Gli scavi archeologici effettuati nell’area dei Fori Imperiali negli ultimi venticinque anni hanno portato alla luce una straordinaria quantità di dati e novità, che riguardano non solo le vicende di epoca antica di questa parte di Roma – sicuramente le più note – ma anche quelle di età medievale e moderna.
Mille anni di storia che la mostra “I Fori dopo i Fori” vuole illustrare in un viaggio a ritroso nel tempo, articolato in 4 sezioni, spaziando dalle trasformazioni dell’area dall’antichità ai diversi nuclei di abitato e piccole chiese già prima del fatidico Anno Mille, dalla nascita del Quartiere Alessandrino, fino alle demolizioni dell’epoca fascista e i successivi scavi del Grande Giubileo.
A raccontare la vita quotidiana, insieme alle vicende dei luoghi e delle persone, anche illustri, che hanno dimorato in questa zona sarà un’eccezionale varietà di reperti (oltre 300), in alcuni casi unici, rinvenuti durante quegli scavi ed oggi finalmente presentati al grande pubblico.
La prima sezione è dedicata a “Gli oggetti della vita quotidiana” dove, tra gli oggetti d’uso comune si alternano vasi, ampolline, occhiali e strumenti di artigiani (per realizzare, ad esempio, bottoni o pedine da gioco). “I vasai del Rinascimento” sono i protagonisti della seconda sezione: tra il XV e il XVI secolo l’area dei Fori fu scelta da diversi artigiani della ceramica. Qui, la fornace perfettamente conservata di Giovanni Boni da Brescia invita a curiosare tra strumenti per infornare e forme mal cotte. Nella terza sezione riflettori accesi su “Gli abitanti famosi”, quei protagonisti celebri della vita culturale e artistica che hanno dimorato in questa zona. Come Giotto, Michelangelo, i Fontana, fino a Mario Mafai e Antonietta Raphaël. Infine, la storia dei numerosi complessi religiosi nell’area si snoda attraverso “Chiese e conventi”: il racconto scorre attraverso l’esposizione di notevoli esempi di decorazione marmorea altomedievale provenienti dagli edifici più antichi, insieme a numerosi oggetti che ci raccontano la vita quotidiana delle comunità religiose ( rosari, spille e corredi per il cucito, usati dalle monache).
Tra i ritrovamenti eccezionali: una rarissima placchetta di pellegrinaggio raffigurante San Nicola di Bari, due tesoretti di monete sotterrati e il celebre Tesoro di Via Alessandrina, ritrovato nei muri della casa di Francesco Martinetti, noto antiquario e falsario dell’Ottocento, conservato nel Medagliere Capitolino e adesso in parte esposto.
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Chiara Sanginiti
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