NON DOMANDARMI DI ME, MARTA MIA

In occasione delle repliche dello spettacolo I GIGANTI DELLA MONTAGNA, venerdì 26 febbraio (ore 17) al Teatro India Roberto Latini darà voce ad un estratto delle celebri lettere che hanno contraddistinto il carteggio tra Luigi Pirandello e Marta Abba: NON DOMANDARMI DI ME, MARTA MIA, l’intenso ed emozionate scambio tra l’attrice e il maestro fatto rivivere dalla drammaturgia di Katia Ippaso.

 

Marta Abba (Milano 1900 – 1988) fu una delle più grandi interpreti del ‘900. La sua vita ha solcato quasi per intero il cosiddetto “secolo breve”. Del suo rapporto con Luigi Pirandello (1867 – 1936), tra le più grandi e importanti figure del teatro contemporaneo, molto si è scritto: si dice che fosse solo di natura platonica e, di sicuro, Marta Abba fu sua musa ispiratrice e protagonista sulla scena di molti testi teatrali del grande scrittore siciliano. Un lungo e denso carteggio – pubblicato integralmente nel 1994 – racconta, con parole vive, le alterne fortune e le tante pieghe del loro sodalizio umano e artistico che durò fino al 1936 (anno della morte di Pirandello). La drammaturgia di Katia Ippaso sceglie e cuce insieme alcuni estratti dal carteggio Abba-Pirandello e, nell’ambito di un pomeriggio speciale dedicato alle due figure, la sua voce si intreccia a quella di Roberto Latini, in scena fino al 28 febbraio al Teatro India con il suo personale adattamento de I GIGANTI DELLA MONTAGNA.

La lettura e la scelta delle parole tra l’attrice e il maestro, così come è stata pensata da Katia Ippaso, si situa in un preciso momento – il 10 dicembre del 1936, data della morte di Luigi Pirandello – e in un preciso luogo, New York, dove Marta Abba stava recitando al Plymouth Theatre di Broadway. Quella sera fu lei a dover dare al pubblico l’annuncio dell’improvvisa scomparsa di Pirandello. “Ho immaginato – annota Katia Ippaso – che, dopo lo spettacolo, Marta Abba si trovasse da sola nella sua casa di Manhattan, non molto distante dalla Fifth Avenue di fronte alla cattedrale di St.Patrick, e cominciasse il dialogo intimo con il ‘suo maestro’ proprio a partire dalla lettura dell’ultima lettera che Pirandello le aveva scritto, solo sei giorni prima della sua morte, in cui non accennava assolutamente alla sua malattia. Nella calma allucinata di quella notte, Marta si trova a dover fare i conti con il suo passato.  L’attrice ha portato con sé le lettere che negli anni le ha scritto Pirandello dal 1926 al 1936 ma anche quelle che lei (molte di meno) aveva indirizzato al suo “autore”. Le sparge sul letto e sul pavimento, vi si immerge, rievocando così la loro storia. La storia di un rapporto elettivo, agli altri segreto e in una qualche forma incomprensibile, ‘un fatto d’esistenza’ come annotava Pirandello in una lettera del ‘29. Rispetto al personaggio forte e risoluto che emerge dal carteggio – continua Katia Ippaso – ho voluto introdurre una nota di vulnerabilità, una maggiore solitudine di donna. La morte reale fa irruzione all’improvviso e, con la sua pesantezza, non può non influenzare l’interpretazione del passato, facendo vacillare alcune certezze e portando la protagonista a farsi delle domande che non si era fatta prima. E’ una notte di veglia, in cui si fa vivo non solo il fantasma di Pirandello ma vengono chiamate a raccolta anche le immagini fantasmate di tutte le eroine pirandelliane (da “Diana e la Tuda” alla Sara di “Lazzaro” fino alla Donata Genzi di “Trovarsi”) che il grande scrittore aveva inventato per lei, per la sua Marta”.

 

L’iniziativa si inserisce nel trittico pirandelliano proposto al Teatro India con O di Uno O di Nessuno, nell’allestimento firmato dalla regia di Gianluigi Fogacci, dal Berretto a sonagli diretto e interpretato da alter Malosti, e dai Giganti della montagna secondo Roberto Latini, che completa l’omaggio al drammaturgo siciliano.

* Katia Ippaso ha curato il volume “Io sono un’attrice” \ Editoria&Spettacolo, collana Spaesamenti (diretta da Paolo Ruffini) che racconta ‘i teatri di Roberto Latini’, attraverso veri e propri “diari di viaggio”, sui processi creativi che hanno rappresentato le opere della ‘svolta’ della compagnia Fortebraccio Teatro

 

* La lettura scenica è stata ideata e presentata lo scorso gennaio al Teatro del Casinò di Sanremo – con le voci di Sara Bertelà e della stessa Katia Ippaso – nell’ambito di tre giorni di incontri, visioni e letture dedicati alla riscoperta di quello straordinario sodalizio che ha trovato a Sanremo nel decennio 1920-1930 un luogo accogliente di opportunità e debutti teatrali importanti. Luigi Pirandello fu consulente culturale del teatro del Casinò e indicò proprio la Abba, come direttrice ideale per la Compagnia Stabile che andava costituendosi. Proprio a Sanremo il 7 novembre 1933 debuttò, “Quando si è qualcuno”. L’iniziativa di Sanremo è stata curata dalla Cooperativa CMC diretta da Angelo Giacobbe con la consulenza di Rosalba Ruggeri

 

 

 

 

Venerdì 26 febbraio (ore 17) al Teatro India

 

ROBERTO LATINI
legge
NON DOMANDARMI DI ME, MARTA MIA
intorno al carteggio Luigi Pirandello – Marta Abba

drammaturgia di Katia Ippaso

                               ingresso liberoPirandello e Abba in prova

 

INFO TEATRO INDIA

Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 –  www.teatrodiroma.net

Orario: 26 febbraio ore 17.00

Durata: 45 minuti

Ingresso libero

 

Ufficio Stampa Teatro di Roma:

Amelia Realino

tel. 06.684.000.308 I 345.4465117

e_ mail: ufficiostampa@teatrodiroma.net

 

 

 

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