Proseguono gli appuntamenti che il Teatro di Roma dedica alla coreografia contemporanea con GRANDI PIANURE, vetrina sugli spazi sconfinati della danza curata da Michele Di Stefano, che dall’Angelo Mai si sposta al Teatro India,martedì 3 e mercoledì 4 luglio, con due proposte firmate dal coreografo inglese Jonathan Burrows e dal compositore Matteo Fargion, artisti internazionali che ritornano a Roma dopo vent’anni di assenza con una serie di duetti in cui mescolano la formalità della composizione musicale classica con un approccio aperto e anarchico alle prestazioni e al pubblico.
Primo appuntamento martedì 3 luglio (ore 21) con BOTH SITTING DUET/BODY NOT FIT FOR PURPOSE, due suggestive performance in equilibrio tra ritmo, suono e movimento. Si inizia con Both Sitting Duet, composizione per mani e braccia, un lavoro che esplora quella zona interstiziale, estremamente affascinante, a cavallo tra musica e coreografia. Seduti l’uno accanto all’altro su due sedie, Burrows e Fargion interpretano con precisione e in assoluta concentrazione una composizione musicale per il corpo, leggendone la partitura, basata sul pezzo For John Cage di Morton Feldman. Per 45 minuti i due eseguono un contrappunto ritmico che riflette la relazione di lunga durata tra i due performer. Ciascuno ha scritto delle istruzioni per il movimento nel proprio linguaggio: lo spartito di Fargion è con le note, quello di Burrows con numeri. Anche se in realtà non c’è musica, il pezzo viene eseguito in silenzio. In perfetto unisono, le mani volteggiano nell’aria e si intersecano nello spazio, le dita si muovono su torace, braccia e gambe, le spalle ruotano avanti e indietro. Ogni dettaglio, ogni fibra del corpo, ogni occhiata o sorriso schivo, sino allo scricchiolio delle sedie, è essenziale per la performance. Nel suo dialogare tra ritmo, suono e gesto, Both Sitting Duet è una coreografia semplice e straordinaria che parte dalla vita di tutti i giorni dando rilievo anche all’insignificante. Segue Body Not Fit For Purpose, il primo lavoro apertamente politico del duo, creato per la Biennale Danza di Venezia nel 2014, che esprime il legame tra significato e azione, sollevando dubbi e interrogativi in mezzo alle risate. Tutto ruota intorno all’inadeguatezza di un corpo che danza nell’esprimere le preoccupazioni e, allo stesso tempo, la radicalità intrinseca del tentativo.
Mercoledì 4 luglio (ore 21) è la volta di SPEAKING DANCE, performance in cui Burrows e Fargion continuano l’indagine sul modo in cui viene percepito il rapporto tra musica e danza, e sui confini – fragili ma permeabili – tra i due mondi. Come è tipico del loro stile, i due artisti ci pongono davanti a delle meditazioni formali, ma cariche di humor, sulla natura della comunicazione e sul rapporto tra performer e pubblico. Una meditazione formale ma umoristica sulla natura della comunicazione e il rapporto con l’altro.
Tra musicalità, gesto e parola ritmica, le performance coniugano rigore intellettuale e inaspettato umorismo, affondando le radici nella passione condivisa dei due performer per la musica classica, che associano con un approccio performativo aperto alla relazione col pubblico, anarchico e gioioso.
La vetrina sulla coreografia contemporanea G R A N D I P I A N U R E si sposta al Teatro India
con due proposte firmate dal coreografo inglese Jonathan Burrows e dal compositore Matteo Fargion:
BOTH SITTING DUET/BODY NOT FIT FOR PURPOSE / MARTEDÌ 3 LUGLIO
composizione musicale per il corpo su partitura di For John Cage di Morton Feldman
SPEAKING DANCE / MERCOLEDÌ 4 LUGLIO
viaggio nel rapporto tra musica e danza, e sui confini tra i due mondi