La Biennale di Venezia /
I Leoni della Biennale Teatro 2024:
Back to Back Theatre Leone d’oro alla carriera
Gob Squad Leone d’argento
E’ la compagnia Back to Back Theatre, capofila del rinnovamento teatrale in Australia e fra le più conosciute al mondo a fare della disabilità strumento di indagine artistica, il Leone d’oro alla carriera della Biennale Teatro 2024 (15 > 30 giugno). Al collettivo anglo-tedesco Gob Squad, alfiere di nuovi modi di combinare media e performance che mettono al centro lo spettatore, va il Leone d’argento. Lo ha stabilito il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, su proposta dei direttori del settore Teatro Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte).
La cerimonia di consegna del Leone d’argento si terrà domenica 16 giugno nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale; il Leone d’oro alla carriera verrà consegnato in chiusura di Festival, domenica 30 giugno, sempre nella Sala delle Colonne.
Il Leone d’oro alla carriera
Fondata nel 1987 da un nucleo di artisti – Simon Laherty, Sarah Mainwaring, Scott Price – tutti diversamente abili, cui si aggiunge nel 1999 Bruce Gladwin come direttore artistico, Back to Back Theatre conquista le platee di tutto il mondo nell’arco di trent’anni e con oltre trenta titoli. Opere che affrontano tematiche sociali, politiche, filosofiche mettendo in discussione la costruzione dei nostri immaginari e la nostra percezione della normalità. Un percorso costellato di premi, dall’International Ibsen Award nel 2022, all’Herald Angel Critics’ Award dell’International Edinburgh Festival nel 2014 e al Bessie Award di New York nel 2008 oltre ai tanti Green Room Awards collezionati in patria.
“I Back to Back Theatre, sotto la guida di Bruce Gladwin – secondo Stefano Ricci e Gianni Forte – espongono la vulnerabilità degli organismi per amplificare il senso di una comunicazione che limita, che impedisce… I corpi in scena diversamente abili dei Back to Back, nei paesaggi distopici di un reale che ruggisce, al di là della rappresentazione artistica sono realmente presenti e assumono un significante altro. Una parabola visionaria di comunicazione che disintegra con ferocia poetica ogni pregiudizio, ogni stigma di compassione: se il corpo ha limiti espressivi, tali demarcazioni in scena diventano a loro volta grammatica differente. Le nostre paure, le puritane tolleranze, la cecità morale vengono soffiate via dalle fiabe crudeli dei mondi perigliosi dei Back to Back Theatre, dove la diversità è portatrice di amplificazione di conoscenza, di inclusione, per curare le deformità di consapevolezza di noi apparenti abili. …Perché qualunque limitazione una persona possa sentire, spetta a noi in quanto consorzio umano il doverla rimuovere; questo fa la cultura, questo è il teatro da meritare, questo e molto altro è il Back to Back Theatre”.
Back to Back Theatre arriva per la prima volta in Italia alla Biennale Teatro con Food Court, in scena al Teatro Piccolo Arsenale il 28 e 29 giugno, spettacolo tra performance teatrale, concerto musicale, un profluvio di immagini e di emozioni.
Il Leone d’argento
“Tutto può succedere, e di solito succede di tutto. Ogni spettacolo è assolutamente un unicum. Ballati, suonati, cantati, i loro lavori, da cui si esce così come dopo i postumi di una sbornia, sono un’occasione irripetibile per condividere passioni e desideri”, affermano i direttori Stefano Ricci e Gianni Forte a proposito degli spettacoli di quei “guerrieri della performance” (Arts Journal) che sono i Gob Squad, un collettivo artistico nato a Nottingham nel 1994 e incoronato a documenta X di Kassel solo tre anni dopo. E proseguono i direttori motivando il Leone d’argento: “Le loro personali esplorazioni, definite Live Art, o meglio Life Art, sono permeate da un’acuta visione della società, in relazione all’esistenza urbana contemporanea, dove autenticità e illusione, utopia e banalità, immediatezza e macchine teatrali, vita reale e media, entrano continuamente in rotta di collisione. Così, improvvisando, servendosi sia in teatro che in ambiti site-specific delle quattro R, ovvero i quattro passe-partout (Rischio, Regole, Ritmo, Realtà) per sviluppare strategie inaspettate, sorprendersi, sfidare loro stessi e saper reagire agli eventi casuali all’interno di una drammaturgia, giocando con la percezione di ciò che è familiare e trasformando la vita quotidiana in un’epopea, i Gob Squad offriranno al pubblico – invitandolo ad andare al di là del tradizionale ruolo di spettatore passivo – la possibilità di brillare come testimone diretto e attore principale di questo rito”.
Alla Biennale il collettivo inaugurerà il 52. Festival il 15 giugno al Teatro Piccolo Arsenale con Creation (Pictures of Dorian), dichiaratamente ispirato al romanzo di Oscar Wilde: una originale riflessione sulla gioventù e lo scorrere del tempo, tra l’arte, la vita e il culto della bellezza. Una delle loro più intriganti video installazioni, emblematica del lavoro con le immagini di Gob Squad, Elephants in Rooms, ovvero 14 finestre sul mondo, sarà esposta lungo tutto l’arco del Festival al Padiglione 30 di Forte Marghera.
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In passato il Leone d’oro alla carriera per il Teatro è stato attribuito a Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouchkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011), Luca Ronconi (2012), Romeo Castellucci (2013), Jan Lauwers (2014), Christoph Marthaler (2015), Declan Donnellan (2016), Katrin Brack (2017), Antonio Rezza e Flavia Mastrella (2018), Jens Hillje (2019), Franco Visioli (2020), Krzysztof Warlikowski (2021); Christiane Jatahy (2022); Armando Punzo (2023).
Il Leone d’argento, dedicato alle promesse del teatro o a quelle istituzioni che si sono distinte nel far crescere nuovi talenti, è stato attribuito a Rimini Protokoll (2011), Angélica Liddell (2013), Fabrice Murgia (2014), Agrupación Señor Serrano (2015), Babilonia Teatri (2016), Maja Kleczewska (2017), Anagoor (2018), Jetse Batelaan (2019), Alessio Maria Romano (2020), Kae Tempest (2021); Samira Elagoz (2022); FC Bergman (2023).
Tutti i dettagli sul sito della Biennale di Venezia: www.labiennale.org
Cenni biografici
Con sede a Geelong, centro dello stato australiano di Victoria, la compagnia Back to Back Theatre, fondata nel 1987, è guidata da un ensemble di attori – Simon Laherty, Sarah Mainwaring, Scott Price – che si identificano come disabili cognitivi o neurodivergenti e sono considerati fra i maggiori rappresentanti del teatro australiano.
Dal 2009 al 2023, la compagnia si è impegnata in 86 stagioni nazionali e 124 internazionali, considerando presentazioni e proiezioni nei migliori festival di teatro e di arte contemporanea di tutti i continenti – Edinburgh International Festival, London’s V&A Museum, Barbican, Vienna Festival, Holland Festival, Theater der Welt, Kennedy Center di Washington DC, Public Theater di New York, Festival Tokyo, West Kowloon Cultural District Authority di Hong Kong, Buenos Aires International Festival.
Fra i numerosi spettacoli, si ricordano small metal object (2007), primo successo internazionale, e Ganesh versus the Third Reich (2012), vincitore di un premio Helpmann. We’re People Who Do Shows ? Back to Back Theatre Performance, Politics, Visibility (2013) è il volume che raccoglie la storia della compagnia.
Dal 2009, la compagnia si è impegnata in laboratori focalizzati sull’eccellenza artistica e la pratica inclusiva raggiungendo oltre 34,000 partecipanti.
Back to Back Theatre ha ricevuto 22 premi tra nazionali e internazionali, fra cui: International Ibsen Award, Helpmann Award for Best Australian Work, Edinburgh International Festival Herald Angel Critics’ Award, due Age Critics’ Awards, un New York Bessie e Sidney Myer Performing Arts Group Award per il contributo di lunga data allo sviluppo del teatro in Australia. Nel 2015, il direttore artistico Bruce Gladwin ha ricevuto l’Australia Council for the Arts’ Inaugural Award for Outstanding Achievement in Theatre. La compagnia nel 2019 ha ricevuto il ‘Best Ensemble’ Green Room Awards.
Gob Squad è un collettivo di artisti britannici e tedeschi fondato a Nottingham nel 1994, mentre erano ancora alla Trent University, per poi spostarsi a Berlino nel 1999, dove la compagnia ha tutt’ora sede. I sette membri principali – Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will – condividono ogni responsabilità lavorando congiuntamente a ideazione, regia e performance delle loro opere. Altri artisti vengono chiamati a collaborare per progetti particolari. I Gob Squad cercano di esplorare il punto in cui il teatro incontra l’arte, i media e la vita reale. Vita quotidiana e magia, banalità e utopia, realtà e spettacolo entrano in rotta di collisione e il risultato imprevedibile è catturato dal video. Oltre ai teatri e alle gallerie, i Gob Squad presentano il loro lavoro nel cuore della vita urbana: nelle case, nei negozi, nelle stazioni della metropolitana, nei parcheggi, negli hotel o direttamente per strada. Spinti da un desiderio di esperienza collettiva e di rapporto autentico, i Gob Squad cercano un incontro con gli spettatori e i passanti che vada oltre il tradizionale ruolo passivo del pubblico.
La loro fama internazionale è cresciuta stabilmente fino a trovare spazio e rilievo all’interno di documenta X nel 1997. Rappresentati in tutto il mondo, fra i loro lavori si ricordano: Super Night Shot (2003), Gob Squad’s Kitchen (2007), vincitore del Drama Desk Award di New York, Saving the World (2008), vincitore del Goethe Preis all’Impulse Festival, Before Your Very Eyes (2011), selezionato per il Theatertreffen di Berlino e Western Society (2013), uno dei loro spettacoli di maggior successo.