Miseria e Nobiltà

La commedia di Eduardo Scarpetta, “Miseria e Nobiltà” uno dei suoi maggiori successi teatrali e cavallo di battaglia per Eduardo De Filippo, successo indiscusso della versione a colori, in cui Totò restò quasi sempre fedele al copione, immettendo però alcune delle sue inconfondibili caratterizzazioni, torna in scena al Teatro Parioli Peppino de Filippo.Teatro-Parioli-Miseria-e-nobiltà

Dal 17 dicembre al 10 gennaio 2016, al Teatro Parioli Peppino de Filippo, torna sul palco “Miseria e Nobiltà”, un capolavoro del nostro teatro comico, adattato e diretto dal Maestro Luigi De Filippo.

La commedia, rivela l’inganno messo in atto dal Marchesino Eugenio che, innamorato di Gemma, una bellissima ballerina, figlia di un buffo cuoco arricchito, chiede l’aiuto di Don Felice Sciosciammocca, lo scrivano, e del suo compare, Don Pasquale, i quali, insieme alle loro famiglie, dovranno interpretare i nobili parenti del Marchesino, per ottenere il consenso alle nozze da parte del padre di Gemma.

Equivoci divertenti e battute spiritose, scambi di persone posano in questo caso sul tema unificante della fame, che appartiene alla grande tradizione di pulcinella e del teatro napoletano.

Il tema della commedia è la fame, la fame di lavoro, la fame di sopravvivenza, la fame di giustizia, di dignità, quella fame che, soprattutto nel Mezzogiorno, se non appagata, provoca grandi sconvolgimenti.

Proprio come fanno i protagonisti sulla scena, quando, l’ingresso inaspettato dei due cuochi, alla fine del primo atto, porta un intero pranzo e senza neppure chiedersi da dove provenga il cibo, si avvicinano quasi intimoriti, pochi istanti e tutti si gettano sulla tavola afferrando i maccheroni, ancora fumanti, con le mani.

Si avverte e respira un forte affiatamento tra gli attori sul palco, così forte, che anche il pubblico partecipa energicamente, con applausi e risate, divertendolo.

L’interpretazione riflessiva e malinconica di Luigi De filippo, degno erede della grande tradizione teatrale napoletana, nei panni del protagonista Don Felice Sciosciammocca, accompagnato dalla sua Compagnia di Teatro composta da altri undici attori d’alto livello da Fabiana Russo, Stefania Aluzzi, Stefania Ventura, Vincenzo De Luca, Giorgio Pinto, Massimo Pagano, Luca Materazzo, Carlo Zanotti, Paolo Pietrantonio, Luca Negroni, Francesca Ciardiello, Claudia Balsamo e Michele Sibilio, sfoggia una commedia dai colori divertenti, ma di profonda riflessione. Ci riporta alla fine dell’Ottocento dove padri e nonni di tanti italiani centro-meridionali furono costretti a emigrare. Attualmente sfortunatamente accade lo stesso: i nostri giovani devono andare via per trovare un riscatto sociale con un’unica differenza , che allora gli emigranti erano analfabeti e oggi sono laureati.
Il divertimento è assicurato.

 

 

Antonietta Violante

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