Arte diffusa per la città con Wallonwall. Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città, l’inedita mostra di fotografie ‘fuori formato’ fra le più grandi frontiere esistenti al mondo, documentate nell’arco di dieci anni dal fotografo tedesco Kai Wiedenhöfer.
La mostra si inaugura martedì 8 dicembre srotolando, ‘muri su muri’, nove fotografie di frontiere negli spazi esterni del Teatro India (Lungotevere Vittorio Gassman, facciata e foyer), in occasione del debutto in prima nazionale di LEAR DI EDWARD BOND, diretto da Lisa Ferlazzo Natoli (in scena fino al 20 dicembre).
Esposte nel 2013 sull’ala Ovest del Muro di Berlino con il titolo Wallonwall, queste panoramiche raccontano lo stato di pericolo diffuso in tutte le ‘cortine di ferro’ che separano il mondo, interrogandosi sulla funzione e sul paradosso della loro esistenza dopo il 1989, in un tempo in cui si erigono nuove barriere a difesa della ‘nostra’ Europa e le frontiere liquide divengono il fossato del Mediterraneo. Queste frontiere saranno impresse sugli spazi esterni del Teatro India – Lungotevere Vittorio Gassman – per attraversare e raccontare 6386 kilometri di linee tirate nel mezzo di Bagdad e della Corea, fra Stati Uniti e Messico, linee che isolano l’enclave di Ceuta e Melilla dal Marocco, che rigano Israele e i Territori Occupati, che spaccano in due Belfast o Nicosia (Cipro). Linee che hanno diviso, fino al 1989, la Germania. Gli scatti di Kai Wiedenhöfer cominciano qui, l’anno della caduta del muro, in bianco e nero a Potsdamer Platz, dal berretto di un gendarme, fino alle nuove barriere e ai vecchi muri che non crollano.
Sono inquadrature lente quelle di Wiedenhöfer in cui il presente si immobilizza come nelle fotografie di Andreas Gursky o di Bernd & Hilla Becher: lunghi istanti di posa in cui le ombre di tetti e comignoli si stagliano sul muro di Bryston Street (Belfast, 2006), le fenditure del cemento armato danno a vedere il cielo del confine (Berlino, 2009), o pacchi di provviste sfilano nei pressi della rete metallica al confine col Marocco (enclave di Ceuta e Melilla, 2009). Muri a confronto che mostrano la loro forza simbolica, apparentemente neutre, una in fila all’altra, queste fotografie di cemento armato, lamiere, filo spinato, palizzate, reti, circuiti elettrici, cancelli, rivelano la messa in scena del potere, registrando anche quel che se ne fugge, come un albero bianco cresciuto nei bidoni nel mezzo di Nicosia (Cipro, 2012).
A srotolarsi sulla facciata del Teatro India l’infilata dei pali conficcati nel terreno per dividere il mare dalla sabbia (Tijuana, Messico-Stati Uniti, 2008), e dall’altra parte il grandangolo inquadra la prospettiva della strada murata di Baghdad (Bagdad, Shoria Market, 2012). Nel foyer del Teatro India ritroviamo le due fenditure simmetriche che si aprono sul cemento agli opposti del mondo (Gerusalemme, Ramallah Road, 2005; Ariziona San Louis 2005).
Wallonwall. Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città è un progetto di arte pubblica che traccia una ‘mappa delle frontiere’ nella città di Roma che ha avuto inizio l’8 ottobre con l’esposizione di un’unica grande fotografia presso il MACRO (nell’ambito di Fotografia-Festival Internazionale di Roma), e che si irradia per il mese di dicembre al Teatro India per estendersi nel 2016 alle mura perimetrali delle carceri di Rebibbia e Regina Coeli. Ideato e curato dall’associazione culturale lacasadargilla insieme con Fotografia-Festival Internazionale di Roma, l’iniziativa si avvale della collaborazione di Teatro di Roma e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma Capitale. Wallonwall. Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città prende le mosse da Linee di Confine, un cantiere allargato che la compagnia lacasadargilla e Alessandro Ferroni, ha costruito intorno al testo teatrale Lear del drammaturgo inglese Edward Bond dove si narra del principio di potere, violenza e controllo che disegna le società contemporanee e di tutti quei muri, tangibili o meno, che si sono costruiti e si vanno edificando nel mondo. Lear di Edward Bond regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Wallonwall sono i due poli di un progetto diffuso e cittadino che apre il teatro alla città, affinché la scena e il mondo fuori – stampato in grande scala – sconfinino l’una nell’altro sotto gli occhi del cittadino-spettatore.
Martedì 8 dicembre si inaugura
fotografie di frontiere sulle mura del Teatro India
Wallonwall
Il tema del ‘muro’ al centro della mostra di fotografie di Kai Wiedenhöfer
per un progetto urbano diffuso per la città di Roma
un progetto di lacasadargilla e Alessandro Ferroni
FOTOGRAFIE ESPOSTE
Lungotevere Vittorio Gassman – Teatro India
Belfast, Bryston Street, 2006
Gerusalemme, Pisgat Ze’ev Settlement, 2009
Nicosia, Lidmis Street, 2012
Berlino, Mühlenstrasse, 2009
Melilla, Barrio Chino, 2009
Facciata esterna – Teatro India
Tijuana, Paseo Costero (Mexico), 2008
Baghadad, Shorja Market, 2012
Foyer – Teatro India
Arizona, San Luis, 2007
Gerusalemme, Ramallah Road, 2005
WALLONWALL. FOTOGRAFIE E FRONTIERE AI ‘MARGINI’ DELLA CITTÀ
è un progetto di lacasadargilla e Alessandro Ferroni con la collaborazione di Fotografia-Festival Internazionale di Roma, il sostegno di Teatro di Roma e il Patrocinio di Assessorato alla Cultura e turismo di Roma Capitale.
a cura di Maddalena Parise/lacasadargilla
capo macchinista costruttore Claudio Beccaria
responsabile tecnico per lacasadargilla Gianluca Tomasella
realizzazione dei pannelli Laboratorio di scenotecnica di Teatro di Roma
macchinisti Amoni Vacca e Davide Clementi
ringraziamenti speciali Franca Imbergamo Magistrato, Prof. Ulderico Santamaria, Dott.ssa Federica Giacomini, Architetto Sergio La Macchia, Sveva Bellucci, Margherita Mauro.
INFO TEATRO INDIA
Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net
Inaugurazione Giovedì 8 dicembre TEATRO iNDIA
INFO lacasadargilla lacasadargilla@gmail.com Maddalena Parise 339 8800429
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