Chiunque si sia imbattuto almeno una volta negli scritti di Kant sa che non è possibile entrare nel pensiero del filosofo tedesco senza confrontarsi con parole come “noumeno”, “fenomeno”, “imperativo categorico” o “schematismo trascendentale”. Ma cosa accadrebbe se invece di partire da alcuni termini chiave iniziassimo a lavorare utilizzando tutte le parole, di tutti i suoi testi?
È quanto ha potuto sperimentare Valerio Pellegrini attraverso il progetto Minerva, il cui nome si riferisce alla celebre metafora hegeliana della “Nottola di Minerva” citata nell’ultimo capoverso della Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto. Il designer ha lavorato sul progetto quasi due anni, coinvolgendo diverse realtà accademiche e figure professionali, tra cui i designer del Density De-sign Lab del Politecnico di Milano, gli informatici dell’Università di Duisburg-Essen e un team di storiografi della filosofia dell’Università degli Studi di Milano, con l’obiettivo di rappresentare l’intera evoluzione del lessico kantiano: dalla frequenza dei termini alla loro reciproca gerarchia.
«La scelta di concentrarmi sugli scritti kantiani è dipesa da due ragioni, entrambe accidentali -spiega Pellegrini. La prima è che il progetto è nato chiacchierando davanti ad un caffè con un ami-co profondamente appassionato di Kant. La seconda è che, nel 2012, il corpus kantiano era l’unico disponibile in formato digitale e strutturato, grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori sponsorizzati dall’Università di Duisburg-Essen. Inoltre, esiste una radicata tradizione di storiografia filosofica e filologica intorno al lavoro di Kant, il che avrebbe assicurato una buona ricezione e utilizzo dello strumenti da parte della comunità scientifica.»
Minerva è un sistema di analisi comparata che non si limita a rintracciare a calcolare la fre-quenza dei lemmi, accelerando e semplificando il processo di ricerca, bensì visualizza l’evoluzione del lessico, favorendo un nuovo tipo di dialogo con i testi. Il concetto stesso di lettura assume la forma di un processo interattivo e dinamico che si muove tra l’accesso diretto e ravvicinato al testo e la visione a distanza fornita dalle visualizzazioni, generando nuovi possibili percorsi di indagine.
Il valore aggiunto della visualizzazione è duplice: da un lato consente di ordinare la complessità delle informazioni, manifestando in un solo colpo d’occhio il rapporto che sussiste tra le singole parole (e, quindi, tra i concetti); dall’altro permette di lavorare direttamente sul testo accedendo a
diversi livelli di lettura, ricercando i lemmi d’interesse ed editando note e appunti correlatI dinamicamente al testo strutturato.
La visualizzazione ha confermato modelli già noti per la storiografia, ma ha anche evidenziato in-teressanti sorprese che hanno portato a ulteriori approfondimenti. Un esempio significativo del se-condo caso si trova nel brumoso territorio della filosofia della religione kantiana, in particolare con il termine Schwarmerei (fanatismo, conformismo): il concetto è fluido ed eccezionalmente polise-mantico sia nel tedesco del diciottesimo secolo, sia nella filosofia kantiana. Ciononostante, il dato rappresentato da Minerva ha mostrato come il concetto di Schwarmerei e di religione conoscano in Kant uno sviluppo armonicamente parallelo. Questa semplice osservazione ha suggerito che nella mente di Kant l’architettura della filosofia religiosa sia sorta dalle lunghe ombre che il fanatismo aveva proiettato del pensiero del filosofo. Viene così suggerita l’idea che lo studio del significato del termine Schwarmerei in Kant possa essere una condizione di necessità per un’autentica com-prensione della sua filosofia della religione.
«Questo è in realtà un esempio tra tanti – precisa Pellegrini – Abbiamo ottenuto risultati notevoli analizzando termini come Simbolo, Buono, Legge, Bibbia, Regno dei fini e così via. Va comunque ricordato che per quanto lo strumento sia potente, rimane valida le legge che governa qualsiasi tipo di indagine. Vi si trova molto poco se non si sa cosa cercare. Come per ogni altra opera uma-na, il suo significato riposa nell’occhio di chi l’osserva. Non posso dirvi cosa dovreste vederci voi o chiunque altro. Posso dirvi però cosa ci abbiamo visto noi. Una mappa. Una mappa labirintica che si è erta a simbolo di un viaggio nella mente di un genio che i nostri tempi stanno ancora faticando a comprendere. Un labirinto in cui ci è possibile passeggiare, riposare e correre, sfocando ad ogni passo la differenza tra la mappa e il territorio. Tra rappresentazione e realtà. Tra la mente del genio e la nostra.»
La serie di tavole Minerva, esposte da Wild Mazzini data art gallery dal 12 luglio al 4 agosto, è l’ultima mostra della prima stagione“Prospettiva italia” che ha portato al grande pubblico quattro percorsi esemplari della creatività italiana nell’information design.
Minerva è in mostra dal 12 luglio al 4 agosto
Valerio Pellegrini è un designer della comunicazione: si occupa di data visualization, grafica, illustrazione e design editoriale. Collabora con testate giornalistiche italiane ed estere tra cui BBC, Wired (UK, US, DE, ITA), Popular Science, Corriere della Sera, GQ, BOAT Magazine, Foreign Policy, e con laboratori di ricerca e studi e aziende private in Italia, Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Olanda. Laureato in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano con una tesi riguardo a Minerva, uno stru-mento per visualizzare il rapporto fra opere e parole nell’intera opera di Immanuel Kant. I suoi lavori sono stati esposti alla Triennale di Milano nella mostra AFRICA – Big Change/Big Chance e alla mostra Le Mappe del Sapere, al Magazzino delle Idee a Trieste nella mostra Maria Teresa e Trieste, al Los Angeles Center for Digital Arts nella mostra TOP 40 – International Juried Competition, al Kunsthalle Muse-um di Zurigo nella mostra They Printed It!, e alla mostra Identità17 a Prato nello spazio BBS-pro. Le sue opere sono state incluse in libri editi da Taschen, Gestalten, Rizzoli, Oxford Press. Ha vinto due volte il premio Kantar – Information Is Beautiful Awards come Infographic – Gold nel 2016 e Best Individual Contri-bution nel 2013, e due premi Malofiej Awards con il Corriere della Sera (2015) e DensityDesign (2012).
INFORMAZIONI E CONTATTI
L’accesso alle mostre è libero e gratuito dal martedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 20, gli atri gior-ni su appuntamento.
Le opere esposte possono essere acquistate su richiesta.
Recapiti per informazioni e prenotazioni: 393 06 654 15 o info@wildmazzini.com
Aggiornamenti sulla programmazione: www.wildmazzini.com