Dal 3 al 7 giugno il palcoscenico del Teatro Argentina accoglie l’ultimo gioiello drammaturgico di un’artista che ha attraversato la storia dello spettacolo italiano e che rappresenta un caposaldo della cultura italiana, Franca Valeri protagonista del suo Il cambio dei cavalli.
Per lei parla una carriera unica, durata oltre sessant’anni fra teatro, radio, cinema e televisione, caratterizzata da uno stile inconfondibile, basato su un uso intelligente e sottile dell’ironia.
Attenta lettrice della società e delle sue dinamiche, associa al valore dell’attrice quello dell’autrice e dell’intellettuale che ha modernizzato il linguaggio, inventato maschere e coniato autentici prototipi di comicità, Franca Valeri non ha mai smesso di essere innovativa, pur rimanendo sempre fedele a se stessa e al suo linguaggio colto, raffinato, denso, ma anche incredibilmente popolare. A conferma della sua inesauribile vitalità artistica, ci regala oggi il suo ultimo lavoro diretto da Giuseppe Marini, nel quale il pungente sarcasmo si sposa ad una meravigliosa arguzia di scrittura. Il cambio dei cavalli è un testo che coinvolge, diverte e fa riflettere grazie al piglio forte e svagato dei personaggi che lo animano, ai dialoghi ricchi d’intelligente e amabile ostilità, alle battute brillanti e caustiche, alla ricchezza di riflessioni e aforismi.
Sul palcoscenico si muovono una vecchia signora ironica e raffinata. Un ricchissimo imprenditore figlio dell’amante storico (morto da alcuni anni) della vecchia signora. Ina specie di escort, arrampicatrice sociale. L’imprenditore si trascina indolente e infastidito nel suo percorso di finanziere e di donnaiolo, ma sempre più spesso sosta (il cambio dei cavalli) da questa specie di comprensiva matrigna con cui sviluppa discorsi bizzarri e laterali, che toccano nel profondo la sua debolezza esistenziale. Fra loro si inserisce con consapevole prepotenza una giovane donna.
Una commedia sul rapporto fra le generazioni nel quale forza e debolezza si nascondono e passano da un personaggio all’altro: «Il cambio dei cavalli è stato nei secoli quello che oggi si chiama “far benzina”. Il viaggio riprende, i cavalli sono freschi, il serbatoio è pieno – si legge nelle note dell’autrice – Il tema mi affascina metaforicamente dato che il teatro è certamente, da sempre, il miglior contenitore delle segrete ambiguità dei rapporti umani. La protagonista di questa commedia ha nella vita di due uomini (uno raccontato, l’altro presente), un ruolo confortante e insieme chiarificatore, che è il senso della vera complicità. I due uomini sono padre e figlio, il che pone spesso in scena il problema del conflitto generazionale. A due generazioni bisognava opporre la terza, qui una giovane donna. Anche la sua improntitudine potrebbe mascherare la “stanchezza dei suoi cavalli”. Ma è naturalmente una commedia comica». Oltre a quel mix inconfondibile e irrinunciabile di garbo, ironia, arguzia e levità che ha costruito negli anni il suo inossidabile e personalissimo stile, la nuova commedia di Franca Valeri affascina per la grazia e l’originalità con le quali medita sul problema generazionale, sul peso e l’ingombro dei Padri sulla vita e sul futuro dei Figli «soprattutto maschi. Un interessante fraseggio rapsodico – riflette Giuseppe Marini – originalissime “cesure” e “staccati” conferiscono alla commedia quella leggerezza della profondità, tipica dei veramente grandi, che dopo aver tanto osservato e compreso, sanno ben guardarsi e mettersi al riparo dal pericolo di prendersi troppo sul serio…». Da sempre dedita a quelle chirurgiche e irresistibili ispezioni nell’animo femminile, Franca Valeri si diverte a scandagliare i nodi irrisolti dell’animo maschile, stigmatizzati dalla paradigmatica domanda amletica “essere o non essere”.
Dal 3 al 7 giugno al Teatro Argentina di Roma
di Franca Valeri
regia Giuseppe Marini
con Franca Valeri, Urbano Barberini e Alice Torriani
scene Alessandro Chiti – luci Michelangelo Vitullo
Produzione Società per Attori in collaborazione con Compagnia Urbano Barberini