Le indagini imperfette, il romanzo di Andrea Paganini e il dietro le quinte di un giallo mai raccontato
Dall’8 luglio in libreria per Rubbettino l’avvincente romanzo dello scrittore svizzero Andrea Paganini, un giallo dai risvolti storici su una delle pagine più intense della storia del Novecento: i drammatici giorni finali della Seconda Guerra Mondiale
«La guerra, alla fin fine, non è altro che un omicidio generalizzato spacciato come un’operazione eroica o cavalleresca.» «E Rezzani, dopotutto, non è che uno di settanta milioni di morti.» «Un caso unico e irripetibile, invece» «Come tutti. Pensate: settanta milioni di casi unici e irripetibili. Settanta milioni di crudeli e spietate tragedie personali.»
Aprile 1945, quasi al termine della Seconda guerra mondiale, sul confine tra Italia e Svizzera, l’ingegnere Pietro Rezzani è vittima di quello che ha tutta l’aria di essere un episodio di scontro tra partigiani e neofascisti. Rezzani è accusato di essere colonnello della Milizia ed è vittima di un processo veloce, i partigiani in questione decidono sbrigativamente della colpevolezza dell’imputato.
Le indagini che seguono, condotte sia dalla procura italiana che da quella svizzera, conducono a esiti differenti e la trama di un apparente omicidio politico si mostra più complessa di quel che sembrava.
È a partire da qui che la verità, e con lei la giustizia, comincerà ad essere un ombra sfuggente, e il lettore si dovrà mettere pazientemente sulle sue tracce, per stanarla laddove si trova.
Le indagini imperfette, romanzo nato dall’eclettismo del letterato Andrea Paganini (già docente, ricercatore, editore, saggista e poeta) e in libreria per Rubbettino Editore a partire dal X luglio, definisce e lima sempre più i contorni dei fatti narrati, sull’ambiguo retroscena del secondo dopoguerra.
Paganini scioglie con cura le trame di questa intricata vicenda, i fili di un processo che copre numerosi anni fino al suo ambiguo epilogo in cui la giustizia ancora fatica ad emergere dall’oscurità in cui per tanto è stata reclusa. La verità pare ancora luogo di scontro ma forse per questo vale la pena di continuare a indagarla.
Solo alla fine infatti, il lettore si renderà conto di essere lettore e investigatore, anch’egli indagatore e indagato. Un epilogo dell’epilogo lascia aperti gli interrogativi: dodici esperti scelti con grande attenzione dallo stesso Paganini condurranno l’indagine dell’indagine, una meta-inchiesta che tenta di mettere in luce la verità, sul sottile e mai netto confine tra ciò che è reale e ciò che invece è finzione. Chi – chiede infatti Paganini – scrive il romanzo? Non è forse la vita, che col suo estro e ineguagliabile ingegno, narra la storia di cui siamo un tassello? Una voce in capitolo?
“Ogni vicenda che puoi immaginare la vita l’ha già realizzata” scrive Paganini, che a questo punto dichiara d’essere solo “uno scrivano, il cronista della vicenda”.
Un romanzo impeccabile, una scrittura attenta al dettaglio e allo stesso tempo fluente, trainante; un singolare incontro tra romanzo storico, noir, thriller pregno in ogni pagina di riflessioni etiche e morali le quali – Paganini sembra saperlo molto bene – per loro stessa natura non giungono mai a un epilogo.
La verità della storia deve forse ancora essere raccontata; è sempre là, un passo avanti a chi la ricerca per costringe a mandare avanti le indagini le quali rimarranno, in fin dei conti, immancabilmente imperfette.
Andrea Paganini è nato a Poschiavo nel 1974 e vive a Coira con la sua famiglia. Ha studiato lettere all’Università di Zurigo dove ha conseguito il dottorato. Oltre che scrittore, è docente e ricercatore. Ha pubblicato vari saggi letterari e una raccolta di poesie. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Letterario Grigione per la sua attività di italianista, storico e poeta.