È toccato invece all’architetto Hani Rashid, fondatore di Asymptote Architecture, studio di architettura e design di New York, nonché professore della University of Applied Arts di Vienna, introdurre uno dei temi portanti del convegno: il rapporto tra architettura e sostenibilità.
«Gli edifici non devono essere in opposizione alla natura. Al contrario: io credo che si debba lavorare per portare la natura negli spazi interni», ha dichiarato Hani Rashid. Tra i punti toccati nel suo intervento, il ruolo della luce naturale (i dati hanno mostrato quanto sia fondamentale la natura negli ambienti edificati e l’importanza di introdurre grandi vetrate, lucernari e altri elementi architettonici per permettere alla luce naturale di entrare negli edifici); l’utilizzo di materiali e sistemi sostenibili ed ecologicamente intelligenti (con la pandemia c’è stato un allontanamento da materiali caratterizzati da forte impronta ecologica come cemento e metalli, a favore di legno e altri materiali naturali). A questo l’architetto ha aggiunto la predilezione per metodi e mezzi di produzione locali, per l’utilizzo di fonti energetiche alternative e il riutilizzo delle acque reflue. Per quanto riguarda l’economia e le strategie di ritorno sull’investimento, Rashid ha parlato di prefabbricazione e di riutilizzo dei materiali, nell’ottica di una “economia circolare”.
Il prof. Zeffiro Ciuffoletti Accademico emerito dei Georgofili, ha invece dato alla platea dei presenti una serie di spunti di riflessione strettamente legati alla ricchezza del territorio toscano: «Bisogna riportare le persone alla campagna, proponendo loro valori reali e non posticci». Etica, riscoperta delle tradizioni e delle radici, cultura del cibo “povero” della regione sono alcuni tra i concetti emersi durante la sua lezione: «Quella toscana è una cucina assimilabile alla dieta mediterranea fatta di piatti umili, di minestre con verdure e zuppe di pane più, ed è qui la differenza, l’olio di oliva. Senza dimenticare il pane sciocco e il vino vermiglio di “pronta beva”. Proprio il pane, il vino e l’olio di oliva rappresentano la trilogia delle sacralità cristiane, a dimostrazione che il cibo è cultura, religione, tradizione, territorio, identità».