LE TOP MODELS E LA TERRA DELLE MODELLE

La professione ben nota in particolare delle cosiddette top models della nostra epoca trova la sua origine e nascita nei primi anni del 1800 a Roma, e non come modelle di moda bensì come modelle di artista, con riferimento ai rapporti e relazioni che i pittori dell’epoca, nella totalità transalpini, iniziarono a intrattenere con la umanità ciociara in giro per le strade cittadine, attratti dapprima dalle sgargianti vestiture e poi, gradualmente, dalle fisionomie e dalle forme. Si rammenti che Roma sin dai secoli precedenti era meta quasi irrinunciabile dei giovani artisti europei che volevano dedicarsi alla pittura principalmente o alla scultura e di conseguenza in ogni giorno dell’anno se ne registrava una ricca presenza, centinaia, qualche ricercatore parla perfino di cinquecento. A contatto coi ciociari sempre più numerosi immigrati nell’Urbe, inizialmente l’attenzione fu attratta dalle vestiture multicolori indossate e il risultato quasi miracoloso fu l’apparizione sul mercato artistico europeo di quello che diverrà il costume ciociaro, il più celebrato e più illustrato; gradualmente furono la forma e il corpo della modella e del modello, anche essi non comuni agli occhi dei giovani artisti, che presero il posto dei primitivi interessi: ne scaturì un’attività e un fervore che si trasformarono nella occupazione tra le più ricercate dalle ragazze soprattutto ma anche dagli uomini. Il dinamismo e il coinvolgimento erano tali che gli artisti iniziarono la progressiva ricerca anche nei paesi di origine e le modelle e modelli intrapresero la dislocazione nei luoghi medesimi di provenienza degli artisti e quindi ad un certo momento li incontriamo in grande quantità specie a Parigi e poi a Londra. La modella dunque all’origine era una modella di artista, successivamente modella negli studi fotografici, poi negli studi pubblicitari e dopo ancora, a partire all’incirca dal secondo dopoguerra, la moda cominciò ad aprirsi a quelle che poi diverranno le top models: si rammenti che tra le più note fino a pochi anni addietro era anche Linda Evangelista, ciociara canadese originaria del Cassinate.

Due sorelle originarie di Sonnino, imparentate o mogli di briganti del luogo, in quel momento -primi anni del 1800- a Roma perché deportate e segregate a seguito di provvedimenti di polizia contro il brigantaggio, in verità particolarmente acclamate e apprezzate dagli artisti anche grazie a quest’aura di mistero che le circondava, le circostanze della storia vogliono che divenissero le prime modelle di successo: stiamo parlando di Teresina e di Maria Grazia che assieme a Giustina, sorella di Gasbarrone, re dei briganti di Sonnino e della zona, sono da considerare le prime modelle professioniste della storia della pittura occidentale: uno sguardo al libro “MODELLE E MODELLI CIOCIARI A ROMA, PARIGI E LONDRA NEL 1800-1900” certamente arricchirà le informazioni su tale affascinante pagina della storia dell’arte.

La scena originaria dei modelli ciociari si svolge in alcuni paesetti appollaiati soprattutto sulle cime dei Monti delle Mainarde o alle pendici molisane, ai piedi del Monte Meta, all’insegna della miseria, del sovrappopolamento, della vessazione: da qui già nelle ultime decadi del 1700, l’esodo traumatico, permanente, verso le Paludi Pontine, verso Roma e al di là delle Alpi.

Di queste umili creature voglio ricordare quell’angelo che fu Maria Pasqua, la bimba di Gallinaro eternata nelle opere di innumerevoli pittori, dal padre letteralmente venduta, decenne, a una nobildonna inglese, alla stregua di un pollo o di un agnello; quel Cesidio Pignatelli e quelle tre sorelle Apruzzese pure di Gallinaro il cui corpo e le cui espressioni sono letteralmente eternati nel bronzo e nel marmo di Rodin; quella Carmela Caira che si ribattezzò Carmen, di Gallinaro, immortalata da Whistler e da Pascin e ancora di più in uno sfolgorante nudo da Matisse; quella Rosalia Tobia legata a Picinisco passata alla storia non tanto per le sembianze giunoniche di cui in non poche opere di Bouguereau, bensì soprattutto grazie al piccolo ristorante da lei gestito per oltre ventanni a Montparnasse dove solevano sedere -e bere!- Utrillo, Modigliani, Picasso e tutta la crema artistica dell’epoca. A Parigi incontriamo anche un altro modello ciociaro, questa volta di Casalattico, che lo fu per almeno sessantanni, Libero Nardone. A Londra modelli quasi tutti di Picinisco ai quali dobbiamo, incredibile che possa sembrare, le sculture pubbliche più celebrate e più conosciute a partire da quell’Eros che svetta etereo nel centro della fontana di Piccadilly Circus, dal Peter Pan che si leva nei Giardini di Kensington, da quel fenomenale Physical Energy di Hyde

Park, dallo Sluggard della Tate Britain e da tante sculture nella chiesa di Westminster e nei Musei. Dei modelli ciociari chi ne è da considerare la stella e il simbolo fu Agostina Segatori originaria di un paesino dei Simbruini, il simbolo certamente e l’epitome della figura del modello d’artista nell’ambito della storia dell’arte occidentale e della Cultura, basti dire che posò per Manet, per Corot, per Renoir e perfino per due capolavori di Van Gogh. Una targa in un viale di Montmartre ne ricorda la memoria al passante.

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