA FAMIGLIA narra la storia di un’educazione politica e sentimentale tra generazioni destinata a un grottesco fallimento. NOTE DI REGIA ‹‹Quando abbiamo cominciato a creare su “Senza Famiglia” di Magdalena Barile, pensavo di trovarmi alle prese con uno spettacolo che avrebbe parlato in modo originale e divertente della buona vecchia istituzione della famiglia italiana. Invece non solo mi ero sbagliato, ma ho proprio cambiato la mia prospettiva…È vero che “Senza Famiglia” parla di una nonna che “ha fatto gli anni’70” e che risorge per convincere sua figlia a cambiare vita, è vero anche che “Senza Famiglia” è la storia di una educazione politica e sentimentale tra generazioni destinata ad un grottesco fallimento, ma non ci siamo fermati qui. Grazie al cortocircuito tra le parole di Magdalena e il nostro lavoro in sala prove, il nostro “Senza Famiglia” è …Padri e madri, figlie e figli, è un horror psicologico, è una domanda, è la difficoltà (o l’impossibilità) della trasmissione di un’esperienza, è una commedia, è una tragedia, è Biancaneve che prepara una torta avvelenata, è David Lynch, è un funerale, è la crisi di un’epoca, è il funerale di un’epoca, è il rumore del mare, uccelli morti ora che il nido è vuoto, ed è una donna sola, con gli occhi chiusi che dice “io non sono qui”››. Marco Lorenzi NOTE DI DRAMMATURGIA ‹‹I primi maestri, buoni o cattivi, sono i nostri genitori. A loro il compito di guidare i primi pensieri, di stabilire per noi cos’è bene, cos’è male. Contestare questi insegnamenti è parte di ogni maturazione: ogni rivoluzione comincia in famiglia. “Senza Famiglia” è la storia tragicomica di una madre, femminista e nostalgica degli anni ‘70, che fuori tempo massimo decide di recuperare il rapporto con la figlia casalinga sottomessa al marito, già madre a sua volta di due figli adulti ma irrisolti. Asserragliate in una vecchia casa al mare, la donna costringerà la figlia a seguire un corso accelerato di emancipazione, anarchia e trasgressione. Gli insegnamenti, mal compresi e non digeriti, finiranno per avere effetti nefasti sull’equilibrio del gruppo familiare. “Senza Famiglia” racconta di come i sogni dei padri e delle madri cadano come macigni sulle teste dei figli, mentre la comunicazione fra le generazioni sia costellata da equivoci e disastri. Fra voglia di approvazione e voglia di ribellione, i passaggi di consegne fra genitori e figli si trasformano in un tritacarne›› Magdalena Barile
BIO – IL MULINO DI AMLETO, nata nel 2009 da giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, è considerata una delle più importanti compagnie under 35 del Piemonte. Nel corso degli anni la Compagnia si è saputa distinguere per produzioni molto diverse tra loro, spesso riletture di testi noti e altri meno noti, in cui centrale rimane sempre il lavoro d’attore e di regia e il piacere, ogni volta, di intraprendere sfide drammaturgiche nuove e stimolanti. Gli spettacoli, diretti da Marco Lorenzi, sono stati portati in tutta Italia ma hanno raggiunto anche la Cina e la Svizzera. Gl’Innamorati di Goldoni, co-prodotto dal Teatro Stabile di Torino, dal 2014 ha totalizzato più di 70 date in Italia e all’estero. La collaborazione con il Teatro Stabile ha portato alla produzione nel 2015 della Cenerentola per le scuole, de L’albergo del libero scambio da G. Feydeau con la riscrittura di Davide Carnevali e di Romeo e Giulietta nel 2018. Sempre del 2015 è la prima partecipazione al Festival delle Colline Torinesi con M. – Una scanzonata tragedia postcapitalistica da B. Brecht. Nel 2016 partecipa per la prima volta al festival GIOCATEATRO di Torino con Giardinetti, il suo primo spettacolo di teatro ragazzi. Il Misantropo di Molière. Una commedia sulla tragedia di vivere insieme è realizzato nel 2017 grazie alla collaborazione con il centro di produzione La Corte Ospitale, nell’ambito di un progetto residenziale ed è vincitore del premio del pubblico nell’ambito del bando Theatrical Mass di Campo Teatrale tra 407 candidature ricevute. Nell’estate dello stesso anno la compagnia è tra i 15 finalisti del Premio Scenario 2017 con il progetto Senza Famiglia di Magdalena Barile. Nel 2017 debutta anche Ruy Blas. Quattro quadri sull’identità e sul coraggio, adattamento dell’opera Ruy Blas di Victor Hugo. Lo spettacolo, co-prodotto con TPE – Teatro Piemonte Europa, ha vinto il bando SIAE Sillumina Nuove Opere – Copia privata per i giovani, per la cultura. Nel 2018 al Festival delle Colline Torinesi debutta Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove, riscrittura della prima opera di Anton Cechov, vincitore del Last Seen 2018 di KLP. Lo spettacolo è una produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, TPE – Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea, realizzato con il sostegno di La Corte Ospitale-Progetto Residenziale 2018, in collaborazione con Viartisti per la residenza al Parco Culturale Le Serre. Nel 2019 debutta Senza Famiglia.
Fertili Terreni Teatro, il progetto di Acti Teatri Indipendenti, Cubo Teatro, Tedacà, Il Mulino di Amleto dedicato alla drammaturgia contemporanea e al teatro di innovazione presenta:
22 marzo h 21 23 marzo h 21 24 marzo h 19 bellARTE via Bellardi 116 SENZA FAMIGLIA Il Mulino di Amlet
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Biglietti FTT
12 euro intero
10 euro ridotto (universitari, under 30, over 65, residenti delle circoscrizioni 7 e 4, ARCI, AIACE, Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, Touring Club, Carta Stabile, Tessera AIACE, Tessera Tosca, Abbonati alle stagioni a cura della Fondazione Piemonte dal Vivo, Abbonati al Teatro Piemonte Europa, Abbonati al Teatro Stabile di Torino). bellARTE: 011.7727867 – 320.6990599 -info@tedaca.it Cubo Teatro: 3923756053 – prenotazioni@cuboteatro.it
ACTI Teatri Indipendenti: 0115217099 – 3313910441 info@teatriindipendenti.org
Tanti spettacoli, tante formule di abbonamento! Abbonamento Fertili Terreni: 6 ingressi (2 a scelta a San Pietro in Vincoli Zona Teatro, 2 a scelta al teatro bellARTE, 2 a scelta al Cubo Teatro – Abbonamento non nominale. Si possono utilizzare fino a 2 ingressi per lo stesso spettacolo) € 48 Abbonamento Tris di Storie: 3 ingressi (a scelta su tutta la programmazione – Abbonamento nominale) € 26 Abbonamento Under 30: 4 ingressi (a scelta su tutta la programmazione – Abbonamento nominale) € 30
——- La stagione teatrale di FERTILI TERRENI TEATRO è sostenuta dall’unione della programmazione di Acti Teatri Indipendenti, Cubo Teatro, Tedacà e Il Mulino di Amleto. I tre teatri coinvolti (bellARTE, Cubo Teatro e San Pietro in Vincoli Zona Teatro) che idealmente tracciano un filo rosso che attraversa e lega tre zone periferiche della città, delineano un nuovo “spazio” culturale e di creatività. Un luogo fisico e di azione dove il pubblico potrà muoversi con un unico abbonamento scegliendo tra una proposta di 53 spettacoli e un totale di 116 repliche, ma anche uno “spazio” di innovazione creativa dove si potranno trovare nuove visioni, prospettive e linguaggi che raccontano o rappresentano il vivere contemporaneo. La scelta è di proporre opere di alto livello legate alla nuova drammaturgia o all’innovazione in aree periferie perché crediamo possano essere o diventare un vero e proprio laboratorio, motore di nuovi processi artistici fortemente legati alla comunicazione con il pubblico e all’impatto sociale del teatro sul territorio. Lo “spazio” che si desidera costruire all’interno della città è un luogo di dialogo, di scambio, di stimolo: un “fertile terreno” da coltivare per far crescere nuove risorse culturali e artistiche. Nei tre teatri si potranno incontrare artisti di grande levatura nazionale, ma anche giovani promesse in una dimensione di vicinanza che genera un ambiente e una cifra comunicativa immediata e diretta. L’innovazione non può prescindere dalla costruzione di un “ambiente creativo” a cui partecipano attori, registi, scenografi e collaboratori e che tale ambiente
non è solo riferito alle produzioni delle compagnie, ma anche al modo di concepire l’accoglienza di altri spettacoli e del pubblico. I 53 spettacoli in programma nella rassegna sono 53 prospettive di un teatro desideroso di confrontarsi con il nostro tempo, attingendo a piene mani a storie, tematiche e desideri. 53 volte l’incontro con artisti che non hanno paura di immergersi, sporcarsi le mani, affogare e che nel riemergere restituiscono una prospettiva.