Nomadi Digitali: internet e la pandemia hanno rivoluzionato il mondo del lavoro
Da GoDaddy l’infografica che racconta l’evoluzione del nomadismo digitale dagli anni ’80 sino ad oggi
Milano, 26 agosto – Lavorare senza fissa dimora e svolgere le proprie mansioni in giro per il mondo: è il nomade digitale, una figura riscoperta a seguito dell’emergenza sanitaria, quando lo smart working è stato esteso a milioni di lavoratori. Tuttavia quella del nomade digitale non è una figura recente e GoDaddy, il più grande fornitore al mondo di domini, web hosting, al servizio di piccole imprese e imprenditori, ne ha ripercorso le tappe attraverso un’infografica, raccontando origini e curiosità di questo fenomeno.
Negli Anni ‘90 con la nascita del World Wide Web e lo sviluppo dei primi browser, appaiono i motori di ricerca, i cellulari e pc portatili, i primi strumenti necessari per i nomadi digitali. Nel 1997 nel libro Digital Nomad di Tsugio Makimoto e David Manners appare per la prima volta il termine “nomadi digitali”. Gli autori affermano che la tecnologia permetterà all’uomo di scegliere di muoversi in tutto il mondo. Agli inizi degli anni 2000 alcune compagnie IT iniziano ad accettare che alcuni sviluppatori lavorino da remoto e nascono le prime piattaforme per freelance. Le connessioni ad internet diventano sempre più veloci ed economiche. Nascono le app per video conferenze, le piattaforme social e il cloud computing.
Finalmente nel 2014 il fenomeno dei nomadi digitali è ormai diffuso e nascono le online community dedicate e si inizia a studiare il fenomeno.
Nel 2020 durante il lockdown anche l’Italia ha visto migliaia di lavoratori e aziende sperimentare seriamente per la prima volta il lavoro a distanza e per alcuni di questi ha sancito anche l’inizio di una nuova vita da nomade digitale.
Non è facile stimare quanti siano oggi i lavoratori italiani nomadi. L’Associazione Nomadi Digitali ha analizzato la composizione anagrafica di questi lavoratori, di cui il 64% sono uomini o donne con un’età compresa tra i 30 e i 49 mentre il 27% ha più di 50 anni. Gli under 30 sono meno del 10%, smentendo così il luogo comune che identifica i nomadi digitali con i giovani che girano il mondo con zaino spalla.
L’infografica rivela inoltre quali sono le località migliori per lavorare da remoto, con Melburne al primo posto, seguita sul podio da Dubai e Sydney. Roma e Bari, le uniche due città italiane della classifica, si posizionano al 62° e 69° posto.
“Internet e i nuovi strumenti digitali quali applicazioni di videoconferenze e messaggistica istantanea, hanno rivoluzionato completamente il lavoro da remoto. Oggi è semplice sviluppare il proprio business da qualsiasi luogo: servizi di Hosting per WordPress per chi vuole lanciare il proprio blog o chi vuole vendere online con WooCommerce, ma anche applicazioni che permettono di creare contenuti accattivanti come GoDaddy Studio, possono essere utilizzati senza difficoltà ovunque ci si trovi.” spiega Gianluca Stamerra, Regional Director di GoDaddy per Italia, Spagna e Francia. “Per tutti coloro che volessero intraprendere la carriera da nomadi digitali, GoDaddy non solo offre gli strumenti tecnologici adatti ma anche servizi di consulenza e formazione come la GoDaddy School of Digital, corsi online gratuiti pensati per aiutare gli imprenditori a utilizzare in maniera strategica il digitale”.
About GoDaddy
GoDaddy supporta gli imprenditori di tutti i giorni in tutto il mondo, fornendo tutto l’aiuto e gli strumenti necessari per avere successo online. Con 20 milioni di clienti in tutto il mondo, GoDaddy è il luogo dove le persone vengono per dare un nome alla loro idea, creare un sito web professionale, attirare clienti e gestire il loro lavoro. La missione di GoDaddy è quella di offrire ai propri clienti gli strumenti, le informazioni e le persone per trasformare le loro idee e iniziative personali in successo. Per saperne di più sull’azienda visita www.GoDaddy.com.