Nomination al Leone d’oro 2024 al Frantoio Presciuttini

Finalmente dopo anni di sacrifici iniziati nel 2016 con il recupero di oliveti abbandonati da parte di Pierluigi Presciuttini, il “salvatore degli ulivi della Tuscia”, cresciuto nell’azienda di famiglia, la varietà di olio  Le Rose Caninese è stato ammesso alla competizione ed è entrato ufficialmente nella selezione dei migliori oli extravergini del mondo della competizione internazionale Leone d’Oro 2024, il prestigioso concorso internazionale d’olio d’oliva più antico e più selettivo del mondo.
L’ Ammissione al concorso, alla Selezione Leone e alle attività di marketing correlate avviene soltanto con un punteggio minimo di 85/100. Accedono alle finali del concorso solo le NOMINATIONS (i migliori 7 con punteggio minimo di 94/100). Solo un LEONE D’ORO per categoria giudicati da un Panel professionale, composto da 13 professionisti coordinati dalla capo panel Maria Paola Gabusi e riconosciuto dal Mipaaf (Ministero italiano delle politiche agricole, alimentari e forestali).
“ La passione per queste piante meravigliose mi ha  spinto ad intraprendere con dedizione e caparbietà la ricerca di continui miglioramenti agronomici nella gestione degli oliveti- dichiara Pierluigi nella sua nuova sede nel cuore della Tuscia sulla Strada Tuscanese Km 8+100 direttamente a Viterbo (VT). E’ una soddisfazione enorme essere stato selezionato e ammesso al concorso più prestigioso al mondo.”
Una gioia parzialmente offuscata in queste ore  a causa di un furto particolarmente odioso perpetrato da ignoti che di notte si sono introdotti nella struttura trafugando parecchia merce.
“ Ma non mi arrendo – continua Presciuttini- Ho scoperto a mie spese la sottile differenza tra ciò che si ottiene con impegno e dedizione e ciò che invece si ottiene con il furto ed il saccheggio. Oggi sto male, perché come scrivevo solo poche ore fa, a fronte di tanti sacrifici e passione il premio è sempre di difficile acquisizione, invece la batosta è sempre dietro l’angolo.  Questo mio star male durerà come sempre il tempo di un sorriso, perché so perfettamente che già da oggi tornerò a fare come al solito ciò che è giusto e non ciò che è facile. Continuerò a produrre il mio  olio come  nell’antichità,  ricavato con la sola spremitura di olive sane, quelle che non hanno mai toccato terra e la sua lavorazione viene fatta unicamente con supporti meccanici senza l’aggiunta di additivi”.
Soltanto nella Tuscia ci sono oltre 100.000 piante abbandonate che nessuno cura e gestisce da anni. Ebbene uno degli obiettivi è quello di recuperare il maggior numero possibile di queste piante, riportandole in produzione occupandosi di tutti gli aspetti della filiera, dalla potatura, fino alla concimazione e raccolta e trasformazione dei frutti.

Una volta rimessi in produzione gli ulivi, Pierluigi, riesce anche a salvaguardare il territorio circostante. Pianta dopo pianta, è arrivato a recuperarne oltre 3.500 e si prefigge di sensibilizzare gli amanti di questo prodotto d’eccellenza per il recupero del patrimonio olivicolo ed oleario, infatti nella nuova sede è possibile partecipare a  degustazioni, corsi di assaggio ed iniziative gastronomiche legate al mondo dell’Olio di Eccellenza.

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