I mondi di Mario Lattes #1 Viaggio nella nuova collezione della Fondazione Bottari Lattes

I mondi di Mario Lattes #1
Viaggio nella nuova collezione della Fondazione Bottari Lattes

sul sito www.fondazionebottarilattes.it con tour virtuale

P er presentare al grande pubblico le nuove acquisizioni che stanno arricchendo il patrimonio della pinacoteca dedicata alle opere di Mario Lattes, la Fondazione Bottari Lattes, da fine dicembre ha iniziato un viaggio “nei mondi di Mario Lattes”, esponendo per la prima volta alcuni dipinti della sua nuova collezione.

La prima tappa di questa esplorazione è proprio la mostra “I mondi di Mario Lattes #1”, allestita alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba, nel cuore delle Langhe, visitabile digitalmente sul sito fondazionebottarilattes.it.

Nell’attesa della riapertura al pubblico, l’allestimento della collezione permanente è infatti presente e visitabile sul sito della Fondazione Bottari Lattes con una pagina di approfondimento online, con immagini di dipinti, contenuti testuali e testi critici, e ora con un tour virtuale che permette di rendere più realistica l’esperienza di visita virtuale:

https://fondazionebottarilattes.it/i-mondi-di-mario-lattes-1/

Ideata da Caterina Bottari Lattes e curata da Alice Pierobon in collaborazione con Chiara Agnello, la mostra presenta una brochure digitale con un testo critico di Vincenzo Gatti.

Pittore e incisore, disegnatore e acquerellista, Mario Lattes (1923-2001) è stato un artista prolifico e instancabile. La sua vasta produzione pittorica testimonia una passione per l’arte sbocciata da giovanissimo. Una passione che inizia a farsi conoscere al pubblico nel 1947, anno della prima mostra di Lattes a Torino, alla galleria La Bussola. Seguiranno, fino alla fine degli anni Novanta, diverse personali di Mario Lattes: a Torino, Roma, Milano, Firenze e Bologna, incluse le partecipazioni a due edizioni della Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Torino e di Roma, oltre a diverse esposizioni collettive. Numerose opere realizzate entreranno così nelle sale espositive e nelle dimore di diversi collezionisti. Al fine di recuperare, conservare e far conoscere al grande pubblico quadri e lavori di Lattes mai esposti prima, nel corso degli ultimi anni la Fondazione Bottari Lattes ha acquisito diversi dipinti da collezionisti privati. Opere che ora entrano a far parte del prezioso patrimonio della sua pinacoteca e che saranno rese visibili al grande pubblico in più esposizioni nel corso del tempo.

I mondi di Mario Lattes #1” è la prima di queste mostre e si concentra sui dipinti figurativi realizzati dal 1959 al 1990, scelti da Caterina Bottari Lattes tra le opere di recente acquisizione. Nelle due sale espositive del primo e secondo piano della Fondazione Bottari Lattes i nuovi dipinti dialogano così con i lavori già presenti nella collezione della pinacoteca. I temi affrontati nelle quattro sezioni in cui la mostra è suddivisa, sviluppati in una quarantina di opere esposte, sono alcuni tra quelli cari a Mario Lattes: figure archetipiche; marionette e alter ego; nature morte e “cianfruscole” (termine usato da Lattes per indicare le cianfrusaglie); oggetti simbolici; temi surreali; volti e personaggi.

Tra i dipinti esposti: “Il cardinale” (tecnica mista su carta intelata, 50×35 cm); “Il Re” (1969, tecnica mista su carta intelata, 70×50 cm); “Marionette e manichino” (1990, olio su carta intelata, 50×70 cm); “Beute, conchiglie, insetti” (olio su tela, 60×80 cm); “L’ostensorio e la rosa” (1969, olio su carta intelaiata, 50×35 cm); “Lo specchio rotto” (1969, tecnica mista su carta intelata, 70×50 cm); “La caduta” (1969, tempera su tela, 140×100 cm); “Figura con nuvola” (1970, tempera e china su carta intelata, 70×50 cm).

«L’accesso ai mondi di Lattes – spiega Vincenzo Gatti nel suo testo critico – è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi. Le teste, gli idoli, i manichini sono icone di un’individualità attonita, consapevoli delle inquietudini che da sempre pervadono l’animo umano. La complessa trama pittorica che mostra e nasconde, che lamenta e afferma, indica strade segnate dalla conoscenza del dubbio e l’artista, indifferente alla prassi, manipola materie grafiche e pittoriche per giungere a una vertiginosa discesa nelle profondità dove le forme affondano e riemergono mutate.»

La mostra è realizzata con il sostegno di Regione Piemonte.

Press kit con foto delle opera esposte:

https://drive.google.com/drive/folders/1xbgrzzFTXTL0f0pR1ClD9v5dGrP68Haa?usp=sharing

Info:

0173.789282 – segreteria@spaziodonchisciotte.it

WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes | YT FondazioneBottariLattes

Ufficio Stampa:

Ufficio Stampa: Paola Galletto – pao.galletto@gmail.com – galletto@fondazionebottarilattes.it – 340.7892412

APPROFONDIMENTI

Il testo critico completo di Vincenzo Gatti

Molti sono i mondi di Mario Lattes, e misteriosi.

Con disincantata franchezza si muove tra diverse dimensioni, com’è ovvio per un intellettuale dalla sensibilità fittamente diramata tra parola e immagine, e giustamente insofferente a stringere l’attitudine creativa in schemi artificiosi e convenzionali categorie. Meglio affidarsi, per le immagini, a una singolare e personalissima interpretazione, intrisa di umori visionari (le suggestioni simboliste e surrealiste affiorano, ma quasi velate da una sottile ironia) in un contesto tutto mentale dove la stessa tecnica esecutiva, costantemente inventata e stravolta con indifferenza accostando materiali e procedimenti eterodossi, contribuisce ad evocare, piuttosto che a svelare.

Le marionette, i teatrini che potrebbero alludere a nostalgiche malinconie di una rimpianta infanzia, a ben vedere dimostrano un risvolto beffardamente doloroso: “… i ricordi sono cicatrici di memoria…” scriveva l’artista.

Infatti, anche i soggetti apparentemente più innocenti non sono mai rassicuranti: l’accesso ai mondi di Lattes è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi.

Le teste, gli idoli, i manichini sono icone di un’individualità attonita, consapevoli delle inquietudini che da sempre pervadono l’animo umano .La complessa trama pittorica che mostra e nasconde, che lamenta e afferma, indica strade segnate dalla conoscenza del dubbio e l’artista, indifferente alla prassi, manipola materie grafiche e pittoriche per giungere a una vertiginosa discesa nelle profondità dove le forme affondano e riemergono mutate.

L’artista-profeta ci indica così un percorso e c’invita a riconoscere i nostri fantasmi per esorcizzarli attraverso la fatica di vivere e guadagnare la nostra esistenza giorno per giorno. I suoi fantasmi già li aveva vinti, liberandoli nelle illusioni e nei sogni che sempre l’opera d’arte conserva in sé.

Vincenzo Gatti

Mario Lattes

Mario Lattes (Torino, 1923 – 2001), pittore, scrittore ed editore, è stato personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo dopoguerra. Durante il periodo bellico sfugge alle leggi razziali rifugiandosi a Roma e a Rieti unendosi poi alle truppe alleate, tra cui l’VIII Armata Inglese, in qualità di interprete. Rientrerà a Torino, la sua amata e odiata città, nel 1945. Dopo la seconda Guerra mondiale dirige la Lattes Editori, la Casa Editrice fondata dal nonno Simone Lattes nel 1893, una tra le più importanti nel settore dell’editoria scolastica, ma che pubblica anche i romanzi di Il’ja Erenbúrg (Le avventure di Julio Jurenito) e William Faulkner (Questi tredici), i saggi di Filippo Burzio (La nascita del demiurgo) e di Léon Blum (Del matrimonio). Collabora con scritti e disegni alle più importanti riviste culturali del momento, tra cui “Il Mondo”, la “Fiera letteraria” e la “Gazzetta del Popolo”. Con un gruppo di amici (Vincenzo Ciaffi, Albino Galvano e Oscar Navarro) nel 1953 fonda la rivista “Galleria” che dall’anno seguente, con il titolo “Questioni”, diventa voce influente del mondo culturale non solo locale. Vi partecipano intellettuali italiani e stranieri come Nicola Abbagnano, Albino Galvano, Theodor Adorno e molti altri. Nel 1960 si laurea all’Università di Torino con il professor Walter Maturi, discutendo una tesi in storia contemporanea su “Il Ghetto di Varsavia”.

Tra il 1958 e il 1985 pubblica diversi romanzi e racconti, tra cui: Le notti nere (Lattes, 1958), La stanza dei giochi (Ceschina, 1959), Il borghese di ventura (Einaudi, 1975; Marsilio, 2013), L’incendio del Regio (Einaudi, 1976; Marsilio, 2011), L’Amore è niente (Editore La Rosa, 1985), Il castello d’acqua (Aragno, 2004) postumo. Le vicende personali, i sentimenti, le paure, le speranze, la vita di tutti i giorni, sono i temi di cui sono fatti i romanzi di Mario Lattes, che sono spesso opere autobiografiche, scritte con sensibilità profondamente surreale ed epico senso dell’inconcludenza umana. Sopravvive però sempre l’ironia. Nel libretto Fine d’anno, pubblicato nel 1972, sono raccolte alcune poesie di Lattes che ripropongono i temi centrali della sua riflessione e della sua ossessione: la nostalgia per ciò che si è dovuto lasciare, che non c’è più se non nella memoria, il male assoluto, la morte e la natura, l’amore che passa crudelmente, l’esilio. Nel 2015, per volontà degli eredi, vede la luce Il Ghetto di Varsavia, tesi di Laurea di Mario Lattes pubblicata per la prima volta, dopo 55 anni dalla sua stesura, da Edizioni Cenobio, a cura del professor Giacomo Jori.

Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, a testimonianza delle maturate esperienze artistiche, nate durante il soggiorno laziale e coltivate per tutta la sua vita, come artista e collezionista. Fino alla fine degli anni novanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano, Firenze e Bologna e partecipa con successo a due edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Torino e di Roma oltre a diverse esposizioni collettive. Il suo lavoro pittorico e la sua attività culturale sono stati oggetto di numerose recensioni e alcuni studi critici.

Dopo la sua scomparsa, importanti istituzioni gli hanno dedicato antologiche e retrospettive. Il Comune di Torino, in data 11 maggio 2017, con una cerimonia pubblica, gli ha intitolato l’area verde di Piazza Maria Teresa, nel quartiere Borgo Nuovo.

Fondazione Bottari Lattes

La Fondazione Bottari Lattes è nata nel 2009 a Monforte d’Alba (Cn), dalla volontà di Caterina Bottari Lattes. Ha come finalità la promozione della cultura e dell’arte e l’ampliamento della conoscenza del nome di Mario Lattes (1923-2001) nella sua multiforme attività di pittore, scrittore, editore e animatore di proposte culturali. Porta avanti iniziative di studio e di ricerca culturale, curandole direttamente o in collaborazione con altri enti o istituzioni, e organizza progetti e appuntamenti culturali. Tra le principali attività: mostre di arte e fotografia, il Premio letterario internazionale Lattes Grinzane, il Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, i progetti per le scuole come Vivolibro, i concerti e i convegni, le rassegne teatrali e cinematografiche. La Fondazione Bottari Lattes è situata in via Marconi 16, Monforte d’Alba. Nel 2015, sempre a Monforte, Caterina Bottari Lattes e l’ex Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz hanno inaugurato la Biblioteca-Pinacoteca Mario Lattes, che custodisce gran parte dei quadri, dei libri e dell’archivio personale di Mario Lattes.

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