Jan Fabre La Purezza della Misericordia. Cappella del Pio Monte della Misericordia, Napoli. Foto: Luciano Romano
La Purezza della Misericordia
La Libertà della Compassione
La Rinascita della Vita
La Liberazione della Passione
Installazione permanente di quattro sculture in corallo rosso
A cura di Melania Rossi
Cappella del Pio Monte della Misericordia
Napoli
Inaugurazione: 21 dicembre 2019 ore 11,30
Jan Fabre ha creato un corpus di quattro sculture in corallo rosso che rappresentano complesse associazioni simboliche e iconografiche, concepite per essere poste in stimolante dialogo con i dipinti seicenteschi già esistenti nelle cappelle. Le sculture – ciascuna alta 110 cm e del peso di circa 50 kg – sono interamente ricoperte di corallo rosso (sotto forma di roselline, perle e mezze perle e di piccoli cornetti). La scelta del corallo – materiale naturale che, sebbene raro e prezioso, è già ampiamente documentato nella produzione artistica napoletana – è evidentemente carico di significati simbolici ed implica una suggestione spirituale di energia e di forza vitale.
Se fin dai primi anni Ottanta il corpo in tutte le sue forme è l’oggetto centrale della ricerca di Jan Fabre e un tema ricorrente della sua produzione artistica Un posto particolare, in questa costellazione concettuale, è occupato dal cuore – elemento centrale di ciascuna scultura – simbolo, al tempo stesso fisico e spirituale, di compassione e di amore universale, e rappresentazione dell’unità centrale di una saggezza costituita da sentimento e pensiero.
Nelle sculture che oggi vengono presentate, a ciascuno dei quattro cuori qui raffigurati sono legati elementi diversi, ma sempre muniti di forte suggestione simbolica ed in relazione costante con il contesto estetico e spirituale di riferimento. La Purezza della Misericordia con il giglio, attributo dell’immacolata purezza di Maria e la mascella d’asino come metafora direttamente prelevata dalle “Sette Opere di Misericordia” di Caravaggio (1606 -1607) per indicare l’atto di “dare bere agli assetati”. La Libertà della Compassione presenta la colomba, simbolo dello Spirito Santo, e rinvia al “San Paolino che libera lo schiavo” di Giovan Bernardo Azzolino (1626-1630). La Rinascita della Vita con l’edera, figura della resurrezione e della vita eterna, che avvolge la croce, simbolo centrale del cristianesimo e albero della vita, intende porsi in dialogo con la “Deposizione” di Luca Giordano (1771). La Liberazione della Passione nella quale la torcia, emblema di illuminazione e di speranza, e la chiave, simbolo di San Pietro e della porta del regno dei cieli, si pongono in rapporto con il “San Pietro che resuscita Tabithà” di Fabrizio Santafede (1611).
La pubblicazione che affianca il progetto espositivo, edita da Electa Mondadori e a cura di Melania Rossi, contiene testi di Luigi Pietro Rocco di Torrepadula, Gianfranco D’Amato e Vincenzo Liverino, saggi di Stefano Causa, Bianca Cerrina Feroni, Dimitri Ozerkov, Melania Rossi, Els Wuyts, oltre ai disegni collage realizzati dall’artista.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla generosità e all’amore per l’arte del collezionista Gianfranco D’Amato, e di Enzo Liverino, proprietario di una storica azienda che lavora ed esporta corallo.
La mostra è realizzata con il contributo di