Un tributo ad un mito senza tempo quello che è stato portato in scena al Teatro delle Muse in occasione dello spettacolo “Mò me lo segno”, a 25 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi. Un attore diventato per tutti eterno dopo essere scomparso, a soli 41 anni, il giorno dopo aver terminato le riprese del film “Il Postino” che, nonostante l’affaticamento dovuto alla malattia congenita al cuore, aveva fortemente deciso di girare. Dal 14 febbraio al 3 marzo, nella platea dello spazio culturale di consolidata tradizione napoletana di via Forlì ha preso vita questo sentito omaggio alla sua essenza poetica, al suo pensiero. Travolgenti emozioni per il regista e drammaturgo Geppi Di Stasio (che ha vissuto per anni a San Giorgio a Cremano), ideatore del progetto prodotto da Trepareti, protagonista dell’opera con Roberta Sanzò. Sul palco intenso l’incontro con Pablo Neruda, il poeta degli oppressi, con il quale Troisi trova numerosi punti in comune: un approccio laico alla vita da divenire una sorta di identica visione politica, l’essere figli di ferrovieri, l’essere uomini del Sud, l’essere accomunati dall’ideale marino e dalla sensibilità al fascino femminile. Affascinati dalle performance degli artisti (sulla scena anche Alida Tarallo, Carlo Badolato e il musicista Emiliano Federici) numerosi volti dello spettacolo, tra i quali Enzo De Caro, amico di Troisi e storico esponente del trio “La Smorfia”, e lris Peynado, nel cast di “Non ci resta che piangere” con Troisi e Benigni. Complimenti e applausi per il regista e la compagnia che hanno portato in scena un delicato atto d’amore.
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Redazione
6 Marzo 2019