MICRO AND MACRO DRAMATURGIES IN DANCE

MICRO AND MACRO DRAMATURGIES IN DANCE

Un progetto per la creazione della figura del dance dramaturg, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Creative Europe e realizzato dai partner italiani Marche Teatro e Anghiari Dance Hub insieme a Tanec Praha (Repubblica Ceca), ente capofila, DansBrabant (Paesi Bassi), Dance House Lemesos (Cipro) e Bora Bora (Danimarca)

LA PRIMA TAPPA DEL PROGETTO

SARÁ IN ITALIA, TRA ANGHIARI E POLVERIGI, DAL 22 AL 30 MARZO 2021

Micro and Macro Dramaturgies in Dance è un progetto europeo di cooperazione internazionale che indaga il processo creativo nella danza e in particolare i due aspetti della drammaturgia, la micro drammaturgia, intesa come la drammaturgia che si situa all’interno della produzione artistica e la macro drammaturgia, ovvero la rilevanza sociale e la funzione del teatro nei confronti del contesto esterno.

Il progetto vuole colmare il vuoto esistente nei percorsi professionali su questo tema, laddove non esiste una formazione specifica della figura del dance dramaturg.

Accompagneranno il percorso gli esperti del team scientifico formato da Guy Cools, Katalin Trencsényi, Maja Hriešik e Anne-Marije van den Bersselaar.

Le attività previste prevedono workshop, incontri, seminari, pubblicazioni e conferenze pubbliche, con l’obiettivo di fornire un momento di capacity building collettivo che coinvolga i partner, il team scientifico e gli ospiti individuati, i partecipanti provenienti da ogni Paese e le comunità artistiche di volta in volta ospiti del progetto. In particolare saranno selezionati, per ciascun Paese, 4 partecipanti (2 coreografi e 2 potenziali dance dramaturg) che, nel corso del progetto, accederanno insieme ai seminari specialistici condotti dal team scientifico, un’occasione unica di scambio e di professionalizzazione internazionale.

Per le attività 2021, sono stati selezionati Salvo Lombardo e Margherita Scalise.

Un nuovo bando pubblico nazionale sarà aperto nel 2022.

La prima tappa di progetto si terrà in Italia, dal 22 al 30 marzo 2021, tra Anghiari e Polverigi. Per rispondere alle limitazioni imposte dalla pandemia, parte delle attività sarà in presenza e parte sarà svolta online. Ospiti del workshop italiano saranno Gerarda Ventura, direttrice artistica di Anghiari Dance Hub, Andrea Merendelli direttore del Teatro di Anghiari, l’artista Ilaria Margutti, un rappresentante della famiglia Busatti; a Polverigi, Velia Papa direttore di Marche Teatro e gli artisti Alessandro Sciarroni, Luca Silvestrini, Giacomo Lilliù.

Durante le giornate di progetto, sarà realizzato un evento di approfondimento live streaming che vedrà Katalin Trencsényi del team scientifico dialogare con la nota dramaturg del Ballet C de la B Hildegard de Vuyst e con la coreografa australiana Rachael Swain della compagnia Marrugeku.

Guy Colls e Katalin Trencsényi, membri del Comitato Scientifico, hanno scritto rispetto alla residenza italiana organizzata da Anghiari Dance Hub e Marche Teatro:Le parole “testo” e “tessuto” hanno la stessa radice: qualcosa che viene unito insieme. La tessitura è sia un mestiere concreto e tattile, in cui le nostre mani si impegnano con fili materiali, sia una potente metafora per qualsiasi processo, sia fisico che mentale, che riunisca elementi diversi nello stesso schema di significato. In questo senso, il riferimento alla tessitura funziona sia per la micro drammaturgia, “l’organizzazione delle azioni della performance” (Eugenio Barba), sia per la macro drammaturgia e sul come riunire la comunità “per aiutarci a leggere il mondo e a decifrarne la complessità ”(Marianne Van Kerkhoven). Durante la residenza, un gruppo di coreografi e dramaturgs si riunirà per sviluppare e inter scambiarsi abilità proprie della drammaturgia. A causa delle restrizioni di viaggio per il Covid-19, la residenza sarà organizzata in un formato ibrido, live e on-line: lo schermo fungerà da buchetta della danza, in riferimento alle buchette del vino, piccole finestre attraverso le quali i ristoranti continuarono a distribuire cibo e vino nella Toscana del XVII secolo durante la peste, nutrendo la loro comunità nel mezzo dell’epidemia.”

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