Nascere il 21 a Primavera per non morire mai: da Albano il concerto “Se tu avessi visto i miei cieli”
Quando la poesia incontra la musica e assicura un’alchimia capace di sublimare l’arrivo di una Primavera tra le più attese di sempre. Sotto l’occhio vigile di una nata il 21 marzo, novant’anni dopo, si è svolto il concerto in streaming “Se tu avessi visto i miei cieli”, in omaggio alla sempre eterna Alda Merini. Un racconto in musica a conclusione degna della rassegna “Sono nata il 21 a Primavera”, organizzata dall’Associazione “Eppur si Muove” e dal Comune di Albano Laziale. Fra i reperti storici, le colonne, i sarcofagi e i resti del Museo “Antonacci” di Albano Daniela Di Renzo (voce e direzione artistica del progetto), Eleonora Giosuè (violino e coordinamento artistico del concerto), Emiliano Begni, (pianoforte, voce e arrangiamenti), Roberto Boarini (violoncello e arrangiamenti), Francesco Consaga (sax soprano, flauto traverso e mix audio), Ermanno Dodaro (contrabbasso e arrangiamenti) hanno vestito i panni dei messaggeri mettendo in comunicazione la poetica di Alda Merini e la sinuosità di una musica mai banale. Un viaggio poetico musicale, quello proposto, che ha tratto ispirazione dal libro di Alda Merini “L’altra verità. Diario di una diversa”. È il racconto di un’esperienza dentro l’istituzione totale, dove la follia è oggetto di controllo sociale, di quella stessa società che genera il malessere per poi determinarne la cura. Alda Merini, internata perché inquieta, perché libera, subisce la repressione istituzionale fino a farne un oggetto di riscatto. Attraverso la parola, la poesia, riesce a trasformare il caos interiore in una forma compiuta visibile e comprensibile a tutti. Siamo portati a semplificare la complessità di quello che abbiamo dentro, Alda Merini fa un viaggio al contrario: attraverso la poesia restituisce ricchezza alla profondità dell’animo umano, legittimandolo. Testi e musiche originali, arricchiti dalle riprese (a cura di Luca Piermarteri) che hanno avuto il merito di portarci dentro il museo e soprattutto dentro lo strumento: le dita che battono sul pianoforte, lo sguardo amorevole e concentrato verso lo strumento, l’attenta considerazione dello spartito, la voce che emerge dal cuore senza bisogno di intermediazioni. Per tracciare un bilancio della rassegna bastino dei secchi numeri, tutt’altro che idonei per recuperare gli insegnamenti, le suggestioni, gli entusiasmi. Oltre tredicimila visualizzazioni nei quattro eventi con Daniele Mencarelli, Rocco Della Corte, Antonella Petrone, Margherita Caravello e i musicisti di “Se avessi visto i miei cieli”, quasi duecento condivisioni di post dalla sola pagina di “Eppur si Muove”, decine e decine di commenti, una folta rassegna stampa anche extra-regionale. Alda Merini, insomma, nasce i 21 a Primavera ogni anno. Ma, soprattutto, non muore mai.
Ringraziamenti: Ufficio Cultura della città di Albano Laziale, Angelo Chiodo, Centro Psicologia Applicata di Albano Laziale, Concessionaria Class Auto di Velletri, Vanessa Sterpone (coordinamento progetto).