GIO EVAN – JOSEPH BEUYS

Il nuovo singolo dell’eclettico Gio Evan è una “mostra d’arte contemporanea”

Ancora una volta il poeta Gio Evan racconta il suo essere un artista a tutto tondo con un inno all’arte e ai suoi esponenti più importanti degli ultimi cento anni

Joseph Beuys, uscito lo scorso 11 ottobre, è l’ultimo singolo di Gio Evan e fa parte del suo disco d’esordio, Biglietto di Solo Ritorno. Alle porte del nuovo tour che partirà il 10 novembre da Bruxelles e toccherà tutta Italia, il poeta e performer Gio Evan ha rilasciato un singolo dedicato a Bologna. La città, cara all’artista, diventa lo sfondo di una moderna Frida Kahlo che, in bicicletta, tra gallerie d’arte e artisti di strada, si gode l’atmosfera di una città che con l’arte va da sempre a braccetto; una città che ospita mostre da tutto il mondo e strizza l’occhio ai giovani artisti in cerca di fortuna. Ed allora per Gio Evan diventa la protagonista di una canzone che è un inno all’arte contemporanea e ai suoi rappresentanti che più lo hanno influenzato: dallo sciamanesimo di Beuys, le proteste di Basquiat e Blu, fino alle performance di Marina Abramović, tutti disegnati con perfette pennellate dalle parole del poeta.

Ma chi era Joseph Beuys?

Joseph Beuys è stato un pittore, scultore e performance artist tedesco attivo nella seconda metà del Novecento. Fondatore del primo partito ecologista tedesco, caro ad Andy Warhol, Beuys è considerato l’artista sciamano per eccellenza. Durante il processo artistico, il suo corpo assumeva funzioni salvifiche e ritualistiche.

Nel testo Gio Evan, battezzato così da uno sciamano argentino durante un viaggio in bicicletta per il sud America, dice “Vorrei non avere in testa il coyote di Beuys”, riferendosi a una performance del 1974, I Like America and America Likes Me: Joseph Beuys si fece portare alla alla Rene Block Gallery in ambulanza avvolto in una coperta di feltro e si fece rinchiudere in una gabbia con un coyote, che per i nativi americani era il tramite tra il mondo spirituale e quello animale. Il coyote, sul punto di estinguersi, è metafora del desiderio umano di dominio sulla natura.

“E l’uovo è di forma perfetta / benché sia uscito dal culo” Questa è una citazione di Bruno Munari che ai puristi del design disse che l’arte perde di significato se si cerca di dargliene uno. Una risposta ironica e provocatoria, un po’ come la sua arte e le sue sedie. Bruno Munari è stato un progettista e designer che nel 1945 inventa una sedia (“Mi piaccion le sedie Munari”), metafora della società a moderna sempre di fretta: una sedia su cui sedersi per tempi brevissimi, con una seduta inclinata a 45° che obbliga l’ospite a non fermarsi, a non godersi nessun momento di calma.

“Fermarsi all’Autogrill / E pensare un po’ a Duchamp” La Fontana di Duchamp (1917) fu una rivoluzione. L’arte diventava arte in quanto dichiarazione d’intenti di un’artista, non seguendo canoni e linee guida estetiche dettate dalle correnti. In quel modo un oggetto di uso comune, un semplice orinatoio, uguale a mille altri negli autogrill di tutto il mondo, diventa arte solo perché in un museo. Marcel Duchamp fu animatore del dadaismo, del surrealismo e dell’arte concettuale, ideando anche il ready-made, di cui La Fontana è simbolo perfetto.

“Che male c’è / Dire sui muri la verità / Morire soli per strada / Jean-Michel Basquiat” Jean-Michel Basquiat fu uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano: pittore e writer, fu grande amico di Andy Warhol. Simboli di protesta ed espressione di una realtà multirazziale e di conflitto, le opere di Basquiat ebbero un’enorme risonanza: utilizzava parole nei dipinti, come sfondi o all’interno delle opere, a volte cancellate. Morì nel 1988 all’età di 27 anni per overdose da eroina nel suo studio a New York: fu ritrovato solo e nudo, in un cassonetto dell’immondizia in strada.

“Dai, vieni via con me / C’è Alighiero Boetti che espone / E Blu sta coprendo i suoi fili”

Viene citato Alighiero Boetti, esponente dell’Arte Povera, famoso per i suoi arazzi. A dicembre 2017 alla Galleria Stefano Forni di Bologna si inaugura la mostra Diapason, su Vincenzo Merola e Alighiero Boetti.

Blu invece è uno street artist contemporaneo italiano, tra i più importanti del mondo. Le sue opere sui muri di tutto il mondo, da Bologna a Berlino, Roma e Palestina, Polonia e America Latina, sono diventate famose negli ultimi anni per la loro forza espressiva e stilistica. La citazione di Gio Evan si riferisce a tre diverse opere dell’artista italiano: i fili sono quelli del gigante murales di Varsavia, in cui un gruppo di soldati-burattini con il simbolo della falce e il martello sull’elmetto e quello del dollaro sulla divisa, sono legati ai sottilissimi fili; riferendosi al “coprire”, Gio Evan parla di due episodi del 2014 a Berlino e del 2016 a Bologna, in cui Blu coprì le sue opere come segno di protesta contro la “privatizzazione” e la mercificazione della creatività.

“Mi piaccion le tette Manara / Mi piaccion le onde Hokusai”

Milo Manara è un fumettista italiano famoso per la sensualità delle sue opere, mentre Katsushika Hokusai è stato un pittore e incisore giapponese, conosciuto soprattutto per le sue Trentasei Vedute del Monte Fuji, di cui fa parte anche la celebre La grande onda di Kanagawa.

“Sei bella, come René Magritte / Seduto in silenzio / A cambiare il mondo” René Magritte è il maggior esponente del surrealismo belga, il cui stile pittorico si incentrò sul Trompe-l’œil e sull’Illusionismo onirico. Nei suoi quadri la rappresentazione del reale diventa assurda, enigmatica: la decontestualizzazione degli oggetti del quotidiano, fa apparire gli stessi inusuali ed estranei all’esperienza. Il suo unico desiderio era quello di “sentire il silenzio del mondo”, come lui stesso scrisse.

“Sei bella come Marina Abramović / Seduta in silenzio / A fottermi il mondo”

Nel 2010, l’artista serba Marina Abramović passa tre mesi seduta a un tavolo del MOMA di New York, ogni giorno per sette ore. Durante queste sette ore guarda fisso negli occhi la persona che si siede di fronte a lei. Nessuno dei due può parlare o toccare l’altro. The Artist is Present è una performance unica che ha segnato profondamente il modo dell’Abramović di percepire l’arte in rapporto con il suo pubblico, che diventa protagonista e parte integrante dell’opera d’arte e delle emozioni dell’artista.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares