Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta GLITCH. Interferenze tra arte e cinema in Italia, una collettiva che riunisce opere di artisti italiani delle ultime generazioni, volte a esplorare le relazioni di linguaggio e contesto tra due diversi mondi. La mostra è la più ampia panoramica dedicata finora in Italia ad uno dei temi centrali dell’arte contemporanea.
Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, PAC e CIVITA, GLITCH inaugura in occasione della 10a Giornata del Contemporaneo indetta per sabato 11 ottobre 2014 da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, di cui il Padiglione milanese e socio fondatore. Come da tradizione il PAC aprira gratuitamente al pubblico dalle 18.00 alle 24.00.
“Il PAC sta accompagnando i suoi visitatori lungo un viaggio alla scoperta di una realtà che incide profondamente sul nostro quotidiano e sulla nostra emozione, contribuendo a formare la nostra sensibilità e, in fondo, la nostra cultura di uomini contemporanei – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Dopo aver condotto i visitatori in un percorso affascinante che si snodava tra crimine e arte con The crime is almost perfect, ecco ora una mostra che ci introduce in un mondo immaginario situato all’esatta intersezione tra tecnologia e arte, grazie al linguaggio più attuale in assoluto: quello dell’immagine in movimento. Un ‘luogo’ tutto italiano dove Milano si trova perfettamente a suo agio, essendo la capitale della creatività italiana e, al tempo stesso, dell’industria e dell’innovazione tecnologica”.
Commissionata dal nuovo Comitato Scientifico del PAC – alla sua seconda mostra – e curata da Davide Giannella, GLITCH presenta una selezione di opere tra film, installazioni, fotografia e performance, realizzate da artisti italiani negli ultimi quindici anni, dal 2000 al 2015, con pochissime eccezioni che suggeriscono antecedenti e contrappunti.
Il titolo della mostra si rifà al linguaggio dell’elettronica e del digitale: il glitch è una distorsione, un’interferenza non prevista all’interno di una riproduzione audio o video, un’onda breve e improvvisa che dura un istante e poi si stabilizza. Un momento inatteso che può diventare rivelatore, come possono esserlo le opere in mostra: tracce di un territorio i cui confini sono in costante via di definizione, tesi e
un’iniziativa di una mostra i n o c c a s io n e di promossa da sponsor PAC con il supporto di
sfumati tra diversi sistemi critici, di produzione, distribuzione e fruizione. Dalle immagini sofisticate, dense ed evocative di Yuri Ancarani ai lavori partecipativi di Marinella Senatore; dalle icone hollywoodiane del Caligola di Francesco Vezzoli alla precarietà del quotidiano nel Totò Nudo di Diego Perrone; dalla compostezza radicale dei fratelli De Serio alle sperimentazioni del duo piacentino Invernomuto; dallo stravolgimento dei formati cinematografici nei Turbo Film del collettivo Alterazioni Video al contrasto tra archeologia e fiction documentato da Rä di Martino.
Filo conduttore è l’idea di storytelling, di rifrazione tra narrativa lineare e non lineare, verità e finzione, ma anche di ricerca attorno all’atto di guardare e di montare storie: elementi fondanti del cinema e trame dell’arte recente, ma soprattutto strumenti nella creazione di miti e immaginari attraverso differenti linguaggi.
Il passaggio definitivo al digitale ha portato allo snellimento degli strumenti e all’assottigliamento dei costi nella produzione e distribuzione di immagini in movimento. Quelle che sino a pochi anni fa erano, per qualità formale e costi, produzioni esclusive dell’industria cinematografica, sono oggi alla portata di un sempre più ampio numero di autori. L’episodio dell’ 11 Settembre 2001 ha decretato in maniera definitiva quanto la creazione e rielaborazione di immagini sia dominio di tutti e come i racconti, per quanto frammentati, siano generatori di immaginari prima ancora che testimonianze di realtà, rendendo il reale fittizio e materializzando finzioni.
A questo si è aggiunta nel 2003 la nascita di youtube.com: sempre più artisti visivi – anche in Italia – si sono avvicinati alla sperimentazione nell’ambito delle immagini in movimento, superando o discostandosi della videoarte per avvicinarsi al linguaggio più narrativo del cinema e all’immediatezza di internet. Il risultato è l’allargamento di quell’area di confine in continua evoluzione, l’interstizio tra territori attigui, ma ancora distinti, chiamato Art Cinema.
GLITCH si sviluppa su tre piani principali, tre aree che si muovono intorno all’idea di opera filmica.
Il primo livello, quello cinematografico, trasforma il PAC in un multisala con un programma di film d’artista proiettati in veri e propri mini-cinema realizzati ad hoc per la mostra. Le opere, raccolte in serie e per temi, avranno soprattutto carattere narrativo: produzioni di artisti che lavorano nella cornice dell’arte contemporanea o meta-film, appartenenti all’ampia categoria del cinema sperimentale.
Il secondo livello, quello delle installazioni, contiene opere che instaurano relazioni con il linguaggio e l’immaginario cinematografico e funzionano come declinazioni, traduzioni o presupposti dei lavori filmici.
Il terzo livello, quello performativo, proporrà performance come dispositivi dal vivo di immagini in movimento, presentando progetti che sfondano la dimensione dello schermo, oppure creano relazioni multimediali o ancora analizzano e sottolineano, reinterpretandoli, elementi specifici del cinema.
La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S, sponsor dell’attività espositiva annuale del PAC, e con il supporto di Vulcano.
un’iniziativa di una mostra i n o c c a s io n e di promossa da sponsor PAC con il supporto di
L’allestimento dei mini-cinema sarà realizzato con materiale Alcantara prodotto in due speciali versioni.
Seguendo una precisa volontà di collaborare con altri progetti e istituzioni attive sul territorio, il PAC in quest’occasione collabora con Careof DOCVA e Milano Film Festival, due realtà che da anni a Milano si occupano rispettivamente di arte e di cinema.
Come di consueto, il PAC ha in programma una serie di attività per avvicinare il pubblico alle opere in mostra, insieme a serate di approfondimento con proiezioni dedicate a monografie d’autore e selezioni di carattere tematico.
BIOGRAFIA DEL CURATORE
Davide Giannella (1980) è curatore indipendente. La sua ricerca è incentrata principalmente sulle relazioni tra il sistema dell’arte e i differenti ambiti dell’orizzonte culturale contemporaneo. Ha lavorato parimenti per istituzioni pubbliche come la Triennale di Milano (Junkbuilding, 2008, collettiva) e il Museo Marino Marini di Firenze (Glaucocamaleo, 2014, Luca Trevisani) e per gallerie private e spazi indipendenti come Ramiken Cruicible (New York; Surfing With Satoshi, 2013, Alterazioni Video) e Le Dictateur (Milano; UV-Ultraviolento, 2012, collettiva). Per il Milano Film Festival cura dal 2010 verniXage, rassegna dedicata al territorio liminale dell’Art Cinema, lavorando con artisti nazionali e internazionali. Attraverso queste esperienze ha elaborato una figura che fonde la pratica curatoriale con quella di produttore esecutivo sui set cinematografici, occupandosi dei contenuti, della produzione e della distribuzione su più piani delle opere filmiche. È stato coordinatore del corso in Arti Patrimoni e Mercati dell’Università IULM c/o Triennale di Milano (2009-13).
IL COMITATO SCIENTIFICO DEL PAC
La seconda mostra nella programmazione guidata dal nuovo Comitato Scientifico del PAC continua a esplorare le interazioni tra arti visive e altri linguaggi, filo conduttore delle mostre della kunsthalle milanese per il biennio 2014 -16.
La prima, Il delitto quasi perfetto (Luglio-Settembre 2014), immaginata e allestita come la scena di un crimine, ha messo in rapporto le opere di artisti internazionali delle ultime generazioni che hanno colto come spunti creativi il noir, il gotico e il giallo: generi letterari, cinematografici e televisivi. Glitch trasforma invece il PAC in un multisala e in una fantasmagoria sul cinema, per esplorare il territorio di confine tra arte, film e immaginazione, con l’ambizione di diventare anche punto di partenza per una ricerca continua sulle produzioni e sui modi di diffusione di lavori che, anche in Italia, alimentano uno dei luoghi più densi dell’attuale scena artistica internazionale.
Obiettivo del Comitato Scientifico del PAC è infatti quello di amplificare il ruolo storico del Padiglione come osservatorio sulle nuove tendenze nelle arti e nelle culture contemporanee, con un’enfasi particolare sul rapporto tra arti visive e altri campi della creatività e del pensiero.
A Milano, dai movimenti d’avanguardia del primo ’900 in avanti, i confini tra arti visive e altri linguaggi – architettura, arti performative, design, editoria, letteratura, moda, musica, poesia, pubblicità – sono
un’iniziativa di una mostra i n o c c a s io n e di promossa da sponsor PAC con il supporto di sempre stati ridefiniti e scientemente messi in discussione – da Marinetti a Munari a Cattelan. Un’attitudine che è anche il risultato della disponibilità di Milano ad accogliere culture altre e della persistenza della sua stessa cultura, che considera e pratica da sempre il pensare e il fare come parti di uno stesso processo: imparar facendo.
Milano e il PAC sono per questo autorevoli punti di riferimento dei movimenti che stanno cambiando l’ambiente artistico globale. Le relazioni tra passato e presente, individuale e collettivo, alto e basso, artistico e industriale, originale e copia, sud-nord, est-ovest si stanno riconfigurando radicalmente, in maniera spesso ambigua e contradditoria, seguendo traiettorie nuove e inaspettate. L’arte contemporanea è luogo d’osservazione privilegiato di queste mutazioni.
Il Comitato Scientifico del PAC – sotto la direzione di Domenico Piraina, Direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici – è attivo da gennaio 2014 e composto da Defne Ayas (Direttrice del Witte de With – Center for Contemporary Art, Rotterdam), Ilaria Bonacossa (Direttrice del Museo di Villa Croce, Genova), Davide Quadrio (Direttore di Arthub Asia, Shanghai), Diego Sileo (Conservatore del PAC, Milano) e da Massimo Torrigiani (curatore ed editore, Milano), che ne coordina le attività.
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano
11 ottobre 2014 – 6 gennaio 2015
Conferenza stampa giovedì 9 ottobre ore 12.00 – PAC Via Palestro 14, Milano
Uffici Stampa Mostra
Civita
Barbara Izzo-Arianna Diana Tel. 06692050220-258 izzo@civita.it
Ombretta Roverselli Tel. 0243353527 roverselli@civita.it
Comune di Milano
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