E’ un Leopardi che non finisce mai di raccontare la propria storia, quello dell’Infinito Giacomo. Genio, e qualche terrestre sregolatezza, in un mix caratteristico proprio di tutti i grandi artisti, autentico mostro sacro della nostra letteratura, il più amato ma anche il più frainteso. Un Leopardi senza adorazioni rituali e senza ammicchi irrispettosi, nell’alternanza di creatività e quotidianità: la fobia per l’acqua, la golosità, il rapporto con la sessualità, sono alcuni degli aspetti della vita di un personaggio eccezionale, che ha dato anima letteraria alla bellezza. Giuseppe Pambieri, con la sua interpretazione, guida gli spettatori alla scoperta di un Leopardi inedito, genio precocissimo, adolescente inquieto, amante appassionato, un uomo che ha il coraggio di guardare la realtà e accettare la verità del dolore senza compromessi o alibi. L’umanità irriverente del poeta e il suo spirito dissacrante sono al centro di questo viaggio attraverso le sue opere: l’Epistolario, lo Zibaldone, gli scritti filosofici e politici, le Operette Morali e i Canti.
NOTE DI REGIA
“L’imperfezione del genio, in tutta la sua irregolarità, conduce alla solitudine, a un pellegrinaggio estenuante nell’universo. Leopardi è un re senza regno, è Amleto che arriva oltre il limite del conoscibile, supera la coscienza affermando la vita nel suo groviglio inestricabile di bene e male; per il genio tutto è noia, è tedio incommensurabile. Il poeta di Recanati, con lucido disincanto, affonda a piene mani nella verità e ne trae la radice del dolore. È inutile chiedersi a che punto sia la notte; la notte non finisce… mai. I regni, i globi, i sistemi, i mondi, non sono che una pallida rappresentazione del pensiero dell’uomo, ma l’anima giace nelle profondità ed è a tutti invisibile tranne al poeta che può profanare il suo mistero e consegnarlo all’uomo.
Leopardi, affettuosamente Giacomo, nel nostro viaggio, non appare così distaccato e lontano dai piaceri terreni, non ci sembra affatto disinteressato a ciò a cui aspira la gente comune. Giacomo è vulnerabile, ansioso, riservato, schivo, eppure è pervaso da un desiderio inesauribile di vita. Giacomo è goloso, non può fare a meno di dolci, cioccolata, paste alla crema e gelati. In questo ricorda Mozart, altra creatura divina nella sua sregolatezza. Non a caso alcune delle sue più scandalose composizioni, fanno da contrappunto agli aneddoti più divertenti della vita di uno dei massimi autori italiani.
La biografia romanzata che esce fuori dalle pagine dell’Epistolario e dello Zibaldone, ci aiuta a costruire un ritratto singolare ed inedito del nostro poeta. Leopardi, con grande sincerità, confessa le sue paure come la sua fobia per l’acqua, un fastidio che giungerà al parossismo e alla comicità, culminando nel rifiuto del bagno almeno settimanale. Non mancano gli spunti divertenti per riflettere sul suo rapporto con l’eros e la sessualità. Nelle sue stesse parole, il desiderio di una vita normale, è incessante: il dono della poesia appare spesso come una maledizione divina che lo segna come diverso, lo condanna a una sofferenza eterna e lo affranca contro ogni sua volontà dal mondo che lo circonda. Ecco, questa è la figura dilaniata, spesso scissa, combattuta e afflitta che la parola non può contenere. Leopardi non è tutto nella sua poesia. La sua ricerca affettiva attraversa i secoli e incontra una disperata umanità che per sopravvivere alla storia che avanza, non può che stringersi in una solidarietà reale che diventa l’unica possibilità di sopravvivenza, ancora oggi per tutti noi.”
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Ritratto inedito del poeta attraverso le sue opere
Musiche di Mozart, Bach,Beethoven, Chopin,Rachmaninov, Dvořàk
Drammaturgia e Regia Giuseppe Argirò
Con Giuseppe Pambieri
12 Luglio 2014
Ore 21.15
Area Archeologica Arco di Malborghetto Via Flaminia in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano