Dal 25 gennaio al 20 febbraio al Teatro Argentina si parte alla scoperta del Genio di un bambino che il mondo conoscerà come Leonardo da Vinci, Leo, da un’idea di Alberto Nucci Angeli e Lorenzo Terranera, per la regia di Francesco Frangipane.
La figura del grande scienziato-artista restituisce alla scena un inedito Leonardo fanciullo, pronto ad ammaliare il pubblico con la sua fresca creatività ritrovata in una particolare seconda giovinezza. Scritto da Luisa Mattia e Alberto Nucci Angeli, con protagonisti Silvia Salvatori (Lisa), Arcangelo Iannace (Maso), Vincenzo De Michele (Servitore e altri), Beatrice Fedi (Leo), lo spettacolo rientra nelle nuove produzioni del Teatro di Roma che compongono la rassegna IL TEATRO FA GRANDE, l’articolato programma di spettacoli e progetti per spettatori da 0 a 99 anni che trasforma il palcoscenico in un atelier della fantasia per tutte le età, dove formare le prossime generazioni di spettatori.
Con LEO, il genio di Leonardo da Vinci rivive nella sua luminosa genesi attraverso un suggestivo viaggio nella memoria e nella creatività, che si realizza ripercorrendo in scena le tracce vivaci e imprevedibili seguite nell’infanzia. Siamo nel 1571 alla corte del Re di Francia, nel castello do Close – Lucè, dove Leonardo, pittore, architetto e ingegnere, è ormai avanti negli anni. In procinto di svelare un importante segreto, si chiude in se stesso, nelle sue meditazioni, e smette di parlare. Più di un medico pensa che il genio di Vinci sembra essere tornato bambino e che solo i suoi amici potrebbero aiutarlo a tornare in sé. Per risolvere il problema, il Re di Francia invita a corte Lisa, il primo tenero amore dell’infanzia, e Maso, vecchio amico e sodale nonché collaudatore di tutte le macchine leonardesche. Cosa gli si chiede? Di esplorare la memoria del geniale inventore e scoprire il segreto dei segreti di cui si è dichiarato in possesso ma che, a causa della sua vecchiezza, sembra non essere in grado di rivelare. Ed infatti, i due amici arrivano a corte per rimettere ordine nei ricordi della loro infanzia, ma soprattutto per recuperare la gioia della scoperta e dell’esplorazione, per sistemare invenzioni e progetti di Leonardo, per rinnovare e far rivivere l’affetto che li ha legati.
Introdotti nella camera studio di Leonardo, dove questi giace anziano e malato, Lisa e Maso vedono un imponente e suggestivo armadio di legno, ricco di cassetti, sportelli, profondità segrete: metafora e rappresentazione della memoria leonardesca, che mescola razionalità a emozioni, intuizioni a stati d’animo, studio e vita vissuta. L’armadio-memoria, che campeggia sulla scena, nasconde e rivela macchine, giochi e desideri oltre che le tappe che hanno segnato la vita di Leo fino ai quattordici anni, quando lasciò Vinci per andare a Firenze. Ma i due amici, avendo capito che con Leo c’è poco da fare e che anche quando proferisce qualche rara parola questa è sconnessa e infantile, decidono di cercare il segreto, stando attenti a non farsi sorprendere dallo strano servitore. Purtroppo nessuno di quei cassetti e sportelli si apre e non ci sono chiavistelli: sicuramente una diavoleria del loro vecchio amico sottintende all’apertura di quell’armadio. Intanto, Leonardo si rigira nel letto e la sagoma del suo corpo lentamente si affloscia fino a scomparire e da sotto il letto ne esce fuori un bambino: Leo stesso, tornato bambino che, con aria misteriosa, comincia ad aprire stipi e offrire oggetti.
Leo invita gli amici a ripercorrere la lunga serie di invenzioni ed esperimenti usando pennelli, cartone, matite e tinta. Lisa è pronta a seguirlo, mentre Maso rimane perplesso. Nessuno di loro è più un bambino e Maso fa fatica e tornare alla naturalezza del gioco come faceva con Leo quando erano piccoli. Ma la potenza della memoria gioiosa ha la meglio anche su di lui. Nel ricomporre la memoria, affiorano teneri ricordi, come quello della mamma che Leo non ha mai conosciuto davvero, ma anche l’allegria dell’avere amici come Lisa e Maso, la forza dirompente della curiosità di Leo bambino, l’entusiasmo di conoscere il mondo. I tre riprendono il filo della memoria e del gioco per tornare a riordinare i tanti progetti, le tante idee di Leonardo, le tante emozioni, finché Leo (e Lisa e Maso con lui) arriverà a ritrovare il se stesso bambino, la naturale genialità dell’infanzia, la voglia di far domande, la curiosità che temeva di aver perso.
Così, Leo e i suoi amici attraversano, tra emozionanti rivelazioni ed euforiche riscoperte di macchine e marchingegni, l’ultimo anno passato a Vinci, componendo una insolita biografia del genio di Vinci, oltre che un percorso vivace e inatteso che rivelerà nell’emozionante epilogo il “segreto di tutte le cose”.
IL TEATRO FA GRANDE! è la rassegna che accoglie 4 nuove produzioni, 6 ospitalità, 119 recite e numerosi laboratori gratuiti per insegnanti e studenti: un progetto diversificato dedicato al pubblico dei bambini, dei ragazzi, delle famiglie e delle scuole per un mix tra narrazione, gioco, video, musica, interazione e interattività. La programmazione continua on il Carosello teatrale del Laboratorio Integrato Piero Gabrielli per raccontare l’identità nazionale attraverso storie, canzoni e pantomime di giovani italiani (2/5 giugno, Argentina). Tra le ospitalità al Teatro India Fa’afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro per la regia di Giuliano Scarpinato, progetto vincitore Premio Scenario Infanzia 2014 (2/3 aprile) a cui si affianca un altro spettacolo finalista della medesima edizione, Astronave51, liberamente ispirato al romanzo Nick e il Glimmung di Philip Dick scritto e diretto da Caterina Carpio e Alice Palazzi (16/17 aprile); mentre al Teatro Argentina, storie di impegno civile e di riscatto sociale, come quelle che raccontano di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, si intrecciano tra loro in Dieci Storie proprio così, opera-dibattito sulla legalità da un’idea di Giulia Minoli con la regia di Emanuela Giordano (21/23 aprile); e, dopo che 15 mila bambini hanno cantato La Traviata lo scorso maggio, le ugole infanti si metteranno nuovamente alla prova in La Cenerentola di Gioachino Rossini (26 aprile/29 maggio), un progetto dell’Associazione Musicale Europa InCanto, in omaggio a Rossini, il cui Barbiere debuttò proprio all’Argentina duecento anni fa (20 febbraio 1816).
Dal 25 gennaio al 20 febbraio al Teatro Argentina di Roma
da un’idea di Alberto Nucci Angeli e Lorenzo Terranera
testo Luisa Mattia e Alberto Nucci Angeli
regia Francesco Frangipane
con (in ordine di apparizione)
Silvia Salvatori, Arcangelo Iannace, Vincenzo De Michele, Beatrice Fedi
scene Lorenzo Terranera – costumi Roberta Spegne
luci Giuseppe Filipponio – musiche Roberto Angelini
Produzione Teatro di Roma in collaborazione con Unicef
INFO TEATRO DI ROMA
Ufficio promozione: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net
Orari spettacolo: lunedì 25 gennaio ore 21 I martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 10.30 I sabato ore 15.30 I domenica ore 11.00 I 1,2, 8, 15 e 16 febbraio riposo
Biglietti spettacolo: bambini 10 € – adulti 15 € I matinée per le scuole bambini 8 € adulti 12€
Under14 card 36 €_ 4 ingressi per bambini e adulti a scelta al Teatro Argentina per gli spettacoli del Teatro Ragazzi (platea, palchi platea, I e II ordine)
Ufficio Stampa Teatro di Roma:
Amelia Realino
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