LA BATTAGLIA DI CADORE. STORIA, CONTESTI, COPIE DA TIZIANO
UNA MOSTRA DOSSIER TRA ARTE E STORIA, CHE SI SVILUPPA ATTORNO A UNA DELLE RARE COPIE DEL TELERO DI TIZIANO VECELLIO
Ospitata nella Casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore (Belluno) dal 10 luglio (inaugurazione alle 17.00) al 19 settembre l’esposizione ripercorre un’importante pagina di storia del Cadore, scritta cinque secoli fa, partendo dal dipinto attribuito a Leonardo Corona, ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze: si tratta una delle rare copie coeve del dipinto realizzato dal celebre pittore cadorino e andato distrutto durante il rogo che investì il Palazzo Ducale a Venezia nel 1577.
L’iniziativa è un tributo ai 1600 anni di Venezia, con la quale il Cadore sancì il proprio legame attraverso la Dedizione nel 1420.
La Magnifica Comunità di Cadore non disattende le aspettative e anche quest’anno, per la quinta estate consecutiva, alletta cittadini e turisti con una mostra dossier che approfondisce la storia e l’identità del territorio attraverso l’arte e il richiamo di uno dei suoi più celebri artisti, Tiziano Vecellio. Dal 10 luglio al 19 settembre nella Casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore (Belluno) si può infatti visitare l’esposizione “La Battaglia di Cadore. Storia, contesti, copie da Tiziano”: si tratta di un racconto che si sviluppa attorno al dipinto “Battaglia” (metà del XVI secolo), attribuito al veneziano Leonardo Corona (o, comunque, ad un pittore di scuola veneta), ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, che è telero (vaste composizioni pittoriche su tele, riunite in cicli storico – narrativi, che divennero nel Quattrocento e nel Cinquecento la decorazione murale preferita a Venezia) realizzato da Tiziano e andato distrutto durante il rogo di Palazzo Ducale a Venezia nel 1577. Una piccola sezione con dipinti di autori del Novecento è inoltre ospitata nel Palazzo Municipale di Valle di Cadore.
L’inaugurazione avverrà sabato 10 luglio alle 17.00 alla presenza delle autorità locali, del direttore dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore Matteo Da Deppo e della storica dell’arte e consulente scientifica della Magnifica Comunità di Cadore Letizia Lonzi.
Una pagina di storia che segna un duplice anniversario. L’attività espositiva dell’estate 2021 si inserisce nelle celebrazioni nazionali promosse per i 1600 anni dalla fondazione della città di Venezia dando, al contempo, continuità all’attività di analisi, studio e promozione dei secolari rapporti tra il Cadore e la Serenissima Repubblica, tematica approfondita negli ultimi anni e al centro del dibattito storico locale.
A cinquecento anni dalla disputa di una delle battaglie più importanti della storia moderna, che cambiò le sorti e i giochi di potere nello scenario europeo, si ricorda lo scontro che avvenne proprio in Cadore, il 2 marzo 1508, nei dintorni di Valle di Cadore, nella località detta di Rusecco, e che vide contrapporsi l’armata imperiale di Massimiliano I e l’armata veneziana capitanata dal celebre condottiero Bartolomeo D’Alviano; si tratta di un episodio ben noto alla storia militare e politica dell’Europa all’avvio del Cinquecento, e già Macchiavelli e Guicciardini ne colsero l’importanza.
Il dipinto di Tiziano. Il celebre pittore Tiziano Vecellio, nato a Pieve di Cadore, si offrì di eseguire, fin dal 1513, un telero avente per soggetto la raffigurazione della Battaglia, destinato alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, avendo bene in mente la Battaglia di Anghiari di Leonardo e la Battaglia di Cascina di Michelangelo. La consegna non avvenne però prima dell’agosto 1538 e l’opera ebbe vita breve poiché andò bruciata nell’incendio del 1577, evento che devastò l’intero Palazzo.
Per desumere l’aspetto dell’opera oggi ci si deve dunque affidare ad altre fonti quali disegni preparatori, stampe, un disegno successivo di Rubens, la copia pittorica coeva (olio su tela) di Leonardo Corona.
La Battaglia di Cadore, opera di grande pregio e straordinario documento storico, arrivò a Palazzo Pitti nel Seicento grazie al Cardinal Leopoldo de’ Medici, e ha lasciato Firenze negli ultimi decenni solo per poche mostre, a Venezia, Pordenone e in Giappone.
Il soggetto raffigurato nella scena non è stato identificato in maniera definitiva, ma secondo Carlo Ridolfi, noto per aver scritto una raccolta di biografie di pittori veneti e per il volume Le Maraviglie (1648), rappresenta la Battaglia di Cadore (1508) nella quale i Veneziani capitanati da Bartolomeo d’Alviano
sconfissero l’esercito imperiale comandato da Massimiliano I d’Asburgo. I critici, dall’Ottocento ad oggi, hanno tentato, attraverso l’identificazione araldica delle bandiere, di stabilire a quale battaglia si riferisca il dipinto, ma nonostante le varie ipotesi ancora nessuno è giunto ad una definizione certa.
Dagli Uffizi al Louvre, tracce di arte e di storia. Per costruire la mostra dossier è stata avviata una ricerca delle fonti che ha spaziato non solo in Veneto, ma in tutta Italia e anche in Europa. Al centro della mostra c’è l’autorevole prestito della tela solitamente conservata nei depositi delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e ad esso sono affiancati un’incisione della Battaglia di Cadore ad opera del Fontana, e altre testimonianze storiche relative alla battaglia.
La sede espositiva. La Casa natale di Tiziano si trova nel cuore di Pieve di Cadore e all’epoca della costruzione, nel Quattrocento, rappresentava la dimora tipica di una famiglia locale distinta, che annoverava, tra i suoi componenti, personaggi di prestigio: notai, mercanti di legname, incaricati della gestione della cosa pubblica. L’edificio odierno è composto da due piani in muratura, dalla planimetria irregolare, con ballatoi, scala esterna in legno e tetto a due falde con copertura a scàndole. Al pianterreno vi è l’ampio locale con pavimento in legno a tronchetti utilizzato per le esposizioni. Salita la ripida scala in legno, si accede al piano superiore, nelle cinque suggestive stanze dove probabilmente Tiziano trascorse l’infanzia e, successivamente – dopo il suo trasferimento a Venezia – soggiornò ogni volta che faceva ritorno in patria. Qui aleggia ancora lo spirito dell’artista: lo si percepisce nella cucina con il grande foghér (focolare), lo si avverte nelle due camere ma, soprattutto nell’intimità della stùa, foderata di legno e con il rustico soffitto a cassettoni. L’emozione di calcare le assi del pavimento malferme dal tempo o le pietre levigate della cucina che videro nascere e crescere il genio dell’arte pittorica del Rinascimento, è un’esperienza straordinaria.
Orari di apertura della mostra:
10 luglio – 19 settembre 2021
Orari: 9.30 – 12.30; 15.00 – 18.00
Per informazioni: http://www.magnificacomunitadicadore.it/, tel. 0435 32262, info@magnificacomunitadicadore.it