A Genova riapre Palazzo Rosso, una delle collezioni museali più importanti della città
Dopo gli importanti interventi di adeguamento, il 7 giugno 2022 riaprono alla fruizione del pubblico le collezioni conservate a Palazzo Rosso, inserite all’interno del percorso museale dei Musei di Strada Nuova, insieme con Palazzo Bianco e Palazzo Tursi.
Per la seicentesca residenza dei Brignole-Sale, che chiude la maestosa infilata di palazzi affacciati su Via Garibaldi, patrimonio dell’UNESCO dal 2006, erano necessari importanti interventi di adeguamento impiantistico e strutturale, ora terminati: le sale di uno tra i più importanti e visitati musei della città saranno dotate – dunque – di impianti all’altezza delle nuove necessità tecnologiche delle esposizioni.
I lavori, che hanno adeguato la struttura ai vigenti standard di qualità e sicurezza, sono iniziati alla fine del 2019 e sono stati finanziati grazie al “Patto per Genova” L’amministrazione comunale ha coperto gli interventi per il rifacimento di parte dei serramenti, il restauro di arredi monumentali e la realizzazione di alcuni tendaggi, mentre la Fondazione Compagnia di San Paolo ha sostenuto, nell’ambito del Protocollo Quadro 2019-20 tra Compagnia e Comune di Genova, il restauro della facciata di Palazzo Rosso, la Sala d’Autunno, la Loggia delle rovine e ricompreso nell’intervento anche i giardini, con l’obiettivo di una completa riapertura dell’emergenza architettonica, rendendone la visita più attrattiva, interessante e ricca.
Dal 2000 il Comune di Genova e la Fondazione Compagnia di San Paolo hanno intrapreso un ambizioso progetto di riqualificazione e valorizzazione di quello che è diventato uno dei più importanti distretti museali del capoluogo ligure, l’antica e spettacolare Strada Nuova, attuale via Garibaldi, in piena coerenza con l’ Obiettivo Cultura della Fondazione che si impegna a preservare e conservare il patrimonio architettonico e artistico, nella convinzione che rappresenti una risorsa fondamentale del territorio e che meriti non solo grande attenzione, ma anche politiche di investimento di medio e lungo periodo.
I lavori presentati in data odierna e relativi a Palazzo Rosso hanno riguardato l’ammodernamento tecnologico e la messa a norma degli impianti (idraulici, meccanici, elettrici e speciali), con adeguamenti necessari per l’utilizzo delle reti informatiche che nei musei moderni permettono di offrire esperienze di visita del tutto differenti rispetto al passato.
Per la nuova progettazione degli impianti è stata dedicata particolare attenzione a trovare – d’intesa con la Soprintendenza – soluzioni che non danneggiassero l’apparato decorativo parietale del secondo piano nobile (l’unico affrescato) e i pavimenti di marmo. Il progetto aveva come finalità il ripristino degli impianti nel rispetto assoluto delle caratteristiche storiche del complesso e degli interventi eseguiti negli anni ‘50 ad opera dell’architetto Franco Albini. Sono stati inoltre filologicamente sostituiti gli allestimenti in tessuto.
Accanto agli interventi impiantistici e tecnologici, sono state realizzate due importantissime operazioni conservative: è stata restaurata la Sala della Grotta del secondo piano ammezzato con la sua “alcova”, uno straordinario ambiente privato, che rappresenta un vero e proprio unicum fra gli interni dei palazzi genovesi e che viene aperto al pubblico per la prima volta (v. approfondimento più sotto).
Restaurata anche la volta della Sala della Primavera affrescata da Gregorio De Ferrari, un autentico capolavoro della grande decorazione genovese barocca.
Le delicate operazioni di smontaggio per far posto ai cantieri non sono state comunque “integrali”. Nel periodo di chiusura infatti una parte delle collezioni del “Rosso” è stata in ogni caso visibile a genovesi e turisti: nelle sale affacciate sul giardino di Palazzo Bianco, per tutto il periodo dei lavori, sono stati esposti i grandi capolavori della collezione di Palazzo Rosso: dalla tavola di Palma il Vecchio con la Sacra Conversazione, all’olio su rame di Ludovico Carracci, alle celebri tele di Giovan Francesco Barbieri detto Guercino – la Cleopatra e il Dio Padre con angioletto – e Guido Reni – il San Sebastiano. E poi un prezioso rame di Orazio Gentileschi, la tela con Clorinda libera Olindo e Sofronia dal rogo di Mattia Preti, il Ritratto di Geronima Brignole-Sale con la figlia Aurelia di Anton Van Dyck, e altri.
Le opere tornano ora nella loro collocazione lungo il percorso espositivo dei due piani nobili di Palazzo Rosso, ad eccezione di quelle in prestito alle Scuderie del Quirinale dove rappresentano la città, insieme a tanti altri capolavori genovesi, alla grande mostra “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco”.