Torna anche in questa stagione, dopo il successo riscosso con Emilia, la dimensione familiare e la scrittura intimistica del regista e drammaturgo argentino Claudio Tolcachir, in scena dal 9 al 12 ottobre al Teatro Argentina con Il Caso della famiglia Coleman (La omisión de la familia Coleman).
Divenuto un classico del teatro contemporaneo che continua a calcare i palcoscenici internazionali, lo spettacolo scritto e diretto da Tolcachir trascina il pubblico nella sua Buenos Aires, nel caotico microcosmo di una famiglia che vive al limite della dissoluzione, in una casa che ospita i suoi membri e insieme li rende prigionieri, in cui ognuno è “condannato” a lottare per salvaguardare il proprio spazio vitale, in cui si ama e si odia con la stessa intensità e quello che non si dice è più dannoso di quello che si dice. Come in un complicato sistema di scatole cinesi, un universo scomposto e agitato da un’energia febbrile, le solitudini si incastrano ed emergono gli egoismi dei singoli, tutti responsabili di piccole crudeltà quotidiane. Eppure, in un mondo dove la violenza diventa spesso l’unica forma di comunicazione, esistono la tenerezza e l’affetto. Una sorta di Parenti serpenti in stile argentino, lo spettacolo di una casa e di chi la abita, presentato in uno spazio scenico avvolgente che accoglie lo spettatore e lo sommerge, narrando di un’assurda, struggente quotidianità.
A sovraffollare la scena la numerosa e problematica famiglia Coleman, composta da una nonna, una figlia e quattro nipoti, ma le regole sono sovvertite: la nonna occupa il posto della madre e la madre si presenta come una bambina immatura che vive nella propria fantasia. Ci sono due gemelli. Uno riempie il vuoto oscuro di un padre assente: violento, alcolista, e ladro. Alla figlia tocca il ruolo della madre ideale: è l’unica che lavora e porta i soldi in una casa che sprofonda. Ogni personaggio ricava un proprio angolo nell’ angusto spazio disponibile, popolato da più voci che, tra disperazione e leggerezza, si alternano e si sovrappongono senza riuscire a comunicare. Nello spettacolo non c’è spazio per la malinconia, ma un perfetto equilibrio tra dramma e humour nero, che insegue la verità sentimentale e rivelerà il meglio e il peggio di ogni personaggio per restituire in scena il paradosso dei rapporti umani e dell’animo umano.
«Una famiglia che vive al di là della dissoluzione, una dissoluzione ovvia ma segreta; vivendo in una casa che li contiene e li racchiude, costruendo spazi personali all’interno degli spazi condivisi, sempre più complessi per riconciliarsi. Una coesistenza impossibile e fiaccata dall’assurdo divenire del quotidiano, dove il violento si installa come naturale e il patetico viene ignorato dalla condivisione», racconta l’autore e regista Claudio Tolcachir, tra i protagonisti del teatro argentino. Trentasette anni, erede degli artisti militanti della generazione precedente, rispose all’endemica carenza di finanziamenti in campo culturale fondando Timbre4 e trasformando la propria casa, un appartamento di ringhiera nella periferia di Buenos Aires, in un teatro e in una scuola per attori. In questo contesto nasce la “genealogia” della famiglia Coleman e con essa un vero e proprio caso teatrale. Dal giorno del debutto, avvenuto nel 2005 in quella stessa casa, lo spettacolo ha registrato uno straordinario successo collezionando numerosi riconoscimenti e incantando pubblico e critica di più di 30 paesi nel mondo per giungere nei più importanti teatri europei. “Una vera festa teatrale e una lezione in tempo di crisi”, così El Pais definisce Il Caso della famiglia Coleman, applaudito da 261.040 spettatori, con all’attivo circa 1900 rappresentazioni, di cui 315 realizzate all’estero partecipando ad oltre 50 festival internazionali e visitando 22 paesi. A questo proposito Claudio Tolcachir sottolinea: «L’omissione della famiglia Coleman è molto più di quanto avremmo potuto immaginare in termini di risultati. Il numero di viaggi, la possibilità di vivere della nostra vocazione, conoscere il mondo e ottenere così tanti riconoscimenti è una gioia che continua a sorprenderci. Quello di cui sono più orgoglioso è di condividere questa gioia con la mia compagnia Timbre4. Vogliamo che molte persone conoscano il nostro lavoro. Ciò che non finisce mai è il nostro desiderio di stare insieme».
Lo spettacolo si inserisce nel percorso di Stagione Storie di famiglia, un “territorio” in continua ridefinizione, specchio dei cambiamenti e delle distorsioni della società, che all’Argentina propone i personaggi/prigionieri delle ossessioni di un capocomico, con la messinscena della loro vicenda reale fatta di conflitti esasperati, Sei personaggi in cerca d’autore, regia di Luca De Fusco, con protagonista Eros Pagni, una rilettura pirandelliana in equilibrio tra cinema e teatro (6 febbraio). All’India: dEVERSIVO di Eleonora Danco, un corpo a corpo tra inconscio e consapevolezza (19 ottobre); Settimo Cielo, diretto da Giorgina Pi, commedia che dall’Africa coloniale si sposta nella Londra swinging della rivoluzione sessuale (14 febbraio); seguono Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata, sull’amore tra due uomini e sul complicato percorso verso la paternità (24 gennaio); Mi sa che fuori è primavera, dal testo di Concita de Gregorio, regia di Giorgio Barberio Corsetti, tragica vicenda di una madre dei nostri giorni privata delle due piccole figlie dal marito che si suicida senza lasciare traccia delle bambine (8 maggio). Sono sempre storie di famiglia Re Lear di Barberio Corsetti, Macbettu di Alessandro Serra; Richard II di Peter Stein, Hamletmachine di Wilson, Antigone di Federico Tiezzi, Disgraced di Jacopo Gassmann, Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone.
Claudio Tolcachir (1975) è un attore, drammaturgo e regista teatrale argentino. Fondatore della compagnia Timbre 4, presenta regolarmente i suoi spettacoli, sia nella sua Buenos Aires, che nelle città di tutto il mondo. Protagonista indiscusso della nuova scena argentina, ha riscosso il suo primo successo internazionale con il pluripremiato La Omisión de la Familia Coleman, presentato nelle più importanti capitali, tra cui Madrid, Parigi, Lisbona, Dublino, New York. È anche autore di Terzo corpo e Vento in un violino. Per i suoi lavori ha ricevuto numerosi riconoscimenti, sia in patria che all’estero. Insegna workshop per gli attori nella sua scuola e in altre città come visiting professor. Nel 2012 è stato riconosciuto dalla legislatura di Buenos Aires come spiccata personalità della cultura. È nato a Buenos Aires nel 1975. Ha iniziato la sua formazione presso l’Istituto Labarden e la scuola Scaffold 90, fondata da Alejandra Boero. Dal 1990 ha proseguito la sua formazione con altri registi come Juan Carlos Gené e Veronica Oddo, mentre ha iniziato a lavorare in spettacoli professionali sia nel circuito indipendente che commerciale.Il marchio di fabbrica di Tolcachir è la sua capacità di raccontare eventi quotidiani caricandoli al limite del grottesco, rivisitando, con ironia e raffinatezza, generi televisivi ultrapopolari come la telenovela e la commedia sudamericana. Nel 2017 ha debuttato al Teatro Argentina con Emilia, produzione Teatro di Roma, con protagonista nel ruolo del titolo Giulia Lazzarini (premiata alle Maschere del Teatro 2017 nella categoria “Migliore attrice protagonista”), con il carisma della propria storia, di scena e di vita, volteggiando fra le sfumature dei sentimenti insieme ad altri quattro interpreti, dal carattere e umanità toccanti, come la stessa Pia Lanciotti, pronta a frantumarsi in pezzi nell’inferno di una desolazione familiare (premio “Migliore attrice non protagonista” alle Maschere del Teatro 2017).
Dal 9 al 12 ottobre al Teatro Argentina di Roma
torna in scena il regista e autore argentino Claudio Tolcachir con uno spettacolo
divenuto un classico del teatro contemporaneo che continua a calcare i palcoscenici internazionali.
Così El Pais definisce Il Caso della famiglia Coleman: “Una vera festa teatrale e una lezione in tempo di crisi”
(La omisión de la familia Coleman)
scritto e diretto da Claudio Tolcachir
con Cristina Maresca (Abuela), Miriam Odorico (Memé), Inda Lavalle (Verónica),
Fernando Sala (Marito), Tamara Kiper (Gabi), Diego Faturos (Damián),
Gonzalo Ruiz (Hernán), Jorge Castaño (Médico)
aiuto regia Macarena Trigo – disegno e luci Ricardo Sica
Produzione TEATROTIMBRe4 // Maxime Seugé y Jonathan Zak
in lingua originale con sopratitoli in italiano
INFO TEATRO DI ROMA
Teatro Argentina_ Largo di Torre Argentina, Roma
Biglietteria: tel. 06.684.000.311/314 _ www.teatrodiroma.net
Orari spettacolo:
9 e 10 ottobre ore 21.00
11 e 12 ottobre ore 19.00
In lingua originale con sopratitoli in italiano
Durata spettacolo: 1 ora e 35 minuti
Ufficio Stampa Teatro di Roma:
Amelia Realino tel. 06.684.000.308 I 345.4465117
e_ mail: ufficiostampa@teatrodiroma.net