FIRENZE 2014 – Un anno ad arte

untitledLa vivacità delle ricerche e la qualità dei risultati che si conseguono nei musei del Polo Museale Fiorentino, in un’attività che non conosce soste e che consente lo sviluppo di più progetti espositivi in contemporanea, si manifestano pienamente nel programma espositivo “Firenze 2014 Un anno ad arte”, giunto all’ottava edizione come un gradito e ricorrente appuntamento con i visitatori. E piace credere che i visitatori apprezzino le mostre che ampliano e rinnovano l’offerta museale permanente, visto il trend complessivamente positivo dell’affluenza.

Con entusiasmo e con coraggio i partner tradizionali, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Firenze Musei, pur a fronte della generale contrazione delle risorse destinate alla cultura affiancano il Polo museale in un’impresa impegnativa, qual è quella che si preannuncia: organizzare nove mostre nell’arco dell’anno. La stessa fiducia mostrano gli editori dell’ATI concessionaria, Giunti e Sillabe, che mantengono il medesimo alto livello nel pubblicare i cataloghi.

Come e più che in passato, la serie delle mostre vede chiamati a sostenere impegni ingenti i massimi musei, le Gallerie degli Uffizi, dell’Accademia e Palatina, ognuno dei quali assumerà gli onori e gli oneri di due mostre. In linea generale, si tratta di mostre che sviluppano ed ampliano temi e vocazioni delle raccolte, valorizzando il patrimonio permanente con opportune integrazioni e accostamenti, all’insegna di una varietà che ad ogni edizione spazia lungo le coordinate della storia e della geografia. L’esordio sarà singolare: una rassegna di opere cartacee – documenti e libri – che in virtù dei prestiti generosamente concessi dai colleghi di archivi e biblioteche di Firenze renderanno visibili picchi altissimi della storia e della cultura, noti agli addetti ai lavori e a pochi altri, evocando nel contempo il nobile fantasma della Biblioteca Palatina in Palazzo Pitti. La Sala Bianca ospiterà poi la prima mostra monografica completa di Jacopo Ligozzi, cui il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi affiancherà una selezione di tavole miniate dall’artista veronese, dove attraverso l’illustrazione botanica sono raggiunti vertici di ineguagliata bellezza. Da un’altra regione e da un altro ambito culturale proviene – grazie alla signora Bianca Maria e alla famiglia – una selezione della collezione del Maestro Molinari Pradelli, che riecheggia i motivi del Seicento fiorentino nelle nuove sale or ora aperte negli Uffizi; quella che seguirà, sarà la prima grande mostra dedicata alla pittura del “naturalismo” fiorentino tra l’estremo XVI e il XVII secolo, attitudine mentale e spirituale prima ancora che artistica, in cerca di un perimetro e di un nome. Nel frattempo la Galleria dell’Accademia (in partenariato con il Museo Nazionale della Fotografia Alinari) avrà reso omaggio a Michelangelo Buonarroti nel 450° anno della morte, con una mostra dedicata alle immagini potenti e universalmente diffuse dell’arte e specialmente della statuaria del sommo artista, dalla pittura di storia alla fotografia contemporanea. Una mostra sul collezionismo dei “Primitivi” toccherà poi un’altra grande area artistica presente nella Galleria, con la pittura del Tre e del Quattrocento. Altri tre musei sono protagonisti delle mostre restanti. Nel Museo degli Argenti saranno valorizzati i magnifici reliquiari medicei, con una speciale attenzione per l’identificazione di  reliquie di Santi oggi poco noti o dimenticati, e tuttavia importanti nella devozione sei-settecentesca. Il Museo Nazionale del Bargello proporrà la prima mostra mai dedicata a Baccio Bandinelli, non solo dotato scultore (ed eterno rivale di Michelangelo), ma anche disegnatore e formatore di giovani attraverso una sua precoce “accademia”. La Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, infine, ricorderà il centenario della sua fondazione proponendo una prova di allestimento per le collezioni del Novecento (attualmente non esposte) e rielaborando il percorso per valorizzare entro le proprie raccolte il nucleo fortemente identitario dei Macchiaioli. Mentre un criterio di equa distribuzione situa le mostre in luoghi d’eccellenza di qua e di là d’Arno, altrettanto equilibrata varietà si ritrova nella cronologia, che va dai “Primitivi” al Novecento, e nella tipologia, che annovera le creazioni delle arti “maggiori” figlie dirette del padre Disegno – per dirla in termini accademici – ma anche manoscritti, libri, fotografie, suppellettili sacre e molti altri generi di testimonianze, in un composto che è riprova dell’unità del sapere e della trasversalità dell’espressione artistica, in cerca della bellezza.

di Cristina Acidini

Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

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