IL TEATRO È UGUALE PER TUTTI

IL TEATRO è UGUALE PER TUTTI è l’imperativo che accompagna la Stagione 2017/2018 del Teatro di Roma, patrimonio di tutti, accessibile a tutti e con un linguaggio comune, che esprime unità nella varietà delle molteplici proposte che si alterneranno sui palcoscenici del Teatro Argentina e del Teatro India.

Un percorso di progetti che apre il sipario su quella “realtà” in divenire che il pubblico vive ogni giorno, per raccontarla attraverso il teatro e renderla occasione di convivenza e condivisione. Teatro e vita fusi insieme a ribadire che il mondo è un grande palcoscenico che sa farsi spazio di incontro nella vita di una comunità. Così, dopo Cantiere. Roma. Italia, Teatro. Dunque sono e Umanità in movimento, il claim della nuova stagione, Il Teatro è uguale per tutti, riafferma l’idea di una programmazione in cui ognuno possa ritrovarsi e riconoscersi cittadino di un “luogo” plurale e aperto a tutti: una comunità di artisti e pubblico vivace e partecipe.

Anche quest’anno la programmazione opera per strutture tematiche costruendo una Stagione a progetti: 15 percorsi da attraversare, vivere e mescolare tra loro, secondo interessi e sensibilità, per un viaggio lungo 11 mesi, aperto a tutte le generazioni e tipologie di pubblico. In continuità con i principi che hanno guidato le precedenti stagioni, ampia e doverosa continua ad essere l’attenzione alla drammaturgia del presente, in equilibrio tra tradizione e innovazione, tra il meglio della classicità e novità drammaturgiche, confermando l’impegno a sostenere le espressioni del territorio, talenti e intelligenze creative indipendenti.

 

Cuore dell’offerta artistica un progetto produttivo in continuo sviluppo e che riverbera di temi legati al presente. Il sipario si alzerà circa 550 volte su un cartellone di 72 proposte complessive, composto da 24 produzioni – di cui 14 nuove produzioni, 8 coproduzioni e 2 riprese – con opere di più di 60 autori viventi messi in scena, 64 registi e circa 300 interpreti: numeri che collocano il Teatro di Roma fra i primi teatri della Nazione. Un impegno intrapreso nel 2014 dal direttore Antonio Calbi e rinnovato con l’insediamento del nuovo Cda presieduto da Emanuele Bevilacqua (in carica dall’8 marzo).

Due i palcoscenici: il Teatro Argentina, dove si dipana il dialogo tra classico e contemporaneo, e il Teatro India, “fabbrica” creativa e luogo di investimento per il teatro del futuro. Su questi palcoscenici sfila una nutrita schiera di autori viventi: drammaturghi di fama internazionale come l’americano di origini pakistane Ayad Akhtar, il francese Joel Pommerat, l’argentino Claudio Tolcachir e gli inglesi Caryl Churchill, Michael Frayn, Henry Nylor; e autorevoli nomi della scena nazionale come Romeo Castellucci, Emma Dante, Stefano Massini, oltre a penne della nostra letteratura come Concita De Gregorio, Marcello Fois, Michela Murgia, Paolo Di Paolo.

Firmano le nostre produzioni: Giorgio Barberio Corsetti (Re Lear), maestro della sperimentazione, sia linguistica che espressiva, e di relazione con il pubblico; nel segno della continuità produttiva, Federico Tiezzi (Antigone), tra i primi esponenti della neoavanguardia italiana; continuiamo a puntare su Massimo Popolizio, fulgida carriera ronconiana, fra gli attori massimi della propria generazione, qui alla prova di regia (Ragazzi di vita); felice ingresso produttivo è quello di Enzo Vetrano e Stefano Randisi (Ombre folli), artisti di acuta sensibilità, da sempre alle radici della parola teatrale; a cui si uniscono la Compagnia Umberto Orsini (Copenaghen), autore/attore di un teatro che si rinnova nella tradizione, e Cesare Lievi, sensibile regista e drammaturgo esso stesso (Il giorno di un Dio).

Rinnovato e ampliato l’investimento su una variegata geografia di sensibilità creative e nuovi talenti: Fabrizio Arcuri, perlustratore della nuova drammaturgia e ibridatore di linguaggi (Ritratto di una Capitale e Ritratto di una Nazione); Roberto Scarpetti (Viva l’Italia e La rivolta delle ombre), autore teatrale che scandaglia la realtà oltre la cronaca (finalista al Premio le Maschere 2017); Luca Brinchi e Daniele Spanò (Vita nova), noti per le loro sperimentazioni multimediali; tra le nuove presenze: Jacopo Gassmann, regista e traduttore di raffinato intuito e maturità (Disgraced); Eleonora Danco, spietata voce dell’oggi ad alta tensione di corpo e parola (dEVERSIVO); Giorgina Pi di Bluemotion, regista e cofondatrice dell’Angelo Mai (Settimo Cielo); Massimo Di Michele, artista sensibile al linguaggio del corpo che antepone nella fisicità più gioiosa (Echoes).

Ampia e trasversale l’offerta di titoli all’Argentina: La Famiglia Coleman dell’argentino Claudio Tolcachir; Bestie di scena, ultimo successo di Emma Dante; Riccardo II diretto da Peter Stein; Il Nome della rosa su drammaturgia di Stefano Massini e regia di Leo Muscato; Sei personaggi in cerca d’autore diretti da Luca De Fusco; Delitto e castigo nella rilettura del moscovita Konstantin Bogomolov; Il Sindaco del Rione Sanità secondo Mario Martone; Macbettu nella versione sarda di Alessandro Serra; Democracy in America di Romeo Castellucci; Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler; La classe operaia va in paradiso, regia di Claudio Longhi; Il capitale di Karl Marx, progetto di Marco Lucchesi.

All’India la programmazione accoglie: le coreografie di Silvia Rampelli, Enzo Cosimi e Julie Ann Anzillotti; Il Teatro da Camera di Riccardo Caporossi; Heretico della compagnia Leviedelfool; Totò e Vicè di Vetrano/Randisi; Il Ritorno di Casanova di Lombardi/Tiezzi; gli spettacoli in collaborazione con l’Accademia Silvio d’Amico, tra cui Hamletmachine di Bob Wilson; Mozart con Giuseppe Cederna; La lotta al terrore di Luca Ricci; Tante facce nella memoria di Francesca Comencini; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata; Quasi Grazia e Accabadora dirette da Veronica Cruciani; Shoah di Fabrizio Saccomanno e Redi Hasa; La domanda della regina, regia di Piero Maccarinelli; Theatrum Mundi Show di Pippo Di Marca; Cenerentola nella versione di Fabrizio Arcuri; I Malvagi di Alfonso Santagata; Ivan di Letizia Russo; Walking on the moon di Fabio Morgan; Mi sa che fuori è primavera, regia di Giorgio Barberio Corsetti; La Primavera di Praga di Jitka Frantova.

 

 

 

Produzioni

la tradizione del nuovo

 

 

Il progetto produttivo 2017/2018 rinnova la scommessa con il contemporaneo perseguendo l’attenzione al teatro del presente e alla drammaturgia contemporanea, espressa attraverso il lavoro di grandi maestri, conferme consolidate, registi delle generazioni di mezzo e giovani talenti.

 

Teatro Argentina:

Nuovi scenari in dialogo tra classico e contemporaneo

 

Apre la stagione del Teatro Argentina, l’11 settembre, Ritratto di una Nazione – L’Italia al lavoro, Venti quadri teatrali delle Regioni del Paese – Prima parte, uno dei nostri “ritratti teatrali” con il sapore delle varietà geografiche, naturali, linguistiche, sociali, delle prime 8 “scene” d’Italia commissionate ad altrettanti autori di altrettante regioni, ad indagare il lavoro nelle sue criticità, di chi ce l’ha e di chi l’ha perduto o non l’ha mai trovato. Armonizzano l’opera polifonica il dramaturg Roberto Scarpetti e la regia di Fabrizio Arcuri. Chiude la stagione, il 12 giugno, Ritratto di una Capitale – Trittico delle Corrispondenze, Roma, città-scena, ritorna protagonista, rispetto alle edizioni che scossero ed entusiasmarono le stagioni 2014 e 2015, con un rinnovato affresco sulla Capitale ritratta attraverso un montaggio di lettere e cartoline scritte da studenti e turisti.

Umberto Orsini torna a Copenaghen, un thriller scientifico-politico a tre voci, scritto nel 1998 dall’inglese Michael Frayn, con Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, interpreti di uno spettacolo diretto da Mauro Avogrado, cha da più di quindici anni rapisce gli spettatori: un vero tuffo nel passato per chiarire cosa avvenne nel lontano 1941 quando il fisico Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr, alla vigilia del primo devastante uso della Bomba atomica (24 ottobre).

È la volta della nostra nuova produzione di punta, in sinergia con il Biondo di Palermo, Re Lear per la regia di Giorgio Barberio Corsetti, che si immerge nella scrittura del bardo portando in scena temi di grande attualità, in una combinazione inedita di linguaggi e visioni, con protagonista Ennio Fantastichini (21 novembre).

Fra le maggiori produzioni dello scorso anno, ritorna Ragazzi di vita, diretto da Massimo Popolizio, regista di bella competenza e inventiva, che ha realizzato uno spettacolo potente e comunicativo, preso d’assalto da un pubblico entusiasta, ampio ed eterogeno (circa 15.000 spettatori nel 2016, solo a Roma).

Cesare Lievi dirige Il giorno di un Dio, una coproduzione che ci vede al fianco di Emilia Romagna Teatro e di Stadttheater di Klagenfurt, con un cast di 4 interpreti tedeschi e 4 italiani, in occasione dei 500 anni dalla Riforma di Lutero (12 gennaio).

Dopo il Calderón, Federico Tiezzi firma una nuova monumentale produzione, Antigone, con protagonisti Sandro Lombardo e Lucrezia Guidone, dritti al cuore dello scontro tra l’eroina, che si fa portatrice dei valori della legge naturale, e Creonte, che rappresenta la legge degli uomini (27 febbraio). Stessa tragedia, ma vista dagli occhi del figlio di Creonte, Emone, l’omonimo spettacolo di Antonio Piccolo, vincitore della prima edizione del Premio Platea, un’originale riscrittura in cui il mito rivive sul ritmo di una lingua quasi inventata, un dialetto napoletano che mescola alto e basso, registri letterari e popolari (10 aprile al Teatro India).

Teatro India:

la “fabbrica” della creatività e del futuro

 

Performer della scrittura ironica e disturbante, spesso colorata di un romanesco quasi pasoliniano, Eleonora Danco firma e interpreta dEVERSIVO a svelare l’inconscio di un personaggio ai bordi della vita (19 ottobre).  Dedica a Franco Scaldati, cantore della vita e dell’anima di Palermo, che omaggiamo con un suo testo inedito, dal linguaggio denso e primitivo, Ombre folli, diretto e interpretato dai Vetrano/Randisi, “ombre” di due uomini che raccontano una esistenza vissuta dietro le quinte di una normalità apparente (14 novembre).

Un esempio di teatro felicemente “resistente” è la realtà romana dell’Angelo Mai, con alle spalle un recente Premio Ubu Franco Quadri, con cui produciamo Settimo Cielo, capolavoro del 1979 della drammaturga inglese Caryl Churchill portato in scena dalla carica autoriale di Giorgia Pi (14 febbraio).

Sul dovere della memoria, Il coraggio di dire che no, racconto commovente e travolgente su Giorgio Perlasca, scritto e interpretato da Alessandro Albertin, dedicato a un eroe del Novecento che, senza clamori, ha salvato dalla deportazione più di cinquemila ebrei (14 novembre). Amedeo Fago con Le Pouilles – Le ceneri di Taranto intreccia le proprie radici familiari con due secoli della grande storia, dall’Europa in guerra alla Taranto dei nostri giorni, schiacciata dall’industria siderurgica (8 febbraio). Nato come opera-dibattito sulla legalità, Dieci storie proprio così, qui al suo terzo atto, ideato da Giulia Minoli e diretto da Emanuela Giordano, costruisce un festival di confronto cittadino per sviluppare una “ragionata” provocazione su come l’infiltrazione delle mafie anche al nord stia cambiando il profilo dell’Italia (21 marzo). Non solo storie di coraggio e impegno civile, ma anche “testimonianze”: a volte si sopravvive per poter raccontare e Primo Levi è sopravvissuto per raccontare, Jacob Olesen ne veste i panni in Primo (15 gennaio).

In scena l’Occidente in cui deflagrano tensioni politiche, sociali e culturali, con Disgraced (Premio Pulitzer 2013), dell’autore americano di origini pakistane, Ayad Akhtar, tradotto e diretto da Jacopo Gassmann, sulla difficile e pur necessaria convivenza con l’Islam (6 marzo); ai nuovi terrorismi ci riporta Massimo Di Michele con Echoes, dell’autore inglese Henry Naylor, protagoniste due giovani donne, “mogli della Jihad”, storie di guerre di popoli, di sangue e di asservimento (19 aprile). Si ritorna ai mesi cupi del terrorismo, a 40 anni dell’uccisione di Aldo Moro, con Viva l’Italia – Le morti di Fausto e Iaio, scritto da Roberto Scarpetti e diretto da César Brie, in coproduzione con il Teatro Elfo di Milano (15 maggio).

Immersione sensoriale con Luca Brinchi e Daniele Spanò in un altro classico della letteratura italiana, Vita nova di Dante Alighieri che, dopo l’Aminta di Torquato Tasso, compone il secondo movimento della Trilogia d’Amore (4 aprile). Padiglione Verdastro – Partiture per attore abitato di Massimo Verdastro darà voce a una “partitura” di poeti e autori in una personale stanza della memoria piena di echi del Novecento (8 maggio). Infine, accogliamo Reparto Amleto, miglior spettacolo del festival Dominio Pubblico, per rafforzare la fucina di nuove creatività e l’identità del Teatro India come fabbrica del teatro di domani (9 gennaio).

 

I percorsi

  • I nostri paesaggi teatrali sono creazioni collettive, affreschi contemporanei in forma di ritratto, per restituire al teatro il suo essere specchio delle comunità. Apre la stagione dell’Argentina (11 settembre) Ritratto di una Nazione – L’Italia al lavoro, Venti quadri teatrali delle Regioni del Paese – Prima parte, curato da Antonio Calbi e Fabrizio Arcuri. A dar voce alle prime 8 regioni, con lingue e poetiche differenti, Marta Cuscunà (Friuli Venezia Giulia), Davide Enia (Sicilia), Renato Gabrielli (Lombardia), Saverio La Ruina (Calabria), Alessandro Leogrande (Puglia), Marco Martinelli (Emilia Romagna), Michela Murgia (Sardegna), Vitaliano Trevisan (Veneto), Wu Ming 2 e Ivan Brentari (intermezzo). A chiudere la stagione (12 giugno) Ritratto di una Capitale – Trittico delle Corrispondenze, nuovo affresco dipinto attraverso una selezione di Lettere scritte alla Capitale da studenti delle scuole superiori e un montaggio di cartoline firmate da turisti stranieri cui sono intrecciati testimonianze di artisti e letterati del passato in visita a Roma, su creazione della Compagnia Menoventi. Infine, a siglare l’opera, riproponiamo Alla città morta – Prima Epistola ai Romani di Daniele Timpano e Elvira Frosini, tassello già applaudito nel primo Ritratto di una Capitale.
  • Storie di famiglia è un “territorio” in continua ridefinizione, specchio dei cambiamenti e delle distorsioni della società, che all’Argentina propone il ritorno, dopo Emilia, di Claudio Tolcachir con Il Caso della famiglia Coleman, ancora uno scavo nel microcosmo di una famiglia al limite della dissoluzione (9 ottobre); a prendere vita i personaggi/prigionieri delle ossessioni di un capocomico, con la messinscena della loro vicenda reale fatta di conflitti esasperati, Sei personaggi in cerca d’autore, regia di Luca De Fusco, con protagonista Eros Pagni, una rilettura pirandelliana in equilibrio tra cinema e teatro (6 febbraio). All’India: dEVERSIVO di Eleonora Danco, un corpo a corpo tra inconscio e consapevolezza (19 ottobre); Settimo Cielo, diretto da Giorgina Pi, commedia che dall’Africa coloniale si sposta nella Londra swingingdella rivoluzione sessuale (14 febbraio); seguono Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata, sull’amore tra due uomini e sul complicato percorso verso la paternità (24 gennaio); Mi sa che fuori è primavera, dal testo di Concita de Gregorio, regia di Giorgio Barberio Corsetti, tragica vicenda di una madre dei nostri giorni privata delle due piccole figlie dal marito che si suicida senza lasciare traccia delle bambine (8 maggio).

Sono sempre storie di famiglia Re Lear, Macbettu; Riccardo II, Hamletmachine, Antigone, Emone, Pouilles – Le ceneri di Taranto; Disgraced; Il Sindaco del Rione Sanità; Reparto Amleto.

  • Shakespeare nostro contemporaneo è un viaggio in 5 dei suoi capolavori restituiti con sensibilità dell’oggi: dal già citato Re Lear, che Giorgio Barberio Corsetti affronta con un linguaggio attualissimo coinvolgendo il pubblico (21 novembre, Argentina), al Riccardo II di Peter Stein, con Maddalena Crippanei panni maschili del re d’Inghilterra (12 dicembre, al Teatro Nazionale); dal Macbettuin sardo, ma alla maniera della tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini, per la regia di Alessandro Serra, proposta audace che traspone l’opera nel cuore di un’immaginaria Barbagia (4 maggio, Argentina); al nuovo allestimento di Hamletmachine di Heiner Müller, che Robert Wilson riporta in scena, dopo trentuno anni, con quindici attori dell’ultimo anno dell’Accademia Silvio d’Amico, proprio come nella sua prima messinscena del 1986 con gli allievi della New York University (11 dicembre, India); Reparto Amleto di Lorenzo Collalti, dove ritroviamo il Principe di Danimarca ricoverato in un ospedale in preda ad un attacco isterico (9 gennaio, India).
  • Trittico Dostoevskij è la proposta di viaggio nell’opera e nella visione dell’autore russo: dall’innovativo allestimento di Delitto e castigo del moscovita Konstantin Bogomolov, tra le voci più provocatorie della scena russa, che attualizza la vicenda a partire dal protagonista Raskol’nikov, qui un immigrato africano che si rende colpevole di omicidio uccidendo una donna bianca e sua figlia (3 aprile, Argentina); alla proposta di una doppia riscrittura all’India: quella di Alfonso Santagata con IMalvagi, daMemorie dalla casa dei morti,  un mondo di sopravvissuti, esiliati, condannati in un campo di prigionia siberiano (5 aprile), e quella di Letizia Russo con Ivan, dai Fratelli Karamazov, con Fausto Russo Alesi diretto da Serena Sinigallia (12 aprile).
  • Il Dovere della Memoria perché al centro della scena ci sia il ricordo e il confronto con la nostra eredità storica, affinché anche le nuove generazioni ne diventino testimoni. Su questa linea produciamo all’India: Il coraggio di dire no di Alessandro Albertin su Giorgio Perlasca, un “giusto tra le nazioni” (14 novembre); il monologo su Primo Levi con Jacob Olesen (12 gennaio); ritorniamo agli anni di piombo con Viva l’Italia – Le morti di Fausto e Iaio, di Roberto Scarpetti (15 maggio).Tra le proposte: Shoa, frammenti di una ballata di e con Fabrizio Saccomanno e Redi Hasa, storie di adolescenti al tempo della Shoah (31 gennaio); La Primavera di Praga di Jitka Frantova, moglie del politico ceco Jiri Pelikan, in prima linea contro l’invasione dei carri armati russi nel 1968 (23 maggio); Tante facce nella memoria sull’eccidio delle Fosse Ardeatine, regia di Francesca Comencini (23 gennaio).

Ad Aldo Moro è dedicata una maratona di proposte, a 40 anni dalla sua tragica morte: Corpo di Stato di e con Marco Baliani, Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia di e con Ulderico Pesce, Aldo Morto di e con Daniele Timpano, la proiezione del film Buongiorno notte di Marco Bellocchio, Il caso Moro di Giorgio Ferrara, Piazza delle Cinque Lune di Renzo Martinelli, l’opera musicale Non guardate al domani di Filippo Del Corno (7 maggio, Argentina).

 

  • Anatomia del potere ovvero strategie, rappresentazioni e trasformazioni del mondo, quelle della coscienza collettiva e quelle per silenziare il pensiero. Cuore del percorso Antigone di Federico Tiezzi ad intrecciare i religiosi valori familiari e le esigenze dell’ordine pubblico (27 febbraio, Argentina); la stessa tragedia, ma vista dagli occhi del figlio di Creonte, Emone, che Antonio Piccolo riscrive sul ritmo di un napoletano reinventato (10 aprile, India); Il Sindaco del Rione Sanità secondo Mario Martone, il suo primo Eduardo dal forte senso politico e civile in dialogo con il Nest di San Giovanni a Teduccio, giovane realtà teatrale operante in uno dei quartieri più difficili del capoluogo campano (17 aprile, Argentina). Sulla “democrazia”, ovvero sulla possibilità o meno dell’uguaglianza, Romeo Castellucci interroga Alexis de Tocqueville con Democracy in America (11 maggio, Argentina). Seguono Il Capitale di Karl Marx, regia di Marco Lucchesi, progetto speciale Mibact, rilettura contemporanea come fonte identitaria del presente (19 giugno, Argentina); ci riporta ai nuovi terrorismi Echoes, regia di Massimo Di Michele, due voci di donna per raccontare la Jihad (19 aprile, India); La lotta al terrore di Lucia Franchi e Luca Ricci, un attacco terroristico ad un supermercato raccontato da una sala riunioni comunale (17 gennaio, India). Continua l’impegno per la legalità con il terzo atto di Dieci storie proprio così, di Emanuela Giordano e Giulia Minoli (21 marzo, India).

 

Nella sezione anche: Re Lear, Riccardo II, Macbettu, Reparto Amleto, Viva l’Italia, Aldo Moro, Echoes.

  • Il teatro delle lingue. Le lingue del teatro offre al Teatro India: la dedica al drammaturgo, attore e regista siciliano Franco Scaldati con il dittico dei Vetrano/Randisi, il già citato Ombre folli e Totò e Vicé, teneri e surreali clochard dell’anima (21 novembre); mentre un poeta sconosciuto, anch’esso siciliano, come Nino Gennaro, è omaggiato con Padiglione Verdastro, una “partitura” che darà voce a poeti e autori come Carlo Emilio Gadda, Ettore Petrolini, Sandro Penna e Petronio (8 maggio). Alla Sardegna è riservato un trittico composto dal Macbettu di Alessandro Serra, a cui si aggiungono Quasi Grazia (30 gennaio), di Marcello Fois, sulla figura del Premio Nobel Grazia Deledda, interpretato da un’altra scrittrice, Michela Murgia, anche autrice di Accabadora (1 marzo), con Monica Piseddu, sul tema dell’eutanasia e della maternità surrogata; entrambe le regie sono affidate a Veronica Cruciani. Con una lingua di nuovo conio si inserisce Antonio Piccolo, drammaturgo rivelazione del Premio Platea, che con Emone riscrive l’Antigone (10 aprile). All’Argentina è di scena la lingua di Goldoni con Arlecchino servitore di due padroni, a vent’anni dalla scomparsa di Giorgio Strehler, un inarrestabile fiume in piena con le maschere della commedia dell’arte che continuano a incantare i palcoscenici del mondo (15 maggio). Ancora un omaggio a Pier Paolo Pasolini, con Ragazzi di vita, creazione corale e struggente su drammaturgia di Emanuele Trevi, che ha riportato sul palcoscenico la lingua pasoliniana riavvicinando il teatro alla letteratura e rafforzando il legame tra il teatro stesso e le radici identitarie della Città (21 dicembre).

Nel “teatro delle lingue” ritroviamo anche: Ragazzi di vita, Il Sindaco del Rione Sanità, Theatrum Mundi Show

  • Romanzi fiabe e poesia in scena propone la versione teatrale di uno dei più importanti romanzi del secondo Novecento, Il nome della rosadi Umberto Eco, nell’adattamento di Stefano Massini e per la regia di Leo Muscato, best seller tradotto in 47 lingue e vincitore del Premio Strega nel 1981, un omaggio nel primo anniversario della scomparsa del grande intellettuale (23 gennaio, Argentina). È tempo di fiabe per grandi con Fabrizio Arcuri che sceglie Cenerentoladi Joël Pommerat, autore e regista tra i più apprezzati in Europa (24 aprile, India). Per grandi e piccini, invece, La rivolta delle ombre, su drammaturgia Roberto Scarpetti, regia di Clara Gebbia, suggestivo gioco di ombre sul mondo del teatro e sul suo futuro (6 marzo, Argentina); mentre Pippo Di Marca ci accompagna in un poetico viaggio-odissea, lungo sette secoli per una summa della parola occidentale da Cavalcanti ai giorni nostri con Theatrum Mundi Show (20 marzo, India). Infine, l’artigiano della scena, Riccardo Caporossi, ci riceve nel suo “teatro da camera”, tra storie, romanzi fatti a pezzi, commedie, scherzi, trucchi, per raccontare l’uomo con la metafisica purezza della marionetta (19 ottobre).

 

Il percorso continua con il trittico Dostojevskij e la messinscena dei romanzi Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio, Accabadora di Michela Murgia, Quasi Grazia di Marcello Fois.

  • Dittico dei Lumi apre il sipario su Casanova e su Mozart all’India: il primo con Sandro Lombardi, Il ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler (1918), si trasforma in opera teatrale attraverso l’artificio di Federico Tiezzi di far parlare il protagonista in prima persona (28 novembre); il secondo con Giuseppe Cederna, Mozart, il sogno di un clown (10 gennaio), brillante monologo con musica dal vivo sul celebre artista austriaco, un viaggio tra la vita del genio e il miracolo della sua musica.
  • Trittico delle religioni è un affondo nel complesso rapporto tra le fedi religiose e il mondo odierno, con uno sguardo alle radici della nostra civiltà, che propone all’Argentina Il giorno di un Dio con cui Cesare Lievi intesse dodici frammenti scenici alla ricerca dell’eredità rimasta dalla pubblicazione delle “95 tesi” contro le indulgenze papali di Martin Lutero (12 gennaio); mentre all’India Heretico della compagnia Leviedelfool, tra religione e scienza, porta in scena sette tracce musicali e altrettanti brani abitati da tre attori e una danzatrice (6 novembre); Disgraced diretto da Jacopo Gassmann, moderna tragedia sul rapporto tra società occidentale e religioni che si consuma durante una cena tra vecchi amici (6 marzo).
  • Teatri della scienza per interrogarsi sui confini della scienza, tra contemporaneità e relazioni, all’Argentina con Copenaghen portato in scena dal tris di interpreti Orsini/Popolizio/Lojodice, per interrogarsi sulla responsabilità morale e politica della scienza (24 ottobre); all’India con La domanda della regina, del drammaturgo Giuseppe Manfridi e del fisico Guido Chiarotti, regia di Piero Maccarinelli, ci si ritrova in un pranzo tra un Professore e un tale Dario per discutere di crisi finanziaria, fino all’arrivo di una donna che accenderà il dibattito sulla complessità delle relazioni (28 febbraio); Walking on the moon di Fabio Morgan è una fiaba contemporanea sulla tecnologia, la realtà virtuale e le possibilità umane (2 maggio).
  • Teatri del Lavoro apre una riflessione sul mondo dell’occupazione e sulle sue problematiche affrontate all’Argentina da: Ritratto di una Nazione – L’Italia al lavoro, polifonico paesaggio teatrale ideato da Antonio Calbi e Fabrizio Arcuri; La classe operaia va in paradiso, dalla sceneggiatura di Elio Petri alla penna di Paolo Di Paolo, regia di Claudio Longhi, per analizzare la recente storia politica e culturale del nostro paese ossessionato dal lavoro, alienato e sottomesso alla logica della fabbrica infernale (22 maggio); Il Capitale di Karl Marx, regia di Marco Lucchesi, progetto speciale Mibact (19 giugno).
  • Corpus Mundi rivolge uno sguardo alla potenza fisica, plastica ed espressiva dei corpi che si mostrano in scena con tutta a loro carica emotiva, all’Argentina con Bestie di scena di Emma Dante, esempio di un teatro che plasma fino al possesso il corpo degli interpreti rendendoli simbolo di una comunità in fuga (13 ottobre); mentre all’India le opere coreografiche Euforia di Silvia Rampelli (19 settembre); Thanks for hurting me di Enzo Cosimi sul “dolore” a chiudere la trilogia Sulle passioni dell’anima (26 settembre); Amore mio di Julie Ann Anzilotti, in cui pensieri e desideri si esprimono con una scambio costante di gesti e movimenti, con danzatori diversamente abili (7 novembre).
  • mondi in scena è il segmento che ci fa strada tra i valori, le identità, la storia di un mondo in continuo movimento, a partire dagli spettacoli di Romaeuropa Festival che sui nostri palcoscenici porterà il lavoro e gli sguardi di grandi artisti della scena internazionale. Si prosegue con Short Theatre di cui il Teatro di Roma accoglie negli spazi del Teatro India: Guerrilla della compagnia catalana El Conde de Torrefiel, Nachlass–Pièces sans personnes dei Rimini Protokoll (corealizzato con Romaeuropa) e la restituzione finale dell’Ecole des Maîtres, master internazionale di alta formazione, quest’anno curato e diretto dal collettivo belga Transquinquennal; oltre al progetto europeo sulla drammaturgia contemporanea Fabulamundi.

Seguono all’Argentina Profumo di Korea (Hangguk ui Hyangghi) in collaborazione con l’Istituto culturale coreano (3 ottobre), e Il Caso della famiglia Coleman del regista e autore argentino Claudio Tolcachir, divenuto un classico del teatro contemporaneo che continua a calcare i palcoscenici internazionali.

 

  • IL TEATRO FA GRANDE è il palcoscenico per i piccoli e per i ragazzi, a cui rivolgiamo la nostra formula “Il futuro ha un cuore antico”, a conferma dell’impegno del Teatro di Roma a formare il pubblico di domani e a investire sulle nuove generazioni di spettatori. Sono 15 i titoli in programma, tra cui quattro produzioni: La rivolta delle ombre di Roberto Scarpetti; Primo di Jacob Olesen; mentre il Piero Gabrielli, regia di Roberto Gandini, presenta Infuturarsi e il nuovo saggio-spettacolo. Tra le ospitalità: Aida di Verdi, il nuovo progetto di Europa InCanto che anche nella prossima stagione farà cantare migliaia di bambini; La Divina Commedia raccontata ai bambini di Laura Nardi, Il canto di Natale di Tiziano Panici, un suggestivo Ritratto d’Artista dedicato al Teatro delle Apparizioni con Fiabe da Tavolo, I musicanti di Brema, Il Tenace Soldatino di Piombo; segue Biancaneve di Michelangelo Campanale, AHIA! di Damiano Nirchio, Il principe Mezzanotte di Alessandro Serra (in contemporanea al suo Macbettu), Una losca congiura di Sergio Tofano e Odissea di Flavio Albanese.
  • IL TEATRO DI ROMA e il teatro PALLADIUM: continua la collaborazione tra le due istituzioni, che quest’anno si concretizza con la mozione di 4 proposte, Le serve di Jean Genet, regia di Giovanni Anfuso; il dittico dedicato da Jacopo Gassmann al Teatro di Chris Thorpe con due testi dell’autore inglese, There has possibly been an incident e Confirmation; seguono Svenimenti delle Belle Bandiere, dagli atti unici, lettere e racconti di Cechov, e Vestire gli ignudi per la regia di Gaetano Aronica.
  • partnership il Teatro di Roma è un “teatro aperto” a tutti, come lo deve essere un teatro pubblico: discipline, artisti, spettatori, altre istituzioni culturali, grandi o piccole esse siano, pubbliche o indipendenti, vi sono accolte. E dunque anche nella prossima stagione rinnoviamo la nostra collaborazione, sostegno, partnership a Romaeuropa Festival, Short Theatre, Garofano Verde, Dominio Pubblico, Filarmonica di Roma, Fondazione Teatro Palladium e con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico con cui apriamo una collaborazione a partire dall’Hamletmachine di Bob Wilson e con gli spettacoli Un ricordo d’inverno, regia di Lorenzo Collalti, e Notturno di donna con ospiti, regia di Mario Scandale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ufficio Stampa Teatro di Roma:

Amelia Realino

tel. 06.684.000.308 I 345.4465117

e_mail ufficiostampa@teatrodiroma.net

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