Nuovo concerto del ciclo “Esplorando Beethoven” con il Quartetto di Cremona, reduce dall’incisione integrale dei quartetti beethoveniani e dalla nomination all’International Musical Award per la musica da camera

Sabato 13 febbraio alle 17.30 per i concerti della IUC nell’Aula Magna della Sapienza, una nuova tappa di “Esplorando Beethoven”, il ciclo di concerti che il Quartetto di Cremona ha iniziato due anni fa e concluderà l’anno prossimo. Questa volta sono in programma i Quartetti in sol maggiore op. 18 n. 2 e in fa maggiore op. 59 n. 1.

 

Nei giorni scorsi il Quartetto di Cremona è stato segnalato come Music Chamber Choice of the Month dal BBC Magazine, il più importante mensile musicale inglese, il cui critico Michael Tanner ha scritto: “Questo è il più emozionante nuovo disco di un quartetto d’archi che mi sia capitato di ascoltare da molto tempo in qua”, “esecuzione stupenda”.

 

I diciassette Quartetti di Ludwig van Beethoven sono capolavori paragonabili alle nove Sinfonie e costituiscono la vetta della musica da camera di tutti i tempi. Il loro ascolto è un viaggio nella personalità di uno dei più grandi geni della musica di tutti i tempi ed è un’esperienza ineludibile, che tutti devono fare e anche ripetere, perché ogni ascolto consente di capire più profondamente questi capolavori e di scoprirne nuovi aspetti.

 

Beethoven compose i suoi primi Quartetti relativamente tardi, quando si era già cimentato con la Sonata, il Trio, il Concerto e la Sinfonia: probabilmente ciò dipese dal fatto che il Quartetto era considerato un genere musicale riservato ad un esigente pubblico di esperti, i cui giudizi erano particolarmente severi.

 

Aveva ventotto anni nel 1798, quando compose il Quartetto in sol maggiore op. 18 n. 2. Questa tonalità era impiegata da Beethoven particolarmente per situazioni scherzose e di capriccioso umorismo e tale è effettivamente il carattere del secondo, terzo e quarto movimento. Il primo movimento sembra invece un dialogo garbato e sospiroso tra i quattro strumenti, tanto che un tempo veniva definito in modo poco felice “quartetto dei complimenti”. Tutti i movimenti hanno in comune una costruzione più minuziosa, un’architettura più complessa e una trama contrappuntistica maggiore rispetto al precedente Quartetto di Beethoven.

 

Il Quartetto in fa maggiore op. 59 n. 1 è uno dei tre dedicati da Beethoven al principe Rasumowsky, ambasciatore russo a Vienna, grande appassionato di musica e mecenate del migliore quartetto del tempo. Scritti tra il 1805 e il 1806, questi tre Quartetti appartengono al secondo stile beethoveniano, accanto al “Fidelio”, alle Sinfonie n. 3 “Eroica” e n. 5 e alla Sonata “Appassionata”. Il compositore ora non si sente più vincolato agli schemi settecenteschi e lo si percepisce già dalla melodia iniziale di questo Quartetto, che cammina con passo energico e sicuro, come chi vada incontro all’avvenire con fiducia. È un lavoro nuovo e originalissimo sotto il profilo melodico e formale, il cui culmine è l’Adagio molto e mest”, un dei grandi colpi d’ala beethoveniani. Brillantissimo il movimento finale, in cui è incastonato un motivo popolare russo, in omaggio a Rasumowsky.

 

Il nome del Quartetto di Cremona nasce dal fatto che, quando nel 2000 hanno deciso di dar vita a questo ensemble, i suoi quattro componenti (Cristiano Gualco e Paolo Andreoli violini, Simone Gramaglia viola e Giovanni Scaglione violoncello) studiavano all’Accademia Stauffer di Cremona, ma è anche un omaggio alla città in cui gli Stradivari e i Guarneri crearono i loro insuperabili violini. Il quartetto di Cremona è regolarmente ospite dei principali festival e rassegne in Europa, America del nord e del sud e Australia: Beethovenfest di Bonn, Bozar di Bruxelles, Konzerthaus di Berlino, Wigmore Hall di Londra, Perth Festival in Australia, Coliseum di Buenos Aires e Metropolitan Museum di New York sono tra i palcoscenici da loro calcati. In campo discografico, nel 2011 è uscita per la Decca l’incisione integrale dei Quartetti di Fabio Vacchi e nel 2015 ha concluso l’integrale dei Quartetti di Beethoven, per la quale ha avuto la nomination all’International Music Award  per la musica da camera. È testimonial del progetto “Friends of Stradivari”.

Mauro Mariani

Ufficio Stampa dell’Istituzione Universitaria dei Concerti

tel. 335 5725816

mauromariani.roma@tiscali.itQuart. Cremona ridotta credit Damiano Rosa

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