Il titolo della mostra è preso in prestito dall’omonima composizione datata 1874 del musicista russo Modest Petrovič Musorgskij, poiché il sottile fil rouge che unisce gran parte delle opere presentate nella mostra – talvolta assai distanti nella varietà dei generi come accadeva in quel caso – è il loro essere concepite in funzione di un’esposizione pubblica. Ciò avviene in maniera paradigmatica in dipinti conosciuti dalle fonti ma non rintracciati sino ad oggi, quali il Bosco di Portici di Antonino Leto, prova di maturità che condensa la lucidità di Resina con un appeal esterofilo di sapore michettiano, la gioiosa Spiaggia di Final Marina di Pier Francesco Ferrarini, ancora accompagnata dalla sua rara cornice la cui unicità certifica la destinazione ad una mostra nazionale, le Perlaie di Italico Brass, immerse in una magica luce che sembra fermare il tempo, o l’assolata raccolta delle olive di Angelo Torchi. Mutatis mutandis il discorso non cambia passando ad un genere diverso quale è la scultura: il gruppo di Giulio Monteverde è da considerarsi capolavoro della sua migliore stagione creativa mentre la monumentale invenzione del Cacciatore africano di Scipione Moretti raccolse consensi nel prestigioso appuntamento dell’Esposizione internazionale di Roma del 1883.
L’idea che sottende alla riunione di questi lavori è, dunque, quella di ricreare hic et nunc una mostra d’epoca, ovviamente senza seguire il rigore filologico temporale, ma semplicemente quello della rappresentatività delle opere. Questa operazione attiene alla storia sociale dell’arte: per la prima volta lungo il XIX secolo agli artisti viene a mancare una committenza di rilievo, vuoi la nobiltà vuoi la chiesa. Si inizia di conseguenza a concepire le opere in funzione di una occasione espositiva cadenzata nel tempo – le Promotrici o le esposizioni nazionali – per presentare ad un pubblico vasto quale è quello dell’Italia unita il meglio della propria produzione. Si passa così in breve tempo ad una produzione improntata non più al “lusso” dell’aristocrazia bensì al “gusto” della nuova classe borghese in ascesa. Cambiata la destinazione cambiano i soggetti, lo stile ed anche le cornici.
Il criterio espositivo di questa selezione diviene, dunque, anche un prezioso spunto per il collezionista che può, nella condizione di un “amatore d’arte” d’altri tempi, compiere una scelta di sicura qualità.
Mostra: QUADRI DI UN’ESPOSIZIONE.
Opere dalle mostre pubbliche tra Ottocento e Novecento
Indirizzo: Corso del Rinascimento, 9 – 00186 Roma
Periodo: dal 14 marzo al 26 aprile
Orario: da lunedì a sabato 10 – 13; 16 – 19. Ingresso libero
Per informazioni: tel. 06.97.606.127
www.maestrionline.it – info@maestrionline.it
Catalogo: QUADRI DI UN’ESPOSIZIONE. Opere dalle mostre pubbliche italiane tra Ottocento e Novecento
a cura di Gianluca Berardi. Disponibile presso la galleria.
In collaborazione con L’Archivio dell’Ottocento Romano.