Oggi la Fondazione Golinelli presenta il suo nuovo sistema d’identità e delinea importanti progetti di ampliamento e crescita, proiettando nel futuro i valori che la animano da sempre.
È stata fondata a Bologna nel 1988, ed è negli anni diventata un punto di riferimento per la
formazione e per la diffusione della cultura scientifica.
OPIFICIO GOLINELLI: 10 MILIONI DI EURO INVESTITI NEL FUTURO.
È prevista per giugno 2015 la nascita di Opificio Golinelli – nuova casa dal nome antico – il Centro per la conoscenza e la cultura a Bologna. In adiacenza all’area industriale di circa 3 ettari compresa tra via Emilia Ponente, Prati di Caprara e via Paolo Nanni Costa, occupata fino al 2008 dalla Società Fonderie Sabiem e ora dismessa, l’Opificio Golinelli sta già sorgendo grazie a un intervento di riqualificazione che ha richiesto un investimento di circa 10 milioni di euro. Questo spazio è destinato a divenire la sede del nuovo Centro per la conoscenza e la cultura: circa 9.000 metri quadri complessivi che verranno inaugurati a giugno 2015, che saranno pienamente operativi a partire da ottobre 2015 e che ospiteranno tutte le principali attività formative, educative e culturali della Fondazione Golinelli. Il Centro si articola in padiglioni e strutture indipendenti, connesse da un sistema di passeggiate, giardini e piazze che ricalcano la configurazione dello spazio pubblico cittadino. Il progetto architettonico è a cura di diverserighestudio. L’Opificio Golinelli, con gli spazi dedicati a bambini, giovani e adulti, sarà il cuore pulsante a cui fanno capo le attività di educazione, formazione, ricerca, divulgazione, promozione delle scienze e delle arti svolte dalla Fondazione Golinelli.
Se dal 2000 a oggi le attività della Fondazione hanno coinvolto oltre 850.000 persone, nel complesso delle tre sedi (Opificio Golinelli, Serre dei Giardini, spazio sotto il Voltone del Podestà: oltre 12.000 metri quadri totali) sono attese più di 100.000 visite all’anno.
CREATIVITÀ, PROGETTI E VALORI, PENSANDO AL 2100
“Il futuro è nostro: sta in capo alla nostra creatività e alla nostra fantasia immaginarlo, perché senza questa capacità d’immaginazione la nostra volontà non può indirizzarsi verso una meta” dice Marino Golinelli, fondatore e presidente della Fondazione. E ancora: “Come saremo nel 2100? Nessuno oggi lo può dire: ma già possiamo organizzare le nostre forze e le nostre risorse per cercare almeno di portare nel mondo che sarà, e che speriamo sostenibile, i valori che hanno contraddistinto il passato dal quale proveniamo”.
DEFINIRE L’IDENTITÀ PER TRASMETTERE CONTENUTI E VISIONE
Annamaria Testa, esperta di comunicazione e docente all’Università Bocconi, ha riprogettato l’intero sistema d’identità della Fondazione: loghi, nomi (“accorciando” il nome stesso della Fondazione, e riprogettando l’intero sistema dei nomi delle attività), grafica e siti internet. Le attività della Fondazione Golinelli sono molteplici, si rivolgono a pubblici differenti, presentano nuove prospettive e sono di altissima qualità: vanno comunicate in modo semplice e intuitivo, e vanno messe (anche sotto il profilo dell’immagine) a fattor comune perché sia possibile per chiunque averne una visione globale. Questi i criteri di base che hanno guidato l’intera, radicale operazione di restyling e messa a sistema di tutti gli elementi della comunicazione: semplicità, comprensibilità, declinabilità, leggibilità, impatto, consistenza, emozione. Tutti i nomi e le definizioni sono rigorosamente in italiano, senza nessuna tentazione inglesizzante: la Fondazione Golinelli guarda al mondo, sa comunicare (in tutte le lingue necessarie) con il mondo, ma è un’eccellenza italiana e la sua identità è italiana.
UN’OPERAZIONE DI PORTATA NAZIONALE
“La Fondazione sta imboccando una fase di sviluppo e crescita che sarà avviata a tutti gli effetti con un rinnovato assetto, a partire dall’inaugurazione dell’Opificio Golinelli” sottolinea Antonio Danieli, direttore della Fondazione. E aggiunge: “l’Opificio e i programmi futuri configurano un’operazione culturale di portata nazionale, confermando per Bologna il ruolo di capitale della cultura e dell’innovazione. In Italia i giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro sono il 44,2%. Noi ci stupiamo del fatto che a quella età i giovani non stiano studiando, non solo che non stiano lavorando. Il nostro impegno è teso a offrire nuovi ed efficaci percorsi educativi e formativi che aiutino la delicata transizione dei giovani all’età adulta, perché è soprattutto in quella fase che nasce il loro smarrimento. Ed è in quella fase che a tutti deve essere data l’occasione di trovare un’opportunità di crescita”.
ATTIVITÀ MOLTEPLICI, UN’UNICA, GRANDE VISIONE
Le attività della Fondazione Golinelli si sviluppano in sei grandi aree progettuali, accomunate dalla filosofia hands-on: il sapere conquistato attraverso lo sperimentare e il saper fare. Scuola delle idee: promuove la creatività a partire dalla primissima infanzia e si rivolge a bambini e ragazzi dai 18 mesi ai 13 anni. Raccoglie l’eredità di START-Laboratorio di culture creative, nato nel 2010 da una collaborazione tra la Fondazione e il Comune di Bologna, nominato nel 2011 tra i primi dieci Children Center europei. Oltre alla sede sotto al Voltone del Podestà di Piazza Re Enzo, troverà casa a Opificio Golinelli, raddoppiando così i propri spazi (4.000 metri quadrati). Tra le novità ci saranno un ulteriore investimento per le attività dell’età compresa tra i 18 mesi e i 3 anni, una maggiore attenzione alla formazione sulle nuove tecnologie degli studenti delle scuole secondarie di primo grado, la creazione di nuovi poli temporanei in altre città, la disponibilità di uno spazio polifunzionale all’interno di Opificio Golinelli con teatro e cinema, e di uno spazio esterno deputato alla didattica. Scienze in pratica: un progetto per accendere la passione negli adolescenti verso le scienze e le tecnologie mediante la sperimentazione in laboratorio (dai 14 ai 19 anni). Raccoglie l’eredità di Life Learning Center, centro di formazione e di ricerca sulle scienze della vita, nato nel 2000 da una partnership tra Fondazione Golinelli e Università di Bologna, in collaborazione con MIUR/USR Emilia-Romagna. Approderà in via Paolo Nanni Costa lasciando la sede di via della Beverara e raddoppierà i suoi spazi, ampliando gradualmente l’offerta formativa a tutte le discipline della scienza e della tecnologia (fisica, neuroscienze, nanotecnologie, robotica). Scienze in pratica diventerà il più grande laboratorio didattico sperimentale a posto singolo in Italia. Si rivolgerà a un target sempre più nazionale puntando in particolar modo sulla scuola estiva. Giardino delle imprese: è una scuola informale per promuovere tra i giovani la cultura imprenditoriale e formare i futuri imprenditori. Il progetto, avviato per volontà del Trust Eureka creato nel 2013 dalla Fondazione Golinelli, ha coinvolto 60 ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna in un sistema di lezioni teoriche ed esperimenti di imprenditorialità. La prima fase si è svolta nel luglio 2014 alle Serre dei Giardini Margherita (hub metropolitano per l’innovazione e la sensibilizzazione alla cultura imprenditoriale). La seconda fase, che prevede lavori di gruppo sullo sviluppo di una applicazione per il monitoraggio del sonno, si concluderà lunedì 24 novembre 2014 con la presentazione e la premiazione di progetti che saranno finanziati e inseriti in acceleratori e diverranno veri e propri esperimenti d’imprenditorialità. In quell’occasione si terrà la lectio magistralis di Nassim Taleb, intellettuale di fama mondiale e docente di Scienza dell’incertezza all’Università del Massachusetts. Già dal 2015 Giardino delle imprese raddoppierà i propri spazi trovando casa non solo alle Serre dei Giardini (dove nel 2015 saranno avviati i lavori di ristrutturazione), ma soprattutto presso l’Opificio Golinelli, che ospiterà studenti da tutta Italia. Oltre a H-FARM e Comune di Bologna, il progetto sarà supportato da nuovi partner a livello locale e nazionale.
Scienza in Piazza: si rivolge al grande pubblico per favorire il dialogo tra scienza e società. Non ha cambiato nome, ma formula: nel 2015 a Opificio Golinelli si organizzeranno incontri, laboratori e attività sui temi di Expo. Nata nel 2005, Scienza in Piazza ha per anni trasformato il centro e le periferie della città in un centro scientifico temporaneo con lo scopo di avvicinare cittadini di ogni età ed estrazione culturale alla scienza, all’arte e alla cultura. In nove edizioni ha coinvolto 500.000 visitatori. Educare a educare: è il nuovo progetto nazionale di formazione per insegnanti (di ruolo e precari) di ogni ordine e grado, di ogni ordinamento, e per i futuri insegnanti della regione Emilia-Romagna ma non solo. Nato dall’esperienza del polo di Bologna/Emilia-Romagna, frutto di una collaborazione avviata nel 2013 con l’Accademia nazionale dei Lincei e il MIUR, Educare a educare si propone su scala nazionale come centro di ricerca per l’innovazione della didattica (asili nidi, scuole dell’infanzia, primarie e secondarie) con un’attenzione particolare alla multidisciplinarità, alle nuove tecnologie, alla pratica in laboratorio. Arte scienza e conoscenza: mostre, incontri e percorsi tra arte e scienza per comprendere la complessità del mondo contemporaneo. “I gradi di libertà” è il titolo della nuova grande mostra che si inaugurerà a settembre 2015 al MamBO, il museo d’arte moderna di Bologna. Nella convinzione che arte e scienza insieme siano un valore aggiunto alla conoscenza del mondo, Fondazione Golinelli ha progettato percorsi espositivi che si affiancano a opere d’arte contemporanea ispirate a temi scientifici. Una continua ricerca, iniziata nel 2007 con “Emozionarti di Scienza”, e proseguita nel 2010 con “Antroposfera. Nuove forme della vita”, nel 2011 con “Happy Tech. Macchine dal volto umano”, nel 2012 con “Da ZERO a CENTO, le nuove età della vita”, nel 2013 con “Benzine. Le energie della tua mente”, infine nel 2014 con “GOLA, arte e scienza del gusto”.
L’intervento di Marino Golinelli
Bologna, 21 ottobre 2014
La Fondazione Golinelli, costituita il 27 giugno del 1988, è presentata pubblicamente per la prima volta nel novembre dello stesso anno in occasione del nono centenario dell’Università di Bologna, considerata fin da subito interlocutore privilegiato. La Fondazione rappresenta un segno concreto della mia volontà di ridare alla società parte di ciò che ho ricevuto. Come imprenditore il 24 gennaio 1948 ho fondato l’Alfa Wassermann, oggi un gruppo farmaceutico internazionale, e ho sempre voluto che l’impresa fosse connotata da valori ispirati alla responsabilità sociale. Come cittadino, per decisione personale, ho trasferito questo senso di responsabilità civile alla Fondazione che nasce sì dal mio essere un imprenditore ma che, pur riflettendone i valori, è autonoma e indipendente dall’impresa. Dall’anno della sua creazione la Fondazione ha moltiplicato i suoi interessi e i suoi sforzi per poter stare sempre sulla trincea del cambiamento e dell’innovazione: dal sostegno alla ricerca nei primi anni, per passare alla diffusione del sapere scientifico a cavallo degli anni 2000 con riflessioni di ampio respiro come i convegni “Scienze della vita e Nuovo Umanesimo. Il linguaggio, l’informazione e la responsabilità” e “Le nuove Scienze ed il paradigma dell’umano” che già esprimevano un approccio olistico e universale alla cultura, fino a “Scienza in Piazza”. Dalle prime attività avviate nel campo della formazione sperimentale dei ragazzi delle scuole, in collaborazione con l’Università di Bologna e l’allora Provveditorato agli Studi, anche sulla scorta di esperienze internazionali, fino ai progetti educativi di oggi che prendono le mosse dalla capacità di apprendimento dei bambini già da 18 mesi, per arrivare poi più recentemente all’avvio di start-up e di imprese di giovani ricercatori con il “Giardino delle imprese”. Molti cambiamenti e cambi di rotta sono stati introdotti alla ricerca delle formule migliori, mutuando le migliori pratiche internazionali, adattandole al contesto italiano e traducendole in attività svolte e progetti varati; solo le cose vive evolvono e si innovano, e sebbene in un tempo di crisi profonda come quello che stiamo attraversando possa sembrare un atto di fede, la Fondazione, oggi, vuole continuare a parlare di futuro. Il futuro è nostro e si riflette nella nostra creatività e nella capacità di immaginazione perché senza di esse la volontà di fare non potrebbe indirizzarsi verso una meta. La Fondazione Golinelli si presenta oggi come un punto di riferimento per una programmazione e una costruzione di progetti di lungo periodo; ci aspetta un mondo multipolare, in evoluzione continua e pieno di contrasti e difficoltà, ma anche ricco di tante opportunità: dobbiamo imparare a gestire la complessità spingendoci a disvelare almeno un secolo d’innanzi a noi. Nel 2100 come saremo? Nessuno oggi lo può dire: ma già dobbiamo organizzare le nostre idee, le nostre donne, i nostri uomini e le nostre risorse economiche perché vogliamo credere in un mondo sostenibile e a misura d’uomo, memori dei valori del passato dal quale proveniamo. Tre i valori principali in cui credo e a cui si ispira la Fondazione: responsabilità, equità sociale e libertà. Il senso di responsabilità è un dovere che ognuno di noi ha verso le generazioni più giovani, per questo ho voluto restituire parte di ciò che ho ricevuto nella mia attività di imprenditore. Da equità sociale e libertà possono derivare maggiore democrazia e coesione sociale. Le direttrici strategiche entro cui opererà la governance del futuro della Fondazione saranno sempre lineari e coerenti e porteranno alla sperimentazione di progetti nuovi nei prossimi decenni. Oggi, guardando al 2100, e mettendo ordine alle varie iniziative in cui si articola l’operato della Fondazione, vogliamo trasmettere una rinnovata immagine per il futuro. Non è un problema di immagine esteriore o di maquillage: bensì la necessità di esprimere chiaramente che con la realizzazione dell’Opificio Golinelli si aprirà nel 2015 una nuova fase. Opus facere: è l’idea rinascimentale, e tutta italiana, della bottega, del fare, dello sperimentare il perché della vita nella sua bellezza. Il futuro sarà nostro; il principio fondante all’origine di questo assunto è la nostra volontà di lavorare insieme per un ideale comune: progetti rinnovati, di ampio respiro, e una immagine adeguata faranno emergere queste idee e questi impegni per una vita più degna delle prossime generazioni.
Marino Golinelli