La grande vergogna Dal Manifesto della razza ai rastrellamenti, storia di ordinario antisemitismo

La grande vergogna
Dal Manifesto della razza ai rastrellamenti, storia di ordinario antisemitismo

Mercoledì 19 giugno, per Edizioni Gruppo Abele, esce in libreria La grande vergogna. L’Italia delle leggi razziali, di Carlo Brusco. Il volume ripercorre la storia delle leggi razziali in Italia, esaminando il substrato culturale che portò alla loro emanazione nel 1938 e le loro terribili conseguenze. Un saggio storico che risulta pericolosamente attuale nell’analisi della società e dei meccanismi di costruzione del nemico.

Razza italiana, razza ebraica

Troppo spesso si tende ad associare l’antisemitismo e la persecuzione ebraica al contesto tedesco, isolando un fenomeno che ha avuto grande sviluppo anche sul suolo italiano. Come ci ricorda Liliana Segre nella prefazione «non solo la storiografia cosiddetta revisionista, ma anche una certa vocazione autoassolutoria della società civile italiana, ha troppo spesso accreditato una lettura riduttiva, minimizzante della legislazione antiebraica promossa dal regime fascista».

Con una presenza di circa cinquantamila ebrei recensiti in tutta Italia, pochi e fortemente integrati nella popolazione italiana, il fascismo sembrò inizialmente restio ad assumere una linea antisemita come accadde nella Germania nazista. A partire dagli anni ’30 si verificò una graduale inversione di tendenza che sfociò nel 1938 con l’emanazione delle leggi razziali. Tale legislazione colpì ogni aspetto della vita sociale e privata degli ebrei fino a culminare nella persecuzione e deportazione di moltissimi di loro, spesso nel silenzio generale. Gli ebrei stessi, abituati e rassegnati a una storica rappresentazione negativa, faticarono ad accorgersi del pericolo per le proprie vite: «molti pensarono che il peggio si potesse comunque evitare; persino dopo l’8 settembre troppi non si resero conto del pericolo ormai imminente».

Il libro di Carlo Brusco ci ricorda la nostra complicità in quella grande vergogna che fu la persecuzione ebraica, obbligandoci a fare i conti con un passato spesso taciuto nel discorso pubblico.

Fascismi vecchi, fascismi nuovi

Carlo Brusco, esperto di normativa del periodo fascista, ripercorre in questo saggio i passi che portarono alla legittimazione del razzismo antiebraico in Italia. Esaminando contesti anche molto diversi tra loro come la scuola, la Chiesa, l’arte e lo sport, il volume approfondisce la pervasività della propaganda antisemita lungo tutto il Ventennio: non un cambiamento immediato nelle relazioni sociali ma una lenta esasperazione della narrazione quotidiana. Ne è un esempio significativo il Manifesto della razza, proposto in versione integrale in appendice al volume, accolto con favore anche dal mondo della cultura dell’epoca pur facendo riferimento a concetti ascientifici come quello dell’esistenza di una razza ebraica biologicamente diversa da quella italiana. Dal censimento fino all’epurazione degli ebrei da ogni carica o attività pubblica, l’autore ripercorre tappa per tappa le conseguenze delle leggi fasciste sulla vita di migliaia di persone.

In questa puntuale ricostruzione storica possiamo però vedere anche il riflesso della nostra attualità, dove la costruzione del nemico e la netta distinzione tra noi e loro diventano strumenti quotidiani per una propaganda politica continua votata alla xenofobia. Un invito a cogliere i segnali del presente ed evitare il ritorno di nuovi fascismi.

L’autore

Carlo Brusco già magistrato, è stato presidente di sezione della Corte di cassazione. Autore di diverse pubblicazioni in materia tecnico-giuridica, ha studiato in modo particolare le leggi razziali e la normativa relativa al fascismo e alle sue manifestazioni.

Christian Azzara

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares