Dal 2 al 4 febbraio torna a Milano il Teatro delle Bambole, dopo il successo di due anni fa con Se Cadere Imprigionare Amo, la compagnia barese torna allo Spazio Avirex Tertulliano con la nuova produzione Il fiore del mio Genet: Un ricordo, un omaggio, una riflessione sulla poetica e sul mondo melmoso e puro di Jean Genet, scrittore, poeta e drammaturgo, personalità insolita e ineguagliabile, che fonde nei suoi scritti il registro alto con il linguaggio dei bassifondi.
Due attori si muovono nelle dimensioni della sacralità e del ladrocinio, della mendicità e della santificazione. Due figure iconoclastiche, ora regali uccelli conquistatori, ora marinai che raccontano, ora feroci assassini, ora venditori di corpi. Stare con Genet, significa stare dalla parte di chi non è stato ascoltato, di chi ha avuto la maledizione di un destino duro fin dalla nascita, perduto da un “passaggio” ad un altro, da un genitore ad un altro… Perduto, sì, in una eco infinita di pensieri che nessuno vuole condividere.
Dal non – luogo il poeta è passato e ha lasciato una traccia: due ladri. Due che, come lui, hanno imparato a vendere sé stessi e a rubare, a pregare e a uccidere, a fuggire e a restare. Il poeta è stato troppo poco tempo, forse, con loro, è stato graziato ed è andato via. Hanno imparato il verso della poesia, hanno imparato a dirle, le poesie. Non aspettano il suo ritorno, sanno che non tornerà, sanno che dovranno cercarlo se mai, anche loro, lasciando quella piccola casa colma di ricordi indigesti, dimenticandosi del loro patto e della reciproca assenza.
RASSEGNA STAMPA Con colore lontanamente pasoliniano ‘Il fiore del mio Genet’ celebra un rito dell’amore sofferto o dell’amore negato e che scorre lento e meticoloso, sospeso tra sacro e profano, fra paradiso e perdizione. Lo spettacolo infatti si apre con una funerea processione che rimanda al Genet di Pompe funebri e dopo una lunga evoluzione si chiude con la greve simulazione di un sacrificio. Due figure costantemente limacciose sotto panni diversi (immancabili marinai, criminali, venditori di corpi…) sono al centro di una messinscena dal taglio forte, costellata di simboli, parole e gesti criptici, degna di nota la raffinatezza delle scelte musicali. Una messinscena appassionata. Italo Interesse, Il Quotidiano di Bari su Il fiore del mio Genet
Le Figure, apparentemente tratteggiate con il pennarello a punta grossa ma in realtà portatrici di una raffinata sapienza attorale, sono costruite attraverso un lungo, paziente, monacale, non riconosciuto (siamo a Bari, non a Pontedera) lavorio che ha portato il Teatro delle Bambole, fra l’altro, a elaborare un proprio Nuovo Metodo di Approccio all’Arte Drammatica che non vediamo l’ora di conoscere meglio. Michele Pascarella, Gagarin-Magazine su Se Cadere Imprigionare Amo
Estetica, studio, espressionismo fisico e d’oggettivazione drammatizzata le caratteristiche formali immediatamente notevoli. Emilio Nigro, Rumorscena su Se Cadere Imprigionare Amo
Teatro delle Bambole nasce a Bari nel 2003 con la provocazione (in) formale di dare spazio alle voci dell’Arte attraverso lo studio e lo sviluppo di un Nuovo Metodo di Approccio all’Arte Drammatica. Inizialmente come Manifesto Culturale, Teatro delle Bambole si ispira al lavoro sul suono di Gisela Rhomert (Metodo del Lichtenberger® Institut für angewandte Stimmphysiologie) e al Teatro delle Orge dell’artista austriaco Hermann Nitsch, uno dei massimi esponenti del Wiener Aktionismus (Azionismo viennese). Il fondatore e ideatore è l’attore e regista Andrea Cramarossa che, dopo 4 anni di intensi studi personali nell’ambito soprattutto della ricerca vocale, del suono e della voce applicata al canto e al parlato (sul rapporto tra suono e corpo, voce e persona, musica e personaggio), teorizza in via sperimentale un approccio all’arte drammatica mediante l’uso e la conoscenza del suono. www.teatrodellebambole.it
Spettacolo itinerante tra i bassifondi dell’anima drammaturgia Andrea Cramarossa con Federico Gobbi e Domenico Piscopo costumi Silvia Cramarossa scenotecnica Fabrizio Collimanti maschere Luigia Bressan regia Andrea Cramarossa produzione Teatro delle Bambole col sostegno di CEA Masseria Carrara, Collinarea Festival, LUCCICA – Festival delle Arti e Comune di Bari – Assessorato alle Culture, Turismo, Partecipazione e Attuazione del Programma. Progetto di ricerca: “LA LINGUA DEGLI INSETTI – Cofanetto 6: Farfalle”.
PER INFO E BIGLIETTERIA Spazio Avirex Tertulliano via Tertulliano 70, Milano tel. 02 49472369 – 320 6874363 – biglietteria@spazioavirextertulliano.it PREZZI – intero 16 euro / over60 11 euro / under26 10 euro ORARI: gio/ ven /sab ore 21.00 – domenica ore 16.30 – lun/mar/mer riposo ORARI BIGLIETTERIA: dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00, sabato: 14.00 – 19.00, domenica 11.00 – 16.00. Ritiro dei biglietti: a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. La tessera associativa del Teatro Spazio Avirex Tertulliano del costo di € 1 ha durata annuale, è obbligatoria al fine di accedere a qualsiasi attività promossa o ospitata dal teatro. Biglietti disponibili su www.vivaticket.it