Francesco Guadagnuolo presenta il Progetto “EmergenzaRossa del Global-Art-Cultura-Coronavirus”
Dopo la comparsa in Cina del Coronavirus e il breve tempo che ha trascorso per l’arrivo in Italia e nel mondo, si è riversato un senso di angoscia e turbamento nei popoli. Sarà legittimo riflettere, non solo sui vari ostacoli e conseguenze che il virus sta portando in tutti i campi socio-economici, ma anche sulla civiltà dell’arte e della cultura e come tali situazioni dovranno essere agevolate con vari interventi di natura intellettuale.
L’artista Francesco Guadagnuolo, riconosciuto a livello internazionale con prestigiose mostre Istituzionali nel mondo, opera tra Roma Parigi e New York, da sempre sensibile alla Pace nel mondo per questo è stato insignito nel 2010 dal titolo di Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite, presenta il Progetto “EmergenzaRossa del Global-Art-Cultura-Coronavirus” per affrontare, dal punto di vista artistico-culturale, il Covid-19 e crisi connesse.
Un‘occasione eccezionale per riflettere sul significato di arte e come intendere la cultura. L’effetto Coronavirus ha investito tutte le componenti culturali influenzando anche la capacità dell’osservazione dell’opera d’arte, non più in modo distratta dal pubblico quando andiamo a visitare le mostre, ma quando siamo nel nostro privato, ha cambiato il modo di osservare l’arte attraverso le mostre virtuali scaturite nel tempo Coronavirus. Abbiamo visto positivamente che spesso ci facciamo domande, com’è nata quell’opera, perché l’artista ha avuto quell’ispirazione e qual è la funzione all’interno di un progetto?
“Global-Art-Cultura-Coronavirus”, infatti, è inteso come spazio culturale all’interno delle nostre case e aperto alle attività culturali nel mondo, questo ci fa capire come l’arte diventa in un certo modo salvazione, per non sentirsi soli, per non sentirsi sopraffatti dalla paura e attraverso l’arte, emergono persino i valori di solidarietà tra i popoli.
Se volessimo analizzare il momento difficile che stiamo vivendo, ci accorgiamo che l’arte non è immune sui temi delle pandemie mondiali che popoli, in passato, hanno avuto la sventura di subire. L’Europa è stata segnata dalla peste tra il XIV e la fine del XVII secolo. Tanti artisti sono morti, altri si sono salvati come Tintoretto che provò a impegnarsi con progetti artistici nella Scuola Grande a Venezia dedicandola a San Rocco protettore della peste.
Nel 1898 Arnold Bocklin, realizza l’opera “Peste” con la morte che cavalca una creatura alata che vola per le strade e miete morte.
Nel 1919 Edvard Munch, realizza l’“Autoritratto dopo l’influenza Spagnola” perché sopravvissuto alla malattia che l’aveva colto, cerca di descriverla.
Nel 1989 Keith Haring, dipinge un poster “Ignoranza-Paura” sull’epidemia dell’AIDS che ha colpito il mondo. Harring concepì il poster dopo che gli era apparsa la malattia. Tre silhouette eloquenti per la comunicazione: non vedo, non sento, non parlo. Come voler dire che si stava trascurando la grave malattia che poteva portare alla morte.
L’arte fa parte del vissuto della vita e ce l’hanno dimostrato artisti che hanno rappresentato la paura e la morte delle epidemie passate.
Nel 2020 Francesco Guadagnuolo realizza una serie di opere tutte ispirate al Covid-19 servendosi dell’arte come strumento di salvazione. Se è vero che l’arte testimonia la vita, è proprio in questo tempo che ci si sente più attratti alla vita. E se c’è un linguaggio d’arte che può tradurre questa condizione preoccupante, Guadagnuolo lo fa in forma rivelativa, facendo vedere proprio la paura, per mettere in guardia dai reali pericoli cui si potrebbe andare incontro.
Inutile dire il COVID-19 incute paura e l’arte diventa una forma di rifugio per esorcizzarla, Guadagnuolo fa sentire uno stato d’animo, e lo fa attraverso l’immagine d’arte, un modo migliore per controbattere la paura e lo smarrimento globale che stiamo vivendo. Proprio per questa tipologia di nuove opere, sin dal 1995 il critico e storico dell’arte Antonio Gasbarrini aveva scelto la definizione di Transrealismo. Tali opere sono interpretate come simbolo di ciò che non è visibile dall’esterno ma dall’interno del corpo. Guadagnuolo è il primo artista che ha affrontato in arte il Coronavirus, infatti, la prima opera scultorea presentata il 02-02-2020 giorno cui è stato isolato il virus da parte delle tre scienziate italiane dello Spallanzani, si tratta di un cranio coronato di particolari forme a punta che circondano le particelle virali.
Nell’opera dedicata al Dottor Li Wenliang notiamo un modo nuovo nell’affrontare la ritrattistica; sia nel segno-pittorico, sia nella pennellata fresca e fluida. L’opera vive di segno e di forma nell’unità intellettuale, osservando il ritratto di Guadagnuolo sul Dottore Li Wenliang ciò che colpisce, alla mente dell’osservatore, è come se si volesse approfondire la sua capacità di essere un medico valente che tutti vorremo incontrare che purtroppo è stato ostacolato dal governo cinese quando aveva scoperto il nuovo virus.
La scultura dal titolo: “Il Volto della paura” di Guadagnuolo esprime la condizione umana impaurita davanti alla recente pandemia e la impiega con un’espressione umana straordinaria. La mascherina di protezione che indossa rappresenta il suo segno visivo in un contesto d’inquietudine e di affanno. È così che
l’artista ha visto la personificazione della donna infettata dal virus, il sintomo ben visibile nel volto, manifesta tutta la fragilità umana che interpreta la cognizione psicologica e impersona la paura, con una ricerca coloristica dominata dal blu.
Un’altra opera di Guadagnuolo rappresenta una donna morta da Coronavirus, protetta da un velo, che aderendo lascia scorgere le fattezze del volto per svelare la sua accessibilità nella misteriosa e dolorosa visione. Il velo svela la morte e il suo silenzioso dramma, ella sembra volerci raccontare la sua vita. Colpisce, di questa donna, la morte subita, nonostante il vivo colorito del volto non ancora cadaverico. Guadagnuolo riesce a far vedere la natura umana in modo reale e il senso della carne dal passaggio della malattia alla morte, ma più in verità il senso transreale di tale passaggio. L’artista con questa installazione presenta la vulnerabilità umana nella storia, in un nuovo esistenzialismo transreale che lega spazio-tempo tra passato, presente e futuro.
Invece nell’opera ripresa da una foto scattata all’Ospedale di Cremona, rappresenta un’infermiera spossata, distesa in un momento di pausa con la testa chinata su un tavolo da lavoro dinanzi al computer. L’intervallo, doveroso, per riprendere un pò di forza necessaria per ripresentarsi ai suoi pazienti ed affrontare il Coronavirus. Il dipinto è diventato simbolo di forza per tutti coloro che soccorrono le migliaia di pazienti infettati in tutta Italia.
Ed è quest’arte che è in grado di varcare i confini del tempo-spazio e portarci nei misteri dello spirito dell’uomo, svelarne le cavità più sottintese, pur nella sua precarietà ed aleatorietà, sembra condurci a questa visione l’opera di Guadagnuolo.
Sono già tanti che hanno aderito al progetto “Global-Art-Cultura-Coronavirus” di quasi tutte le categorie: intellettuali, medici, artisti, critici, docenti, architetti, avvocati e così via.
Questo è l’elemento di forza del Progetto di “EmergenzaRossa” perché arte e cultura diventano rappresentazione della realtà, questo incorporarsi l’uno con l’altro ha un obiettivo sociale: “Salvare l’uomo”. Questo succede quando una moltitudine di uomini e donne si raccolgono attorno ad un pensiero per avviare un’insolita visione del mondo (per questo di emergenza), applicandola alla realtà sotto lo studio estetico, morale e politico. Il Progetto è una dimostrazione trasversale nel quale si esamina la condizione della realtà, in questo caso gli effetti del Coronavirus. Si attuano organizzazioni e azioni contro tutto ciò che risulta impreciso e insufficiente, poi si promuove con nuove azioni per essere indirizzate a chi di dovere, attraverso opere d’arte opportune elaborate per centrare l’obiettivo, cioè quello di combattere le crisi che provengono dal Coronavirus: di natura piscologica, politica, economica, responsabilità di terzi, ecc. Portando così il Progetto “Global-Art-Cultura-Coronavirus” a recepire tutti i bisogni dei mutamenti della nostra vita che, passato il virus, non sarà più come prima. Questo porta a fondare un nuovo mondo espressivo, attorno al quale possono confluire professionisti dal valore umano che si riconoscono nel pensiero di Guadagnuolo, fondatore del Progetto. Naturalmente il Progetto è aperto a tutti coloro che amano l’arte e la cultura. (www.guadagnuolo.it – Facebook: Francesco Guadagnuolo).