Il nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Pisa
Apertura al pubblico 18 ottobre
Il 18 ottobre 2019 riapre i battenti il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa, completamente ristrutturato e riallestito. L’Opera della Primaziale Pisana ha ritenuto necessario dare un nuovo volto al museo con un percorso affidato a studiosi e restauratori guidati dal professor Marco Collareta e un suggestivo allestimento di cui si sono occupati gli studi di architettura di Adolfo Natalini e di Magni&Guicciardini, coordinati dall’ingegner Giuseppe Bentivoglio.
Alle origini del museo, inaugurato nel 1986 nell’antico Seminario Vescovile, stava un progetto iniziato anni prima, pensato per rendere visibile e comprensibile lo sviluppo dell’arte pisana e in particolare della scultura medievale nata nel secolare cantiere della Piazza. Quello che si presenta oggi nel nuovo allestimento è il museo di trentatré anni fa arricchito di nuovi importanti materiali, privato di alcune eccedenze e ripensato nei criteri espositivi in modo da restituire al meglio la valenza originaria delle opere e dei monumenti da cui provengono. Un allestimento che non tiene più solo conto di un pubblico di studiosi e di appassionati, ma si presta ad una più facile e appassionante lettura, in linea con i più moderni standard di fruizione museale.
Il Museo raccoglie e conserva capolavori e memorie provenienti dai monumenti della Piazza del Duomo, opere di volta in volta sostituite o con altre più “attuali” o con copie. Prima di giungere nel museo, molte opere hanno migrato da un luogo all’altro nei monumenti della Piazza, altre vi sono giunte da luoghi diversi, ma tutte insieme sono espressione della devozione e della magnificenza di Pisa a partire dal XII secolo. Nella potente e ricca Repubblica marinara di quel periodo, si sono incontrate culture artistiche diverse, da quelle d’oltralpe a quelle islamiche. Nel secolo XIII, con l’arrivo di Nicola Pisano, inizia una stagione di sperimentazione nell’ambito della scultura che ha in sé tutti i semi che germoglieranno successivamente nella grande arte rinascimentale.
Ed è proprio per raccontare questa straordinaria storia ad un pubblico vasto, che nasce l’idea portante del nuovo allestimento. La disposizione delle opere non è soltanto cronologica ma, soprattutto nel piano terra dedicato alla grande scultura pisana, per monumento e luogo di appartenenza. In questo modo il museo racconta non solo la storia di ogni singola opera, ma dell’intera piazza e dalla sua straordinaria genesi.
Per veicolare queste informazioni, le opere sono state “contestualizzate” mediante allestimenti che evocano il luogo, la collocazione e le atmosfere originarie. Si tratta di una operazione complessa, mai imitativa della realtà, ma volta a cogliere l’essenza e i significati reconditi per veicolarli. Così, l’accenno ad una nicchia, per ricontestualizzare opere nate per essere incorniciate dall’architettura, l’evocazione dell’atmosfera, dei colori, dei materiali e delle luci dell’interno del Duomo, sono piccoli gesti necessari, ma solo quanto basta per ricucire in parte lo strappo che la musealizzazione inevitabilmente comporta.
Il percorso si arricchisce anche di nuove opere restaurate. Tra queste, il Trittico della Madonna in trono e santi, tempera e oro su tavola realizzata da Spinello Aretino o la corona, lo scettro, il globo e un raffinatissimo drappo dell’Imperatore Enrico VII recuperati in occasione della ricognizione della sua tomba effettuata nel 2014.