Domenica 27 ottobre (ore 18) al Teatro del Lido di Ostia
Anno 2129, robotica e multimedialità hanno reso gli uomini incapaci di relazioni interpersonali.
L’unica speranza è viaggiare nello spazio, in cerca di un universo parallelo
in cui si possa avere una seconda possibilità.
MonoNoAware dance project
TAKE YOUR SPACE_ anno 2129
regia e coreografia Daniele Toti
interpreti Daniele Toti, Silvia Pinna, Viviana Cherubini, Angela Caputo, Marta Di Matteo
Domenica 27 ottobre (ore 18) al Teatro del Lido di Ostia si danza con la compagnia MonoNoAware dance project che porta in scena TAKE YOUR SPACE_ anno 2129 per la regia e coreografia di Daniele Toti, anche interprete insieme a Daniele Toti, Silvia Pinna, Viviana Cherubini, Angela Caputo, Marta Di Matteo. Uno spettacolo per riflettere su come la robotica e la multimedialità abbiano spento la capacita di immagazzinare ricordi e reso l’essere umano quasi totalmente incapace di relazioni interpersonali. L’unico modo di ripristinare l’umanità è viaggiare attraverso lo spazio in cerca di un universo parallelo in cui si possa ritrovare noi stessi e ottenere così, una seconda possibilità. Basterà navigare tra le galassie per capire come amare?
La compagnia MonoNoAware nasce nel 2014 dall’esigenza di Daniele Toti di intraprendere un’esperienza coreografica che gli desse la possibilità di lasciare un messaggio attraverso i corpi danzanti. La prima creazione della compagnia, “Zehnten Block”, per 5 danzatori, prende ispirazione del libro di Philippe Aziz, “I Medici dei Lager”, e ha debuttato alla rassegna coreografica Insincronia curata da Claudia Passaro e Ottavia Marenghi, il 10 gennaio 2015 al Teatro Trieste 34 di Piacenza. Il nome della compagnia: mono no Aware è stato scelto Daniele Toti e unisce le sue più grandi passioni: il Giappone e la Danza. Daniele è laureato in lingue e civiltà orientali con indirizzo Giapponese ed era un suo grande desiderio riportare questa sua conoscenza all’interno della compagnia. In italiano mono no Aware non è traducibile. Letteralmente significa ‘pathos delle cose’, ma il suo significato è più ampio e complesso: Mono no Aware è legato all’arte e soprattutto alla poesia giapponese dell’undicesimo secolo. Il concetto può essere riportato come “la consapevolezza della precarietà delle cose” e il lieve senso di rammarico che comporta il loro trascorrere’”. La poesia giapponese esprime le emozioni in termini di natura. Anche la scrittura ordinaria tende a usare sensuali immagini concrete invece di concetti astratti. La parola Aware (o mono no aware) intende la capacità, attraverso l’empatia, di essere profondamente colpiti dalla bellezza della natura, dell’arte e dei sentimenti di altre persone. Esprime la concretezza di una reazione alle cose, l’espressione di quel sentimento particolare che si verifica quando si vede il rapporto tra l’incertezza della vita umana e dei processi di cambiamento nella natura. Per sperimentare aware, una persona deve apprezzare qualcosa al di là degli aspetti più affascinanti e colorati dell’arte e della natura. Deve avere un tipo di sensibilità che permette di rispondere, con profonda commozione, al veramente bello. Così il grido malinconico di un uccello notturno o la bellezza della rugiada su un fiore di cardo possono far venire le lacrime agli gli occhi, anche se potrebbe essere difficile spiegare il perché. L’esempio più frequentemente citato di mono no Aware, nel Giappone contemporaneo, è l’amore tradizionale per i fiori di ciliegio, come manifestato dall’enorme folla di persone che escono ogni anno, per ammirare la loro fioritura. I fiori degli alberi di ciliegio giapponese non sono più belli di quelli del pero o del melo: sono più apprezzati per la loro transitorietà, perché cominciano a cadere entro una settimana da quando sbocciano. È proprio l’evanescenza della loro bellezza che evoca in chi guarda il sentimento malinconico di mono no Aware.