La manifestazione si è svolta il 12 e 13 ottobre a Potenza presso l’Università degli Studi di Basilicata, ospitando nomi autorevoli del mondo culturale e accademico
POTENZA – L’associazione culturale Liberascienza traccia un bilancio della terza edizione del Festival della Divulgazione, la manifestazione promossa con l’obiettivo di connettere la società a coloro che generano cultura e conoscenza, che si è svolta il 12 e 13 ottobre scorsi a Potenza, presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Il direttore artistico Vania Cauzillo sottolinea gli aspetti positivi dell’edizione appena conclusa: «Il festival si è rivelato ancora una volta un appuntamento importante per riflettere su temi di stretta attualità e di fondamentale rilevanza in termini culturali e sociali. Lo ha fatto come sempre con un approccio scientifico, ma al tempo stesso accessibile, basato sul dialogo con ospiti che tali temi li hanno affrontati nella loro attività di ricerca, generando nuove idee e nuovi opinioni. La risposta del pubblico anche quest’anno ha confermato in maniera trasversale la fiducia nella nostra proposta culturale. Quando la ricerca viene raccontata bene, la parola divulgazione trova il suo obiettivo principale, ovvero quello di rendere accessibile la conoscenza. Questo è reso possibile grazie al lavoro di professionisti e ricercatori che credono fortemente nella divulgazione e che non rinunciano a dare il proprio fondamentale contributo alla causa del festival, anche quando il loro percorso professionale li porta lontano dalla Basilicata.»
«Incontri e approfondimenti – spiega il direttore generale Pierluigi Argoneto – sono stati incentrati sull’argomento “La forma del domani. Democrazia e nuovi paesaggi”, per discutere sulla capacità dei cittadini di costruire gli scenari futuri della società. Con l’avvocato Luca Simonetti e con il professor Gilberto Corbellini abbiamo esaminato opportunità e rischi della democrazia partecipata. In particolare Simonetti ci ha parlato dei rapporti tra diritto e scienza e del ruolo che spesso l’opinione pubblica ha nell’influenzare le decisioni giuridiche a danno della verità scientifica. Grazie all’intervento del professor Corbellini, invece, abbiamo analizzato il legame tra cultura scientifica e democrazia, scoprendo come la libertà della ricerca e le regole partecipative che caratterizzano la comunità scientifica sono le stesse che ritroviamo nella partecipazione dei cittadini alla società. In un periodo in cui la democrazia viene legata banalmente alla possibilità di esprimere opinioni su tutto, ragionare di questi temi in termini strategici è quantomai importante.»
Riguardo alla riflessione sui nuovi paesaggi, il direttore organizzativo Mara Salvatore sintetizza: «Abbiamo parlato di paesaggio mettendo al centro le persone, per far comprendere la necessità del coinvolgimento dei cittadini nel momento in cui si prendono delle decisioni che danno forma ai luoghi. Abbiamo, inoltre, cercato di trasferire due contenuti importanti, uno riguardante il metodo con cui si può attraversare e conoscere il paesaggio, ovvero la flânerie, grazie all’intervento del professor Giampaolo Nuvolati, l’altro individuando, con il professor Armando Sichenze, gli elementi di valore racchiusi nel paesaggio, che spesso risultano nascosti e clandestini. Il paesaggio è stato raccontato anche attraverso uno spettacolo di teatro divulgativo, che ha coinvolto grandi e più piccoli, sulla storia della farfalla Bramea, che si riproduce esclusivamente nel Vulture da milioni di anni. Per farlo abbiamo riflettuto su come il connubio tra arte e scienza sia funzionale a far conoscere ad un pubblico ampio contenuti normalmente di difficile accesso.»