Prima di essere un cacciatore e bracconiere, e agricoltore solitario con la passione dell’innesto, Leo Vialetti è statoun bambino della Val Prino nell’Italia del boom che qui non è mai arrivato, una Liguria di frontiera che vede il mare per sbaglio e in cui crescere senza padre significa diventare grandi troppo presto.
In un’estate decisiva come tutte quelle che fanno da preludio all’adolescenza, l’unico adulto che sembra volersi prendere cura di lui è uno straniero, un argentino, Raul Porti, che gli dà ripetizioni scolastiche e gli insegna ad amare e rendere fertile la terra, prima di sparire improvvisamente.
Quando Leo deciderà di comprare all’asta la vecchia villa di Raul Porti, ciò che scoprirà lo costringerà a perdere un mezzo amore appena sbocciato e partire alla cieca per l’Argentina, per capire dove e come sia finito l’uomo più importante della sua vita, proprio nei giorni più terribili del Novecento sudamericano, quelli dei desaparecidos.
Grazie a una lingua lirica, affilata e precisa, Magliani costruisce una storia durissima di formazione, che non fa sconti alla nostra storia recente e che ci racconta di un affetto che travalica sentenze e confini spaziotemporali per restituirci l’avventura epica per eccellenza, la ricerca delle proprie radici.
“Sono nato in un ospizio per anziani e un fatto del genere credo meriti di restare, e comunque sia è una cosa con la quale devi fare i conti. Me ne sono andato di casa che avevo otto anni, prima in un collegio, poi in un altro, e nel frattempo, durante le vacanze, in qualche colonia estiva, e poi ancora in collegio. Anche queste sono cose con le quali devi fare i conti. In qualche modo, da quei collegi non sono mai più andato via. Al di là di questo, da quando a diciassette anni ho abbandonato gli studi e l’Italia, ho fatto il manovale, il bracciante, il mozzo sui traghetti, il cameriere, il lavapiatti, il traduttore in italiano dei menù di qualche centinaio di ristoranti sparsi tra coste spagnole e isole. Poi mi sono stabilito sulle coste olandesi e ho fatto per qualche anno lo scaricatore al porto di IJmuiden e scritto parecchi romanzi e raccolte di racconti. Un giorno mi sono ricordato che ero stato traduttore di menù, e ho pensato che avrei potuto tradurre storie dallo spagnolo e dall’olandese.” Marino Magliani
Marino Magliani (Dolcedo, Imperia 1960) vive sulla costa olandese. Tra le sue prime opere, il romanzo storico “L’estate dopo Marengo” (Philobiblon 2003), “Quattro giorni per non morire” (Sironi 2006), “Il collezionista di tempo” (Sironi 2007). Per l’editore Longanesi ha pubblicato “Quella notte a Dolcedo” (2008) e “La tana degli alberibelli” (2009, premio Frontiere-Biamonti, Pagine sulla Liguria); in seguito, “Soggiorno a Zeewijk” (Amos editore 2014) e “L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi” (Exorma 2017). Alcune sue opere sono state tradotte in altre lingue.
Dopo “IL GRIDO” di Luciano Funetta e “LA FESTA NERA” di Violetta Bellocchio
in uscita il terzo libro della serie ALTROVE a cura di Michele Vaccari:
PRIMA CHE TE LO DICANO ALTRI
di Marino Magliani
In libreria dal 30 Agosto
«Marino Magliani svela il mondo attraverso la lingua.
La natura, le relazioni, la luce: tutto, nei suoi libri, sembra nuovo ed eterno allo stesso tempo.»
Fabio Geda