“L’ultima impresa – Italia 2070 – in quattro contro l’apocalisse” di Fabio Torriero

“L’ultima impresa – Italia 2070 – in quattro contro l’apocalisse” di Fabio Torriero

E’ uscito in tutte le librerie e nei web stores “L’ultima impresa – Italia 2070 – in quattro contro l’apocalisse”l’ultimo romanzo di Fabio Torriero edizioni Terre Sommerse.

L’Italia dopo il Coronavirus, dopo la crisi, la recessione economica planetaria, il tonfo delle borse, dopo l’etno-invasione dei migranti, che hanno sostituito i nativi da decenni ormai senza figli e tutti anziani. Crollate le bandiere: destra, sinistra, globalismo, sovranismo, liberalismo, laicismo. Città devastate, saccheggiate. Gli Stati, la Polizia, l’autorità, l’ordine, la legge, non esistono più. Orde di islamici, come i nuovi barbari, distruggono le case, le chiese, regna il terrore. I credenti sono confusi, divisi tra sostenitori del papa “apostata” e fan del papa “emerito”. Per le vie bande criminali si contendono il territorio: africani contro rumeni, cinesi contro albanesi. Mafie alleate e mafie in lotta. I ricchi, vittime delle loro stesse ideologie, chiusi nei loro quartieri, si difendono con scorte armate e sognano l’arrivo di qualche salvatore della patria. I poveri, gli affamati, si affidano al padrone di turno, che cambia sempre. Una guerra spietata per il controllo delle fonti vitali, l’energia, l’alcol, la droga, la prostituzione. C’è solo mercato nero, paura, e i soldi non bastano più.

Ma quattro ex-militanti degli anni della politica, decidono di reagire, raccolgono i cocci della loro vita e partono per l’Ultima Crociata. Lo scopo è utopistico, quasi impossibile: raggiungere le piccole enclave bianche, cristiane, tradizionaliste, rifugiatesi all’ombra degli antichi monasteri. Il finale è a sorpresa: spunta un’indicazione illuminante, un messaggio di speranza per costruire, ritrovare, tornare a Itaca. Una città finalmente redenta. Ma prima occorre superare molte prove e tentazioni: sono le comunità ideali che, via via, si presentano ai quattro durante il cammino (nella nuova via Francigena). Possibilità e inganni da superare. Scelte che l’uomo ha sempre di fronte nella vita di tutti i giorni.

L’ultimo romanzo di Fabio Torriero, giornalista, scrittore, docente di comunicazione, è una meta-cronaca, tra il sogno, il dramma e la profezia. Il riscatto o il testamento dell’Occidente?

E come già felicemente sperimentato nei precedenti lavori, l’autore offre tre letture che si incrociano virtuosamente: la trama vera e propria, il pensiero dei protagonisti che scorre parallelo, e il percorso superiore, “l’iniziazione”, che si coglie tra le righe, nei caratteri in grassetto. Ossia, la verità tra gli inaspettati interstizi della vita; come il mistero, il senso che non ha bisogno di parole.

La crociata nei numeri

I numeri che caratterizzano il libro, non sono a caso: i quattro protagonisti-amici della storia, richiamano il 4, “la virtù generatrice, la compagnia che genera l’obiettivo, il senso. Da cui derivano le scelte individuali”. Il nome dei 4 amici è emblematico. Il “Pontefice” (è il costruttore, colui che collega i mondi, il facitore di ponti), il “Doppio” (è la dualità della vita, il bene e il male, la zizzania), Il “Visionario” (è l’apollineo, lo spiritualista), il Fogna (il dionisiaco, il panico, il materialista). Tutti lavorano per una missione collettiva, ma anche individuale. E non sempre le cose coincidono. Il 4 è anche “l’emblema del moto e dell’infinito (il fine, il significato dell’Ultima Crociata), sia del corporeo, il sensibile, sia dell’incorporeo (lo scontro tra la fine, la morte e la lotta, la speranza)”. Il 4 è il triangolo, la perfezione, la Trinità, più l’Uno.

Il 5 invece, altro numero ricorrente nella vicenda narrata, è rappresentato dalle 5 enclave, i luoghi ideali, le utopie, che i quattro incontrano nel loro cammino. Sono le tentazioni, le scelte che la vita ci offre. Sono le possibili strade da intraprendere, i cinque dilanianti bivi esistenziali, che presuppongono una decisione (se ne deve scegliere obbligatoriamente una, e ogni scelta implica una rinuncia). Decisione dettata dalla nostra intelligenza, volontà, e ispirazione. Il Cinque simboleggia, infatti, “la vita universale, l’individualità umana, la volontà, l’intelligenza, l’ispirazione e la genialità”. Il 5 vuol dire anche “l’evoluzione verticale, il movimento progressivo e ascendente dell’uomo (la via iniziatica)”.

Fabio Torriero, giornalista professionista dal 1995, ha lavorato con Veneziani (Italia-settimanale, Lo Stato), Feltri (Il Borghese, Libero), Sanzotta-Arditti-Bechis (Il Tempo). Docente Lumsa di Media, società e politica; spin doctor di politici e ministri, già direttore di IntelligoNews, attualmente è direttore della rivista Identità e de Lo Speciale.it. 

Autore di numerosi testi politologici, sociologici e di comunicazione, con Terre Sommerse, ha pubblicato saggi e romanzi di natura esistenziale e religiosa: “Delle cime e degli abissi”, “Ti parlo al tramonto”, “Il silenzio di Irma, la vergogna che uccide” e “Gli angeli in pigiama”.

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