Cinecittà si Mostra permette al pubblico di visitare gli studi di Cinecittà e le mostre permanenti allestite rivolgendosi agli appassionati di cinema, alle famiglie e agli studenti di ogni ordine e grado. L’offerta al pubblico prevede il percorso guidato ai set permanenti con visita libera delle tre esposizioni (Perché Cinecittà – Girando a Cinecittà – Backstage, un percorso didattico per Cinecittà). Ogni iniziativa e percorso di mostra è studiato in collaborazione con professionisti del settore e con un ricco approfondimento scientifico volto a garantire anche un contributo formativo. Le esposizioni sono sempre realizzate grazie al contributo di importanti partner che collaborano fornendo a vario titolo filmati, fotografie, documenti, costumi, accessori ed elementi scenografici, dando modo ai visitatori di apprezzare la ricchezza delle professionalità coinvolte nella realizzazione di un film.
I PERCORSI ESPOSITIVI
PERCHÉ CINECITTÀ (1937 -1943)
A cura di Alida Cappellini, Giovanni Licheri,
ricerca scientifica Italo Moscati;
curatrice costumi Nicoletta Ercole.
Nel prestigioso spazio della Palazzina Fellini, un tempo Cinefonico degli Studios in cui erano collocate le sale di doppiaggio e di missaggio, è allestita una mostra che esplora le ragioni della creazione di Cinecittà, dagli anni ‘30 fino alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Tre diversi ambienti per esplorare le ragioni storiche, politiche e culturali della nascita del luogo, l’avvio delle grandi produzioni e l’epilogo tragico. Un’intera sala è dedicata al Maestro Federico Fellini che ha scelto Cinecittà come luogo dove dar forma alla sua immaginazione. Nella sala Visconti è invece presentata una selezione di filmati e di montaggi che riguardano i protagonisti della città del Cinema. Dal cinema muto al sonoro, dall’incendio della Cines alla progettazione di una modernissima città del cinema. La fondazione, l’inaugurazione, il progetto architettonico e gli anni delle produzioni nazionali. Un racconto che, in un arco di tempo compreso tra il 1937 e il 1943, svela le ragioni della nascita di Cinecittà e lo scopo del rilancio della cinematografia nazionale. I filmati sono dedicati alla costruzione e fondazione degli Studios, al periodo della Guerra e agli anni durante i quali Cinecittà era adibita a campo profughi. Fotografie e documenti dell’epoca sviluppano il racconto in cui trova spazio anche un approfondimento sul progetto architettonico razionalista di Gino Peressutti. Il percorso testimonia così lo sviluppo di Cinecittà, la storia e il contesto socio-politico di quegli anni. Nei due monitor i filmati raccontano la fondazione di Cinecittà, la guerra e gli anni del campo profughi. Un’intera sala dedicata al Maestro che ha scelto Cinecittà come luogo dove dar forma alla sua immaginazione. Perché Cinecittà viene spiegato attraverso il filmato Vorrei togliere la parola fine… (dur. 17’), disegni e immagini di Federico Fellini sono presentati nella suggestione di un impianto scenografico appositamente realizzato. L’immaginario del Maestro viene presentato tra le arcate metafisiche del “Colosseo quadrato”, l’edificio dell’EUR amatissimo da Fellini e riprodotto dalla scenografia della sala. Oggetti simbolici, tratti da alcuni dei più famosi film sono collocati nelle nicchie: i Cardinali di Roma (1972), l’albero di Amarcord (1973); la prua della nave e il rinoceronte di E la nave va (1983); l’elefante di Intervista (1987), la luna de La voce della luna (1990). La selezione dei costumi a cura di Nicoletta Ercole, include gli abiti di: Sandra Milo nel ruolo della trapezista Fanny in Giulietta degli Spiriti (1965); di Anita Ekberg nel ruolo di Sylvia in La Dolce vita (1960); di Alberto Sordi nel ruolo di Fernando Rivoli ne Lo Sceicco Bianco (1952); oltre agli abiti di scena tratti dai film Il Casanova di Federico Fellini (1976); I Clowns (1970) e del bambino che suona il flauto nella parata finale di 8 ½ (1963). Nella sala Visconti trasformata in una sala cinematografica, una selezione di filmati e di montaggi a cura di Italo Moscati che racconta i protagonisti della città del Cinema – Inquilini di Cinecittà (dur. 9’40”) – oltre ad un approfondimento della storia di Cinecittà (dur. 10‘).
GIRANDO A CINECITTÀ (1943 -1990)
A cura di Alida Cappellini, Giovanni Licheri,
ricerca scientifica Italo Moscati;
curatrice costumi Nicoletta Ercole.
Girando a Cinecittà racconta la storia delle produzioni più importanti che nei decenni si sono susseguite negli Studios e che parallelamente hanno costituito la storia del cinema. Un percorso che attraverso i generi cinematografici – peplum, commedia all’italiana, spaghetti western, polizieschi e colossal – rende omaggio agli interpreti più famosi e alle pellicole più celebri attraverso una ricca selezione di immagini fotografiche, montaggi di estratti filmici e un’accurata selezione di costumi. Il percorso si apre con una sala di ingresso che presenta film storici e di propaganda girati a Cinecittà tra il 1937 e il 1941: Pietro Micca (1938); L’assedio dell’Alcazar (1940); La Corona di Ferro (1941) e prosegue nel tunnel della guerra dove i drammatici anni del conflitto mondiale vengono rievocati attraverso una scenografia che permette al visitatore di attraversare le macerie del quartiere romano di San Lorenzo bombardato dagli americani nel 1943. Seguono filmati con estratti filmici tratti da film del Neorealismo, Miracolo a Milano (1951); Bellissima (1951); Umberto D (1952); per poi proseguire nell’ambiente dedicato alla Hollywood sul Tevere, espressione che decretò la città di Roma come nuovo nucleo del cinema internazionale fatto da star e divi: Audrey Hepburn e il suo leggendario giro in vespa in Vacanze romane (1953); la maggiorata Jayne Mansfield, Ava Gardner con Walter Chiari e le italiane Loren, Lollobrigida, Mangano sono solo alcune delle celebrità attorno alle quali nasce il fenomeno del divismo. Sullo schermo curvo pensato come un “limbo” cinematografico il filmato Il Tevere Bagna Hollywood fa rivivere la magia di quegli anni con estratti tratti da: Vacanze Romane; Quo Vadis? (1953); Tre soldi nella fontana (1954); Sogni nel cassetto (1957), Ben Hur (1959); La dolce vita, (1960). L’ambiente successivo è tutto dedicato al peplum, genere che indica quei film di ambientazione storica e mitologica che hanno segnato un’epoca: Ben Hur,; Quo Vadis? (1951); Cleopatra (1963); sono solo alcuni dei titoli girati tra gli anni cinquanta e sessanta negli Studios di via Tuscolana. All’interno della sala due abiti di scena originali: Cleopatra, indossato nel film omonimo da Elizabeth Taylor e Marco Antonio, interpretato da Richard Burton nella stessa pellicola. Film leggendari e interpreti indimenticabili sono rievocati dai costumi di Claudia Cardinale e Burt Lancaster nel ruolo di Angelica Sedara e Don Fabrizio Principe di Salina ne Il Gattopardo (1963), diretto da Luchino Visconti con cui si rende omaggio ad uno dei più grandi talenti creativi del cinema: il costumista Piero Tosi, premiato con l’Oscar alla carriera nel 2014. Nello stesso ambiente gli abiti indossati da Elizabeth Taylor e Richard Burton ne La Bisbetica domata (1967) di Franco Zeffirelli. Nel corridoio l’impianto scenografico ci restituisce anche il “tranvetto delle stelle”, tram storico che, denominato così da Fellini, collegò Cinecittà con il centro di Roma fino al 1980, garantendo il trasporto di moltissime persone, comparse e artisti: al suo interno la sala dedicata alla commedia all’italiana, con una scenografia ispirata al film I soliti ignoti (1958). Oltre al filmato I mostri con estratti tratti da I soliti ignoti, Risate di gioia (1959); Il sorpasso (1962); I mostri (1963) – è collocato il costume di Totò nel ruolo del corteggiatore, nel film I pompieri di Viggiù (1949) di Mario Mattoli. La scenografia del vecchio saloon introduce il visitatore nella sala dedicata al genere del Western all’italiana: porte basculanti, vecchi barili, speroni, lazzi e dinamite anticipano gli ambienti e le atmosfere dei film proiettati all’interno tra cui: La morte non conta i dollari (1967); Tepepa (1968); I giorni dell’ira (1967); che decretarono il successo tutto italiano di un genere che fu esportato anche all’estero. Nella sala, il costume di scena di Clint Eastwood in Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone. Di nuovo all’esterno, nello schermo centrale è proiettato il filmato Voglia di risate di gioia che raccoglie commedie come James Tont (1965); Le spie vengono dal semifreddo (1966); mentre l’ultima sala è dedicata agli anni settanta e ottanta e racconta la produzione cinematografica più recente: dalla commedia sexy al poliziesco anni settanta, fino alle commedie italiane di Carlo Verdone e alle grandi produzioni internazionali come L’ultimo Imperatore (1987) di Bernardo Bertolucci. Nella sala sono esposti gli abiti di Storie scellerate (1973) di Sergio Citti e il costume indossato da Silvana Mangano nel ruolo di Giocasta nel film Edipo Re (1967) di Pier Paolo Pasolini. Il percorso si chiude con l’ingresso nell’ultima sala interamente dedicata a un grande maestro del cinema, Sergio Leone: un ambiente la cui scenografia è ispirata a C’era una volta in America e in cui vengono proiettati estratti dei suoi capolavori: Il colosso di Rodi (1961); Il buono, il brutto il cattivo (1966); C’era una volta il west (1968); Giù la testa (1971); C’era una volta in America (1984).
BACKSTAGE – UN PERCORSO DIDATTICO PER CINECITTÀ
a cura di Barbara Goretti con “Senza titolo” Progetti aperti alla Cultura
Backstage è un percorso didattico e interattivo realizzato per avvicinare il pubblico al mondo della creazione cinematografica a partire dai film girati negli studi di Cinecittà.
Le caratteristiche della regia, della sceneggiatura, del sonoro, del costume e della finzione vengono svelate in ogni sala attraverso informazioni tecniche, aneddoti e curiosità, contenuti video e multimediali, oggetti e materiali della finzione cinematografica. All’interno del percorso, i materiali utilizzati – oggetti, fotografie, disegni, testi, immagini in movimento – sono presentati in maniera interattiva con ipertesti, installazioni e postazioni multimediali appositamente ideate per il progetto espositivo al fine di dare ai visitatori, anche ai più piccoli, degli spunti di riflessione utili per iniziare a comprendere il magico mondo del cinema. Novità assoluta della stagione sono le sale dedicate al green screen e al sonoro che offrono al visitatore la possibilità di sperimentare in prima persona due affascinanti fasi della postproduzione di un film: quella video del green e quella audio del doppiaggio. Il percorso conduce in un vero e proprio set, quello del sottomarino S-33 realizzato per il film U571 del regista Jonathan Mostow, girato nel Teatro 5 di Cinecittà; per poi terminare all’esterno nella galleria dei led, una immersione nel mito di Cinecittà attraverso i numeri che in 80 anni di storia l’hanno resa un luogo leggendario a cominciare da “1055” il numero civico degli studi. Un numero chiave che unisce – sotto la storica architettura dell’ingresso di Via Tuscolana – il passato, il presente e il futuro di Cinecittà.
La stanza del regista
Nella sala del regista ogni cassettiera è pensata come una sorta di biografia dell’autore: i libri, gli oggetti, le fotografie e gli effetti personali contenuti nella libreria diventano suggestioni attraverso le quali scoprire l’immaginario di famosi cineasti come Federico Fellini, Sergio Leone, Lina Wertmüller, Martin Scorsese, Carlo Verdone, Roberto Benigni. Il pubblico può aprire e curiosare tra i cassetti, trovando oggetti che simboleggiano alcune caratteristiche del regista: ad esempio l’amore per i giochi da tavola di Sergio Leone, la passione per la musica di Carlo Verdone, o la lettura della Bibbia da parte di Martin Scorsese nei suoi studi in seminario. L’ipertesto a parete illustra le caratteristiche di questo mestiere e la quadreria di ritratti fotografici mostra i registi che hanno girato negli Studios presentando alcuni dei più importanti protagonisti del cinema al lavoro sul set.
La stanza della sceneggiatura
Una sala dove comprendere il processo di traduzione della parola in racconto filmico. Stralci di sceneggiature, storyboard e sequenze di film – tra cui I Cavalieri che fecero l’impresa (2001) di Pupi Avati e Le avventure del Barone di Münchausen (1988) di Terry Gilliam – permetteranno di comprendere il passaggio dal testo scritto al testo filmico. Oltre all’ipertesto tematico che racconta il lavoro dello sceneggiatore, la gigantografia di una pagina della sceneggiatura originale della Medea (1969) – film girato a Cinecittà da Pier Paolo Pasolini – che mette in risalto l’aspetto grafico del testo.
La stanza del sonoro
La sala permette di comprendere come il sonoro sia parte integrante del film, scoprire curiosità e aneddoti del passaggio dal cinema muto al cinema sonoro e sperimentare il doppiaggio. L’ipertesto a parete presenta la storia del sonoro e le caratteristiche di tutti gli elementi che lo compongono, le figure professionali che lavorano al doppiaggio di un film, i nomi di famosi doppiatori italiani e il video con un estratto del film La leggenda del pianista sull’Oceano (1998); del regista Giuseppe Tornatore attraverso cui ascoltare le singole tracce audio.
Un allestimento ad hoc in cui le sei cabine sono pensate come vere e proprie postazioni di doppiaggio dove poter ascoltare i dialoghi originali di un estratto de La dolce vita di Federico Fellini e provare a doppiare uno dei protagonisti del film.
La stanza del costume
Il sogno di realizzare virtualmente i costumi, combinando abiti, accessori e parrucche tratti da alcuni importanti film girati a Cinecittà, prende atto virtualmente in questa sala. I touch-screen al centro della sala permettono di conoscere costumi disegnati da grandi maestri, realizzati presso storici atelier e sartorie specializzate. L’ipertesto a parete racconta il lavoro del costumista e la gigantografia tratta dal film Giulietta degli Spiriti, di Federico Fellini, mostra una splendida Sandra Milo sul set.
La stanza della finzione
Permette di scoprire come viene creata la finzione cinematografica attraverso gli effetti speciali, le grandi ricostruzioni dei set a Cinecittà e la trasformazione del volto di un attore: in questo caso il truccatore professionista Carlo Diamantini ha realizzato un trucco ad hoc di cui rimane anche la protesi. La gigantografia esposta raffigura Marcello Mastroianni che interpreta Mandrake nel film Intervista (1987) di Federico Fellini.
La stanza del green screen
La sala interattiva permette di sperimentare uno degli effetti speciali più conosciuti: la tecnica del chroma key che consente di ambientare soggetti e oggetti su sfondi virtuali. Come in un set, grazie ad un video interattivo è possibile sperimentare questo effetto speciale e abitare inediti scenari: dall’ambientazione western con treni e deserti polverosi agli abissi marini attraversando spazi stellari.
Il corridoio
Il corridoio della mostra offre un omaggio ai più importanti direttori della fotografia con una ripresa del set di Roma Antica in diversi momenti della giornata e in diverse condizioni atmosferiche e permette di comprendere l’importanza della luce; dell’inquadratura e dei successivi interventi di post- produzione.
Il sottomarino di U-571
Il percorso Backstage termina nel Sottomarino che è parte della scenografia del film U- 571; del 2000, Regia Jonathan Mostow.
Il film racconta una vicenda ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Nell’aprile del 1942 la marina americana tenta di catturare il sommergibile tedesco U- 571 in possesso di Enigma, il decodificatore in grado di localizzare gli U-boot nazisti.
Fingendosi tedeschi e camuffando da U-boot il vecchio sottomarino USA S-33 gli americani tentano il recupero del decodificatore ma vengono essi stessi affondati.
Il film si ispira ad un fatto realmente accaduto che ebbe però protagonista la Marina Britannica, non quella Americana. Gli U-Boot sono la classe di sottomarini tedeschi che durante la seconda guerra mondiale rappresentavano la principale insidia marittima da cui l’Inghilterra dovette difendersi.
Gli interni sono stati girati a Cinecittà, nel Teatro 5 dove sono stati ricostruiti interamente i due sommergibili con estrema precisione grazie alla consulenza esperti come Götz Weidner, specialista del settore e già responsabile delle ricostruzioni nel film U- 96 diretto da Wolfgang Petersen nel 1981. Il sommergibile è stato costruito in acciaio, con pareti rimovibili per garantire tempi brevi di smontaggio ed è stato progettato a sezioni, per poter favorire lo spostamento e il montaggio di ogni modulo sul gimbal. La realizzazione e l’utilizzo di quest’ultimo è tra gli interventi tecnici più significativi che ha appassionato anche il produttore Dino De Laurentis. Progettato a Cinecittà è costituito da una grande piattaforma lunga 20 metri e larga 10: una sorta di grande culla mobile in grado di muoversi in verticale e sui lati – per riprodurre esattamente il beccheggio ed il rollio dello scafo sull’acqua e sott’acqua. La potenza del gimbal ha permesso inoltre di riprodurre nelle scene necessarie l’effetto delle bombe di profondità. Il sottomarino era infatti collocato nella piscina del Teatro 5 riempita d’acqua; grazie al gimbal le cui estremità potevano sostenere fino a 140 tonnellate, e alla sua capacità di elevazione – poteva alzarsi fino a 7 metri in 3,5 secondi – l’effetto all’interno del sottomarino era talmente veritiero da stupire gli stessi interpreti del film: le vibrazioni si potevano sentire anche fuori dal Teatro e la “caduta” del sottomarino su ammortizzatori costituiti da pneumatici di macchine agricole, provocava realmente la rottura delle strutture interne dell’U-boot e l’entrata dell’acqua. I tempi di realizzazione dei due sottomarini e del gimbal sono stati di circa 3 mesi e vi hanno lavorato circa 50 persone.
I GRANDI SET
Cinecittà è composta da 20 teatri di posa interni e da molti altri set all’aperto che vengono allestiti temporaneamente per produzioni cinematografiche e televisive. Tre sono i grandi set permanenti visitabili tutti i giorni con guide specializzate:
- Antica Roma, la Roma antica realizzata per l’omonima serie televisiva
- Firenze del Quattrocento, ricostruita per il film di Neri Parenti Amici miei-Come tutto ebbe inizio.
- Il Tempio di Gerusalemme, realizzato per il film The Young Messiah uscito nel 2016.
Cinecittà si Mostra permette di visitarli con l’accompagnamento di una guida specializzata in grado di spiegare le caratteristiche di ognuno dei set, che oggi continuano ad essere utilizzati per il riallestimento di nuove produzioni cinematografiche, per ospitare eventi speciali e shooting fotografici.
DIDATTICA PER LE SCUOLE E ATTIVITÀ PER IL PUBBLICO
Il Dipartimento educativo di Cinecittà nasce nel 2011, insieme al progetto espositivo Cinecittà si Mostra, con l’obiettivo di avvicinare tutto il pubblico ai linguaggi espressivi del cinema, alla storia e al presente di Cinecittà.
I percorsi e le attività proposte – rivolte al mondo della scuola, dell’Università, agli enti impegnati nella formazione e nell’istruzione, così come ai singoli e alle famiglie, senza limiti di età – vogliono essere uno stimolo per la conoscenza degli Studios e dei suoi protagonisti attraverso un approccio che valorizza Cinecittà come spazio attivo e dinamico, dove è possibile coniugare cultura, divertimento ed educazione.
Tutte le attività sono differenziate e pensate per le varie fasce d’età, l’esperienza diretta e la pratica laboratoriale sono alla base della metodologia didattica applicata e le attività sono curate da personale specializzato.
Tutte le domeniche il Dipartimento educativo organizza il Cinebimbicittà, lo spazio laboratorio dedicato ai più piccoli, che propone un programma ricco di laboratori, eventi speciali e visite animate.
Le attività educative sono a cura di Barbara Goretti in collaborazione con “Senza titolo” Progetti aperti alla Cultura.