“Mostra tributo a MARIO SCHIFANO”
OPENING sabato 10 aprile ore 18:00
Il Centro d’arte Raffaello è lieto di ospitare la personale dell’artista “Mario Schifano”, dall’omonimo titolo, a cura di Giuseppe Carli, che sarà inaugurata sabato 10 aprile ore 18:00 negli spazi espositivi di via Notarbartolo 9/e a Palermo. L’evento racchiude trenta opere grafiche; trattasi di serigrafie materiche a smalto edite dalla Torcular negli anni ’80, di grande formato e valore. Il direttore artistico Sabrina Di Gesaro, in collaborazione con il fondatore della galleria Angelo Di Gesaro, suo padre, hanno deciso di offrire alla città questo tributo, ad un artista di rilievo come Mario Schifano, per contribuire in questo particolarissimo periodo storico alla rinascita collettiva del mondo della cultura.
“ Questa esposizione ci insegna – commenta il curatore e critico Giuseppe Carli – quando un pittore meriti l’appellativo di “artista”. Mario Schifano è uomo del proprio tempo che, attraverso la disponibilità di strumenti tecnologici, ma in assoluta solitudine, si imbatte nella ricerca continua di nuove forme di sperimentazioni pittoriche e di comunicazione. Una condizione, la solitudine, che appartiene oggi all’artista contemporaneo: se, da un lato, appare sempre più vorace nel tessere confronti, dall’altro scarta l’ipotesi del gruppo; dicotomia che lo rende vittima di quella macchina della modernità caratterizzata dalla stampa, dalla fotografia, dalla televisione. Natura e cultura sono il sottofondo motivante per la sua attività di pittore, aspetti chiave della sua espressione, in un rapporto che ha accesso al lirismo del particolare approccio conoscitivo effettuato attraverso la novità e la libertà costruttiva del segno e lo splendore dei colori. Seppure – conclude Carli – con influenze artistiche di carattere internazionale, legato in parte all’ambito dell’informale, dal quale comunque Schifano si è distaccato guardando altrove, la sua pittura invoca a una centralità che ricorda l’“uomo vitruviano” inserito con le sue proporzioni armoniche in un universo perfetto; ed è proprio a questo universo che l’artista si rivolge, portando nel suo lavoro l’armonia di modelli a volte sentimentali, comuni anche alla poesia.”
La mostra sarà fruibile in galleria sino al 29 maggio 2021 (via Notarbartolo 9/e, 90141, Palermo) da lunedì a sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 16:30 alle 19:30. Domenica, lunedì mattina e festivi chiusi. L’inaugurazione non prevederà una serata evento nel rispetto delle normative di sicurezza sanitarie vigenti che vietano ogni sorta di assembramento ed evento ma, grazie all’ausilio della dimensione digitale e web, sarà possibile visitare la mostra anche sulla nuova piattaforma https://www.raffaellogalleria.com https://www.raffaellogalleria.com nella sezione dedicata alla mostra in corso.
Info e Contatti
Centro d’arte Raffaello
info@raffaellogalleria.com
+39 091 7574592
via Notarbartolo 9/e
90141 Palermo
Direttore Artistico
Sabrina Di Gesaro
sdigesaro@raffaellogalleria.com
+39 339.2896464
Mostra: “MARIO SCHIFANO”
Artista: Mario Schifano
Curatela: Giuseppe Carli
Direzione: Sabrina Di Gesaro
Luogo: Centro d’arte Raffaello
Mostra: sabato 10 aprile, ore 18:00
Fotografie: Tony Filippone
Grafica: Luca Qiu
Durata: 10 aprile 2021 – 29 maggio 2021
Orario
L 16:30-19:30 | M/M/G/V/S 10-13:00 – 16:30-19:30 | D e F chiuso
ALLEGATI
Invito/Locandina
Ritratto Mario Schifano
OPERE
Mario Schifano, 1960, 70×70 cm, serigrafia, 1988
Mario Schifano, Casa+Chiesa, 70×70 cm, serigrafia, 1988
Mario Schifano, Whaterliles, 70×70 cm, serigrafia, 1988
Mario Schifano, Casa di Guardia, 100x70 cm, serigrafia a smalto materica, 1988
Mario Schifano, Crociera, 120x100 cm, serigrafia a smalto materica, 1989
Mario Schifano, Grand’angolo, 100x100 cm, serigrafia a smalto materica, 1988
Mario Schifano, In fondo, 100x120 cm, serigrafia a smalto materica, 1988
Mario Schifano, Navigatore notturno, 120x100 cm, serigrafia a smalto materica, 1988
Mario Schifano, Treno Giapponese, 120x100 cm, serigrafia a smalto materica, 1989
Mario Schifano, Whaterliles, 70x100 cm, serigrafia a smalto materica, 1988
Mario Schifano
Biografia
Mario Schifano nasce a Homs, in Libia, nel 1934. Nei primi anni Quaranta si trasferisce a Roma e prima di essere assunto come assistente restauratore al Museo Etrusco di Villa Giulia, frequenta un corso di pittura insieme al padre. In seguito abbandona il lavoro per dedicarsi totalmente alla pittura e nel 1958 inaugura la sua prima personale alla Galleria Appia Antica, diretta da Emilio Villa. Già dall’anno successivo si afferma sulla scena artistica romana esponendo nella Galleria La Salita in una collettiva intitolata “Roma 60: cinque pittori”, curata da Pierre Restany. Insieme a lui anche Franco Angeli, Tano Festa, Francesco Lo Savio, Giuseppe Uncini, con cui prende parte al movimento “Scuola di Piazza del Popolo”. Per l’occasione Schifano propone una serie di monocromi su carta da imballaggio incollata su tela, con cui da prova di un’eccezionale pennellata inserita in uno o due campi cromatici; talvolta alternati dall’inserimento di sgocciolature o di parole non particolarmente definite. È evidente una certa influenza dalle coeve esperienze statunitensi, prima fra tutte quella di Jasper Jones. I colori utilizzati sono di derivazione industriale e questo rende la sua pittura ancora più vicina alle insegne stradali.
È del 1961 la seconda personale alla galleria La Tartaruga a Roma; mentre l’anno seguente è presente alla mostra The New Realists a New York, occasione che gli offre la possibilità di interfacciarsi con la Pop Art, in anticipo di due anni rispetto alla Biennale di Venezia del ’64. Conosce la gallerista Ileana Sonnabend che nel 1963 lo porta ad esporre nel suo spazio parigino: i quadri di Schifano iniziano a riempirsi di scritte pubblicitarie tratte dalla cartellonistica dei paesaggi urbani o dagli spot, come quella della Coca-Cola. Rivisita iconografie dell’arte italiana e tematiche affrontate dalle avanguardie italiane del primo Novecento, interesse nato dalla frequentazione con Maurizio Calvesi, studioso impegnato nella valorizzazione critica del Futurismo.
Nel 1964 partecipa alla Biennale di Venezia con dei lavori ispirati al paesaggio, allontanandosi dall’estetica pop; intanto inizia le prime sperimentazioni cinematografiche, e realizza diversi lungometraggi; ma a causa della mancanza di disponibilità economica accantona le sue ambizioni per il cinema rivoluzionario. Negli anni Settanta ferma lo scorrere delle immagini su tela, inserendole in una cornice nera simile a un monitor televisivo. Vive un periodo di crisi e si rifugia in una comunità in Asia, ma nel 1974 tiene un’antologica presso l’Università di Parma e negli anni Ottanta è invitato in diverse mostre di rilievo, curate da Germano Celant e Achille Bonito Oliva. La sua pittura si fa gestuale e materica e nel 1996 omaggia la televisione, ovvero la sua “Musa Ausiliaria”, con un’azione presentata in una mostra itinerante nel sud America tra il 1996 e il 1998, anno in cui si spegne a Roma.