a, m, o – Arte, Marche, Oltre
tre progetti artistici in cinque comuni delle Marche
Direzione artistica Casa Sponge
Admirari: verso la meraviglia
Artista in residenza – Aischa Gianna Muller
Roberto Coda Zabetta – progetto Cantieri Rocca Contrada
Arcevia (AN)
Tessere Con Attenzione
Artisti – Mario Consiglio, Beatrice Meoni, Stefania Galegati
Pietrarubbia, Frontino e Lunano (PU)
Non Solo Museo
Teorico – Pietro Gaglianò
Artista – Juan Pablo Macías
Pergola (PU)
Settembre – Dicembre 2020
E’ in corso nelle Marche il programma di residenze artistiche diffuse sotto il segno del progetto a, m, o – Arte, Marche, Oltre che già dal nome dichiara fortemente il suo campo d’azione: ideare e comunicare la passione per l’arte e per il territorio marchigiano attivando una modalità innovativa di produzione artistica.
Valorizzare i piccoli centri di provincia e creare un nuovo sentimento comune di appartenenza territoriale è l’obiettivo di a, m, o – a cura di Casa Sponge – che ha attivato tre progetti di cinque artisti e un teorico nei cinque comuni marchigiani di Arcevia, in provincia di Ancona, e di Pergola, Pietrarubbia, Frontino e Lunano, in provincia di Pesaro Urbino.
“Respira”, work in progress di Aischa Gianna Muller
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Il format a, m, o, – Arte, Marche, Oltre con la direzione artistica di Casa Sponge parte dalla convinzione che i borghi e la natura siano fonte di ispirazione creativa e risorsa di lunga durata da coltivare negli anni. Sono tre i progetti che hanno preso forma – Admirari: verso la meraviglia, Tessere Con Attenzione e Non Solo Museo – creando i primi nuclei di una rete di residenze artistiche diffuse che hanno avuto l’obiettivo di modificare l’assetto culturale e sociale del territorio, attraverso azioni artistiche, puntando alla valorizzazione dei cinque borghi di Arcevia, Pergola, Pietrarubbia, Frontino e Lunano.
Quattro gli asset del progetto: fare network creando una Rete Regionale del Contemporaneo nelle Marche partendo dall’area che va dal Monte Carpegna al Fiume Foglia; attivare un dialogo con la popolazione locale con l’obiettivo di sensibilizzare le persone alla ricezione e alla fruizione dell’arte; rivitalizzare l’economia e il turismo dei territori interessati attraverso l’arte contemporanea; far evolvere l’assetto culturale e sociale dei luoghi mediante le azioni degli artisti coinvolti.
La prima residenza d’artista, che ha preso il via il 18 settembre, è stata quella di Aischa Gianna Müller nella frazione di Caudino, uno dei nove Castelli del Comune di Arcevia, con Admirari: verso la meraviglia.
Confrontandosi con i pochi abitanti rimasti nella zona sono nate delle conversazioni che ruotano attorno ai temi della natura, del paesaggio e della vita rurale. Dopo aver individuato nell’aria – che ci tiene in vita e che proprio in questo periodo storico sentiamo di perdere – l’elemento primario della sua ricerca artistica, Muller ha ideato una performance dove l’aria stessa diventa elemento concreto che si può raccogliere e trasportare. Da nove alberi del territorio, a rappresentare i nove castelli di Arcevia, l’artista ne estrapolerà le essenze che in un futuro prossimo verranno portate e rilasciate in un’area metropolitana, un simbolico dono da parte delle zone rurali che abbondano di questo bene prezioso ma invisibile e quindi spesso dato per scontato.
Aischa Gianna Muller, La finestra della camera
Mario Consiglio, Stefania Galegati e Beatrice Meoni sono stati i protagonisti della seconda fase del progetto di residenza con Tessere Con Attenzione che ha preso vita nei tre comuni di Pietrarubbia, Frontino e Lunano
Filo comune tra i tre artisti è stato il coinvolgimento con il territorio e il dialogo con le persone che lo abitano, in una riflessione comune sui temi del paesaggio urbano e naturale.
La residenza di Mario Consiglio a Pietrarubbia ha portato alla progettazione di una scultura dal titolo “Democracy”, una vera fontana la cui realizzazione, non ancora avvenuta, sarà affidata alle maestranze locali: Pietrarubbia infatti vanta una lunga tradizione legata alla lavorazione dei metalli ed è qui che si trova il museo dedicato a Arnaldo Pomodoro.
L’opera vuole essere ironica e dimostrativa: una critica alla democrazia occidentale, con una forte impronta poverista, giocando sul detto “secchio che fa acqua da tutte le parti”.
Mario Consiglio, “Democracy”, Pietrarubbia, 2020
Stefania Galegati e Beatrice Meoni invece non hanno potuto svolgere le loro residenze in presenza a causa della difficile situazione sanitaria, ma i loro progetti hanno preso forma lo stesso.
Beatrice Meoni è stata collegata per una settimana con una stanza al museo Franco Assetto, il museo cittadino di Frontino, da cui ha quotidianamente interagito con i poeti Loris Ferri e Stefano Sanchini e con gli artisti Daniele Bordoni e Chris Rocchegiani. Ogni giorno si sono svolte conversazioni il cui tema è sempre stato il paesaggio visto come un’esperienza su più livelli, oggetto della visione del pubblico. E’ stato sviluppato anche un laboratorio per le scuole che l’artista ha realizzato con giovani studenti delle elementari, per ragionare anche con loro sul paesaggio e sulla natura che li circonda.
Per ogni incontro Meoni ha trascritto sulle pareti del proprio studio da remoto frasi e parole che più l’hanno colpita: questa riproposizione fisica si unisce alle registrazioni delle conversazioni e insieme creano una memoria del paese e del paesaggio, con le sue molteplici definizioni, che vive di una stratificazione di immagini e suoni, un materiale continuamente in via di evoluzione.
Dalla residenza a più voci di Beatrice Meoni,
appunto sul tavolo, Ph. Chris Rocchegiani
Scopo della ricerca di Stefania Galegati è stato invece il restituire il ritratto della comunità di Lunano in base all’ immaginario dei suoi cittadini, invitandoli a rispondere a due domande volutamente impossibili, registrando le risposte in forma di video selfie che prenderanno poi forma in un’opera video finale.
L’artista ha chiesto: “Pensi che ci siano altre forme di vita nell‘universo? Se si, come te le le immagini?”. Non ci sono risposte giuste o sbagliate, quello che Galegati vuole mettere in luce è l’immaginario creativo delle persone, spesso formatosi in base al luogo in cui si cresce e vive, e il loro coinvolgimento con lo spazio che li circonda.
“Dove sono tutti quanti?” per un ritratto collettivo di Lunano,
work in progress di Stefania Galegati
Pietro Gaglianò è un teorico dell’arte che ha preso parte alla terza fase delle residenze, con il progetto Non solo Museo a Pergola. Da sempre vicino ai temi della comunità e dello spazio ad essa legato, anche Gaglianò ha svolto il proprio intervento a distanza dopo aver selezionato, attraverso una open call tra gli abitanti di Pergola, una decina di persone da coinvolgere nel progetto.
Il borgo non presenta una piazza o uno spazio che possa essere inteso, e vissuto, come tale: questo ha indotto Gaglianò a interrogarsi su come la popolazione viva questa situazione e come si possano immaginare delle soluzioni alternative. Ne nasce una narrazione collettiva e soggettiva al tempo stesso che verrà poi restituita alla cittadinanza quando sarà possibile incontrarsi di persona.
Questa operazione non mira a sovrapporsi ai poteri politici ed organizzativi del luogo, ma a riflettere sui concetti di spazio pubblico e sull’esigenza che ogni comunità ha di un luogo percepito come “comune”.
Dal laboratorio “Un paese senza piazza” di Pietro Gaglianò,
piazza delle Erbe di Pergola
Nello stesso progetto si inserisce il lavoro di Juan Pablo Macías che ha pensato ad un’azione performativa collettiva dal nome di Soffio Vento Uccelli (sincronia di un soffio solo): l’artista ha chiesto agli abitanti di Pergola e non solo di produrre fischi, suoni, soffi e di inviarglieli su WhatsApp, che alla fine del processo saranno registrati su vinile.
Per Macías il soffio non è solo respiro, ma un flusso che accomuna tutti gli esseri viventi, rende uguali gli uomini ancora prima di essere comunità. Per questo l’obiettivo del progetto è quello di creare un vento Cosmico e farlo diventare virale, un flusso che accomuna tutti gli essere viventi e che irradia tutte le cose nel Mondo, partendo dal borgo marchigiano per generare un fenomeno contagioso.
Juan Pablo Macías, Soffio Vento Uccelli
Chiuderà il format, sempre per il progetto Admirari: verso la meraviglia, l’artista Roberto Coda Zabetta con Cantieri Rocca Contrada che prende le mosse da un suo intervento realizzato nel 2017 nel Complesso della SS. Trinità delle Monache di Napoli, per cui ha realizzato un grande dipinto su tela per il terrazzo di copertura dell’ex ospedale militare, una magistrale opera di arte pubblica che ha coinvolto l’impianto architettonico di un edificio storico. Da quell’intervento Coda Zabetta ha deciso di estrapolare 9 “pezzi” dedicandoli ai 9 castelli di Arcevia.
Come sempre l’artista lavora sull’architettura esistente per dar vita ad una installazione permanente che dialogo con la storia del luogo, in questo caso gli stendardi dei 9 Castelli, oggi consevati nella sala consiliare del comune di Arcevia, ognuno con un suo disegno specifico. Ogni borgo avrà il suo “pezzo” di tela, una vela colorata issata all’interno della cinta muraria che muovendosi al vento emetterà un suono.
La prima di queste bandiere verrà issata a Loretello e successivamente negli altri castelli, con l’obiettivo di identificare lo spazio sia materilamente che concettuamente, mettendo in sinergia e comunicazione tutti i borghi e far diventare così questi stendardi ante litteram un simbolo di identificazione territoriale per gli abitanti.
Roberto Coda Zabetta, Cantieri Rocca Contrada, Ph. Henrik Blomqvist
a,m,o fa parte dell’evento collaterale ARKAD Manifesta 13 – Les Parallèles du Sud.
ARKAD è un progetto di KAD (Kalsa Art District) per Manifesta 13 – Les Parallèles du Sud, ideato e curato da Dimora OZ e Analogique, in partnership con l’ESADMM. ARKAD comprende numerosi progetti e una programmazione di eventi diffusi in diverse città del Sud Europa. A novembre ARKAD apre la sue residenza artistica a Marsiglia, promossa dall’Italian Council.