15 luglio-14 agosto 2019
Centro Teatrale Santacristina
LA SCUOLA D’ESTATE 2019
Con Massimo Popolizio e Carmelo Rifici
Il filo del presente: il teatro tra memoria e realtà
A cura di Giovanni Agosti e Oliviero Ponte di Pino
22 luglio: Il valore della memoria nello spettacolo dal vivo: gli archivi
23 luglio: Teatro e realtà
Dal 15 luglio riapre la Scuola d’estate al Centro Teatrale Santacristina.
La scelta artistica per il 2019 mostra come l’eredità di Luca Ronconi continui a trovare nuove declinazioni, sia sul versante della formazione, sia su quello della riflessione critica. Per quanto riguarda la formazione, a condurre i circa trenta attori in parte già professionisti e in parte provenienti dalle migliori scuole di teatro italiane saranno Massimo Popolizio e Carmelo Rifici.
Popolizio guiderà un gruppo di allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico in un percorso tra teatro, letteratura e scienza, a partire dai racconti de Il sistema periodico di Primo Levi. Carmelo Rifici, direttore artistico di LuganoInScena e a lungo assistente di Ronconi, ha scelto il Centro Teatrale Santacristina per la creazione dei nuovi spettacoli che andranno in scena al LAC di Lugano nella stagione 2019-2020: Macbeth, le cose nascoste da William Shakespeare per la sua regia e Lo Zoo di vetro di Tennessee Williams per la regia di Leonardo Lidi.
Quest’anno di centrale importanza saranno due giornate di incontri, il 22 e il 23 luglio, dal titolo Il filo del presente: il teatro tra memoria e realtà, a cura di Giovanni Agosti e Oliviero Ponte di Pino, che, riprendendo la fortunata formula adottata nelle precedenti edizioni, offrono un’occasione di confronto e analisi attraverso la testimonianza di artisti e approfondimenti storici e critici.
Le parole chiave attorno alle quali ruoteranno le riflessioni sono due: memoria, a cominciare proprio dall’archivio di Ronconi tramite il quale è stato possibile arrivare alla pubblicazione di Luca Ronconi Prove di autobiografia a cura di Giovanni Agosti (Feltrinelli, 2019). La riflessione sulla memoria ci porta a discutere sul valore e l’importanza degli archivi dello spettacolo dal vivo come strumento per riappropriarsi delle proprie radici e utilizzarle per la costruzione di un nuovo futuro, ma anche sulla riproducibilità degli spettacoli.
La seconda parola chiave è realtà, ovvero le diverse articolazioni che sta assumendo oggi il rapporto tra la scena e il reale: una relazione che Ronconi ha esplorato con intuizioni geniali e anticipatrici.
Gli incontri si svolgono a Santacristina, dove diversi relatori, tra registi, drammaturghi, attori, studiosi e responsabili di alcuni importanti archivi in Italia e in Europa si confronteranno in vere e proprie tavole rotonde interrogandosi sulle modalità più efficaci per rendere un archivio vivo e sul teatro contemporaneo che parte dallo studio della realtà per divenire altro.
Il 22 luglio, a dare il via a e ad introdurre queste due giornate saranno Agosti, Ponte di Pino e Roberta Carlotto, la direttrice del Centro, che lasceranno poi la parola ai relatori per discutere sull’esperienza degli archivi italiani, teatrali e non solo, e sul valore che ha mantenere viva e attuale la memoria che essi custodiscono. Rossella Santolamazza illustrerà il suo lavoro sull’Archivio Ronconi; Anna Pyeron del Teatro Stabile di Torino, quello per l’archivio di una grande istituzione teatrale italiana; Maria Ida Biggi analizzerà il rapporto tra archivio e ricerca presso la Fondazione Giorgio Cini; mentre Annalisa Cavazzuti, responsabile degli Archivi Storici
Mondadori, approfondirà il dialogo tra archivi teatrali e archivi di scrittori ed editoriali. Conclude Sabrina Mingarelli (Direzione Generale Archivi), concentrandosi sul valore degli Archivi di Stato italiani per il mondo dello spettacolo.
Nel secondo tavolo si discuterà di tre possibili modelli, molto diversi tra loro, di archivi teatrali: una teatroteca universitaria, che è anche centro di incontri (con Emmanuel Barbeau della Téâtrothèque Gaston Baty dell’Università La Sorbona); l’archivio di una compagnia come l’Odin Teatret, da sempre attenta alla documentazione e alla formazione; e l’archivio di un agente come Andres Neumann, che permette di affrontare anche aspetti economico-contrattuali della ricerca storica e di iniziare a riflettere sul concetto di repertorio e di re-enactment.
Chiudono la prima giornata Mario Martone (con il caso di Tango Glaciale 1982-2019) e Margherita Palli (con i riallestimenti delle opere liriche di Luca Ronconi), i quali affronteranno una riflessione sul valore e il significato della ripresa di uno spettacolo nel tempo.
La giornata del 23 luglio sarà invece incentrata sulla drammaturgia contemporanea e il corrispettivo rapporto tra realtà e teatro.
Si inizia affrontando alcune esperienze che partono da ricerche di tipo sociologico per arrivare a interessanti processi di scrittura drammaturgica con protagonisti della scena internazionale come Andrew Bovell, autore del romanzo When The Rain Stops Falling, e Lisa Ferlazzo Natoli che ne ha ricavato una fortunata trasposizione teatrale; Gerard Watkins, pluripremiato autore francese, e Elena Serra regista del suo Scene di violenza coniugale andato in scena in scena al Teatro di Roma insieme a Non mi ricordo più tanto bene, di cui l’autore ha curato anche la regia; Fausto Cabra ideatore di una riuscita versione teatrale de La Storia di Elsa Morante.
Segue un’altra tavola rotonda concentrata più sul dispositivo e sugli strumenti utilizzati per trasferire e tradurre in scena il testo, a cominciare dall’uso di attori non professionisti e dall’invasione di spazi non teatrali. Interessante l’esperienza di Rimini Protokoll a cui si ispira anche Nicola Borghesi di Kepler 452, le operazioni di Daria Deflorian, di Paola Manfredi del Teatro Periferico e Erica Magris, autrice di Théâtres documentaires, e di Peter Exacoustos che parlerà di Vigilia, un grandioso progetto incompiuto di Ronconi inventato per gli immensi spazi dell’Ansaldo di Milano, toccando anche il coinvolgimento di cittadini e associazioni (Claudio Longhi).
La parola passerà poi a tre registi: Massimo Popolizio, Carmelo Rifici e Jacopo Gassmann per indagare un altro punto di vista, quello di chi continua a lavorare sui testi, sulla drammaturgia e con gli attori.
Infine, Goffredo Fofi allargherà lo sguardo, da una prospettiva teatrale ad altre discipline, concentrandosi sull’esperienza di spettatore.
Le attività 2019 del Centro Teatrale Santacristina sono realizzate con il sostegno di MIBAC e SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e il contributo dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio d’Amico e del LAC di Lugano.